4. I Ribelli

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«Perché?!» chiesi spalancando gli occhi per lo shock, sicura che da un momento all'altro la mia amica avrebbe detto "Scherzo! Sei in un sogno e nessuno vuole ucciderti!". Peccato però che il volto di Jo fosse troppo serio.

«Sei pronta?» chiese titubante, pregando con gli occhi un no come risposta.

«Credo di no. Ma tu dimmelo lo stesso, me ne farò una ragione» le dissi raccogliendo quello che restava della mia sanità mentale. Magari mi avrebbe detto che ero la figlia di un angelo ed un demone, o che ero una strega, che in realtà venivo da un futuro in rovina, che ero una semidea...

«Sei la nipote di Chistopher Barker» disse come se fosse la cosa più seria del mondo. Invece mi deluse. Questo lo sapevo.

Nonno Chris era il padre di mia madre ed è morto prima che io nascessi. Mia madre non ne parlava mai, tanto meno della nonna e io non mi ero mai fatta due domande sul perché. Semplicemente non mi interessava, come non mi interessavano le guerre del Nonno Paul, il padre di mio padre, quando era ancora in vita.

«Quindi? Mio nonno è morto anni fa in un incidente d'auto» le spiegai sperando che il mio defunto nonno non fosse un alieno venuto da un pianeta lontano. Non andavo pazza per le storie sugli alieni.

«Il punto è che...» La ragazza si guardò intorno, come se temesse di essere spiata. In effetti gli scienziati del tavolo accanto sembravano troppo silenziosi. Sicuramente stavano origliando. O forse ero paranoica.

«Vieni con me» affermò Jo alzandosi e prendendomi per un braccio. «Meglio non avere pubblico» aggiunse trascinandomi lungo il corridoio.

«Tuo nonno è vivo» mi disse senza guardarmi. Una risata isterica stava iniziando a crescere nel mio petto, ma la soffocai.

Le cose si stavano facendo sempre più assurde.

Morti che tornano in vita? Ma siamo pazzi? E mia madre sapeva che suo padre era vivo? Non ci credo.

«Sì, okay, e ora mi dirai che è a capo della B.L.C. e che non mi ha mai voluto conoscere per proteggermi» affermai sarcastica gesticolando con la mano libera e alzando gli occhi al cielo. Era più probabile che si trattasse di un enorme strambo scherzo. Erano tutti in combutta con qualche canale televisivo e mi stavano prendendo in giro. Perché non poteva essere più assurdo di così.

«In realtà... Era esattamente quello che ti volevo dire» mi disse voltandosi, guardandomi con un sorriso pieno di scuse non dette.

Smisi di sorridere divertita e mi zittii. Basita.

Era come se mi avessero detto che in realtà non fossi una femmina.

Non ci potevo credere, stavo sicuramente sognando, era tutto troppo incredibile, mi sembrava di essere finita in un libro o in un film perché queste cose non succedevano nella vita reale. Non ad una noiosa ragazza come me.

Una parte della mia mente sperava ancora che Jo stesse scherzando.

«Ora, però, hai scoperto tutto, non c'è motivo di nasconderti nulla» tentò di consolarmi la mia amica.

Guardai ad occhi sgranati l'espressione la sua espressione colpevole mentre la mia mente tentava di metabolizzare tutto quello che mi aveva rivelato.

«Ho bisogno di rinfrescarmi le idee» affermai appoggiandomi gli indici e i medi sulle tempie.

«Certo, dirigiamoci sul retro, verso i campi.» mi suggerì la mia amica apprensiva.

Mi condusse lungo un corridoio stretto che poi ci fece sbucare su uno particolarmente largo che conduceva a due uscite agli estremi. Sembrava più una specie di ampio atrio. 

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