31.

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Harry
Mi svegliai zuppo d'acqua e con i raggi del sole che mi perforavano le palpebre. Mi guardai intorno e compresi di essere ancora appoggiato a quello sporco albero della notte precedente.
I pantaloni erano sporchi di fango e anche le scarpe. Conoscendo quei boschetti ritornai a casa abbastanza facilmente. Appena i ragazzi mi videro iniziarono a tartassarmi di domande su dove fossi stato e sul fatto che si fossero spaventati a morte.
Non li degnai di una parola. Presi dei vestiti puliti e mi feci una doccia per levarmi la sporcizia e il terriccio che avevo addosso.

Più tardi arrivò la macchina che ci avrebbe riportati agli studi. Che avremmo detto per quanto riguardava la mancanza di Louis? Non che mi importasse ovviamente.
Riposte le valigie nel bagagliaio, chiusi la porta di casa e rimisi al loro posto le chiavi di riserva.

"Manca un ragazzino. Dove diavolo è?" Si accorse l'autista.

"Se n'è andato ieri notte, non sappiamo dove sia" rispose prontamente Liam. L'uomo sbuffò consapevole del lavoro extra che gli sarebbe stato affidato.

In silenzio salimmo in auto. Nonostante lo spazio che divideva la parte anteriore e posteriore della macchina, riuscii a sentire l'uomo parlare al telefono con quel Simon che apparentemente era diventato il nostro coach. Era piuttosto alterato dalla scomparsa di Louis. Si sarebbe messo a rintracciarlo al più presto.
Dove si era cacciato? Pensai, tuttavia non mi interessava.
Diverse ore dopo giungemmo davanti alla struttura che sarebbe diventata la nostra casa nei prossimo tempi.

"Come cazzo hai potuto abbandonarli così? Che cazzo hai in testa? Se succede un'altra volta giuro che tu e i tuoi amichetti potete tornarvene a casa, intesi?"  Urlò qualcuno.

Alzai lo sguardo e li vidi, lo vidi. Louis aveva la testa china sull'asfalto e annuiva alle parole appena pronunciate dalla persona davanti a sé, Simon. Mi fece male il cuore a guardarlo in quello stato. Sembrava così piccolo e spaventato, ma ancora il sangue mi ribolliva dalla rabbia per ciò che era accaduto. Ci avvicinammo a loro. Contemporaneamente una ragazza affiancò Louis che alzò la testa sorpreso.

"Piacere sono Eleanor, sua figlia" squittì lei con una voce stridula e per i miei gusti troppo alta.

"Tesoro questi sono Louis, Niall, Liam, Zayn e Harry" ci presentò Simon.

"Piacere" dicemmo in coro.

"Bene ora entriamo dentro, dovete sistemarvi" riprese lui.

Immediatamente la ragazza infilò il suo braccio sotto quello di Louis e cominciò a parlare di chissà cosa.
Non staccai un secondo gli occhi da lui. Sorrideva a quella ragazza...si era già dimenticato di me?

Certo che sì Harry, chi mai vorrebbe stare con un moccioso dopo una sceneggiata come quella della notte precedente?

Appena arrivammo nelle camere iniziammo a sistemare la nostra roba.
Perche quella continuava a stare lì? Attaccata a Louis? Cosa voleva da lui? Doveva lasciarlo in pace.

"Eleanor?" la richiamò dopo un po' il padre.

"Dimmi" si girò rispondendo con tono acido.

"Devi andartene adesso, i ragazzi hanno un impegno" affermò autoritario.

"Va bene va bene. A dopo LouLou" cinguettò sfarfallando le ciglia e scuotendo i capelli.

Finalmente uscì e vidi Louis tirare un sospiro di sollievo. Nonostante mi stessi sforzando di ignorarlo era più forte di me. Avevo il battito accelerato e la bocca secca. Non volevo andasse a finire in quel modo. Mi sentii gli occhi inumidirsi e subito ci passai una mano sopra, avevo versato fin troppe lacrime e non potevo permettermi di essere debole davanti a tutti loro.

"Allora, ascoltatemi, d'ora in poi faremo un video diario della band ogni giorno per 5 giorni. Adesso seguitemi che andiamo a registrare il primo" spiegò attentamente.
In silenzio percorremmo i corridoi sotto la sua guida e arrivammo vicino a delle scale. Ci fermammo.

"Ecco, sedetevi qui. Tu li dietro, voi due qui in mezzo e voi due qui davanti" indicò in ordine Zayn, Niall, me, Louis e Liam.

Eravamo vicini, ma sembrava dividerci un enorme cratere. Non averti retto ancora a lungo quella situazione. Speravo solo finisse in fretta.

"Ogni volta dovrete dire «hi we are one direction», il come lo lascio decidere a voi, improvvisate che ne so" continuò dandoci ordini come se fossimo delle marionette e lui il nostro burattinaio.

Non lo sopportavo più. Mi girava la testa, era troppo.

"Pronti? 3, 2, 1, via!" urlò accendendo una telecamera posta di fronte a noi e che prima non avevo notato.

L'avventura stava cominciando.

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Questo capitolo è un po' ' più corto degli altri perché è solamente un capitolo di passaggio. Da qui in poi la struttura sarà di un video diario per ogni capitolo.
Spero vi piaccia l'idea.

I.

Tell me about X FACTOR [larry]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora