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Una volta sceso in strada chiamai un taxi. Speravo solo di trovarne uno a quell'ora della notte.
Accesi il telefono e ritrovai alcuni messaggi dal gruppo della mia famiglia. Cambio di programma, sarei andato dalle uniche persone che avrebbero potuto aiutarmi, anzi, dall'unica.
Per fortuna arrivò un taxi e immediatamente ci salì sopra.

"Dove vuole che la porti?" chiese l'uomo sulla cinquantina.

"Alla stazione per favore" risposi educatamente.

"Cosa ci fai in giro a quest'ora della notte?" continuò a parlare.

"Problemi con il mi- ehm intendevo, ho avuto una discussione con un amico" gli spiegai correggendomi, non potevo fidarmi di nessuno.

"Anche io ho avuto una discussione con un mio carissimo amico da giovane. La cosa migliore è lasciar sbollire la rabbia per qualche giorno" affermò con tono affettuoso e da uomo vissuto.

Per il resto del viaggio rimanemmo in silenzio. Quando giunsi a destinazione lo ringraziai e gli lasciai il denaro per pagare la corsa. La stazione ferroviaria non era il massimo dell'accoglienza. C'era qualche lampione ad illuminare l'entrata e i binari. Stampai un biglietto e guardai sull'app dei treni a che ora ci fosse il primo disponibile per Doncaster.

«Treno in arrivo sul binario 2, ferma in tutte le stazioni, termine corsa del treno Doncaster» beh, questo si chiamava culo.

Riposi il telefono in tasca e mi diressi verso il binario. Immediatamente sentii le ruota di metallo stridere contro i binari.
Le porte si aprirono e cercai un posto tranquillo e appartato. Mi sedetti accanto al finestrino, ho sempre amato poter vedere fuori il paesaggio scorrere sotto i miei occhi. Ripresi il telefono ed estrassi dall'altra tasca le cuffie. Le inserii per poi dare il via alla mia playlist preferita e sentire somebody to you.
Per evitare di perdere la fermata, nonostante fosse l'ultima, impostai una sveglia. A quel punto chiusi gli occhi cercando di scacciare dalla mia testa la sua voce e una parola iniziò a ronzarmi nelle orecchie.

Harry
Non pensavo di potermi sentire così. Se n'era andato. Era scappato.

"Shh Haz ti prego, calmati" continuò a ripetermi il mio migliore amico, l'unico di cui potevo ancora fidarmi.

"È un codardo!" urlai agitandomi tra le sue braccia.

"Lo so, ma ora non puoi disperarti così per lui" e mi strinse maggiormente a sé.

"Tu non capisci come mi sento ora! Voi non capite com'è donare la propria fiducia a qualcuno che si conosce da così poco tempo per poi vederla prendere e buttare sotto i piedi ed essere calpestata!" a quel punto mi alzai di scatto e mi appoggiai contro la parete.

"Harry io non so cosa sia successo tra di voi m-" non lo lasciai terminare. Certo che non lo sapeva. Il suo amico era un codardo.

"Sai cosa è successo Zayn? No? È successo che non ha nemmeno il coraggio di dire a te e Liam che dormiamo insieme la notte!" gli puntai contro il dito.

"Non credevamo ch-"

"Non credevate che il vostro amichetto mi baciasse tutte le notti? No? Certo che no. Lui è sempre stato mister mi faccio tutte le ragazze della scuola perché sono il più figo e ho tutte ai miei piedi. E ora è impossibile e sconvolgente che se la fa con un ragazzo vero? Di 16 anni per lo più. Mi avete stancato tutti, mi vado a fare un giro"
sputai tutta la rabbia che avevo accumulato e uscii il più in fretta possibile da quella casa.

Corsi finché i miei polmoni non chiesero pietà. Mi fermai ai piedi di un albero. Era buio, ma per fortuna avevo con me il cellulare.
Tirai un calcio al tronco dell'albero e: "FANCULO!" gridai per poi accasciarmi scivolando con la schiena contro di esso.
Con mani tremanti trovi nella tasca sinistra le mie cuffie. Le infilai nel cellulare e subito nelle mie orecchie si diffuse la melodia di somebody to you.
Chiusi gli occhi e provai a smettere di pensare alla sua figura immobile davanti a me incapace di pronunciare una parola.
Forse piansi un po' soffermando la mia mente sul suo petto caldo dietro la mi schiena, al posto di un sudicio pezzo di legno.

Tell me about X FACTOR [larry]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora