Capitolo 11

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Nella mia testa si fecero spazio le immagini con il panorama di SanPietroburgo e potevo già sentire l'aria fredda e pulita che si respirava nell'est Europa.
-Penso che solo allontanandoti dal continente americano riuscirò a tenere lontano date un certo Miller.- borbottò la mia amica facendomi crollare in picchiata dopo aver viaggiato con la mente.
Sentire il nome di Christian mi rievocò alla mente il suo odore, le sue labbra sulle mie e il suo tocco.
Arrossii violentemente consapevole del fatto che Kath non era a conoscenza di quello che era accaduto in suaassenza il giorno prima.
-Conosco quella faccia. Parla. - mi intimò senza troppi convenevoli.
Mi schiaffeggiai mentalmente per il mio poco spirito di contenimento, ero un libro aperto ormai ed anche abbastanza scontato come libro.
Iniziai a narrare gli eventi della sera prima per filo e per segno, guardandomi intorno ogni tanto per essere certa che nessuno potesse ascoltare quella conversazione.
Katherine sembrava assistere ad un film al cinema, necessitava solo di pop corn; sembrava la divertisse il racconto.
-..Poi sono andata via con Zac.- conclusi in fine rilassando finalmente le spalle.
-Vorrei arrabbiarmi per il fatto che per l'ennesima volta non sei riuscita a tenerlo a distanza... ma non riesco. Riesco a comprenderti e vorrei che anche tu comprendessi che sarebbe meglio per te non andare oltre di nuovo.- mi disse lei con calma tenendo le braccia poggiate con eleganza sul tavolo.
-Lo so..- mormorai io.
Le sue parole erano esattamente quelle che dovevo sentire, che volevo sentire.
Quello che era accaduto nel suo ufficio sarebbe stato un "addio", l'ultima pagina di un breve è bellissimo capitolo della mia vita.
-Parliamo invece del dottorino..- richiamò lei la mia attenzione.
-Jack. - pronunciai il suo nome come se fosse qualcosa di estraneo.
Avevo di nuovo dato la possibilità a situazioni,emozioni e soprattutto a "lui" di farmi dimenticare di persone che meritavano la mia totale attenzione, cioè Jack.
Mentre mi maledivo mentalmente per la mia ennesima mancanza iniziai a raccontare a Kath gli eventi più significativi delle mie vacanze così da placare ogni sua curiosità.

La mattina presto non ero più abituata a vedere così tante persone correre per il campus tentando di arrivare in orario aicorsi del nuovo semestre.
Ero una delle poche in tutta la U.M a camminare in slow-motion sperando che nel frattempo il corso di filosofia, verso il quale ero diretta, finisse prima del mio arrivo.
Vi erano dei corsi facoltativi e altri obbligatori a questa università e, per mia sfortuna, filosofia faceva parte della seconda categoria; anche perchè se fosse stata facoltativa chi avrebbe seguito un corso tanto inutile?
Arrivata in aula decisi di non isolarmi agli ultimi posti provando a sedermi lì dove si concentrava il maggior numero di studenti.
Quando Miller entrò in aula sorridente, quasi raggiante, provai a mantere lo sguardo fisso sul libro di testo. Sfogliavo le pagine lentamente mentre assimilavo i titoli in grassetto di alcuni paragrafi.
-Benvenutial corso di Filosofia dell'educazione che viene intergato alle conoscenze assimilate durante il corso del primo semestre.- il suo tono alto di voce riecheggiò in tutta l'aula azzittendo
tutti i bisbigli in sottofondo.
-Senza perderci in altre inutili chiacchiere vorrei iniziare a distrubire il programma che seguiremo questo semestre e l'elenco di libri che vorrei consultaste in alcunicasi.- continuò lui.
Senza accorgermene dopo poco il suo corpo statuario si trovava davanti a me con in mano un blocco di fotocopie.
"Non alzare lo sguardo." mi ammonì a mente mentre ero ferma su una pagina del libro dedicata a uno schema riassuntivo.
Riuscii a non guardarlo e lui continuò il suo giro senza perdere tempo.
Un sospiro di sollievo mi sfuggì nel momento in cui ci fu un'adeguata distanza tra di noi e le goccioline di sudore sulla fronte evaporarono lasciandomi solo una strana sensazione.
Il professor Miller iniziò la sua lezione del giorno ed io mi assentai con lamente, iniziai a tormentarmi sul cosa fare per far si che questa ultima parte dell'anno fosse tranquilla e senza problemi.
Il cellulare iniziò a vibrarmi nella tasca mentre la mia testa cercava delle soluzioni inesistenti. "Soph, sono preoccupato. Sei sparita.-J.R"
Imprecai mentalmente per la mia sbadattagine, avevo dimenticato di rispondere a Jack, l'avevo lasciato da parte per l'ennesima volta. 
Forse era questa la risposta che aspettavo.Jack poteva essere una soluzione per trascorrere un semestre tranquillo, lui era l'unico che poteva allontanere dalla mia testa e soprattutto dal mio cuore tutti quei fantasmi. 
"Scusami Jack,ero un po' stordita dall'inizio dei corsi." digitai rapidamente sullo schermo del cellulare. 
"Ti capisco. Vorrei essere lì per tranquillizzarti." la risposta arrivò subito e non riuscii a trattenere un sorriso nel leggere. 
"Se tu fossi alla U.M ti porterei a divertirci un po'. Ho sempre voluto vedere il mio troppo serio psicoanalista in un pub o in una discoteca." scherzai io. 
"Non so chi sia questo tuo troppo serio psicoanalista.Sulla targhetta della porta del mio studio dovrebbe esserci scritto Dottor SonoUnoSpasso." 
Mi feci sfuggire un risatina nel leggerele sue ultime parole, avevo sempre apprezzato il sarcasmo di Jack anche se non era paragonabile al mio.

The professor 2 - Rising from the ashesWhere stories live. Discover now