48. Attimi decisivi

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Il tempo in cui rimasi a letto a fissare il soffitto sembrò eterno, tant'è che quando mi rialzai mi scrocchiarono le ossa del corpo per essere stata immobile tanto a lungo.

Uscii dalla stanza e fissai inespressiva una delle telecamere. Ero certa che dall'altra parte ci fosse qualcuno che mi controllasse.

Ero veramente tentata di alzare il dito medio davanti a quell'affare.

Invece, mi diressi a destra cercando di raggiungere la Serra che vedevo dalla mia finestra.

Com'era prevedibile, in poco tempo, mi persi e finii nell'area delle palestre. Si trattava di un corridoio con vetrate che davano a stanze bianche, ognuno contrassegnato da un elemento in particolare. Poi infondo una sala più grande dedicata a più elementi.

Entrai in quella dato che non c'era nessuno a quell'ora, quando le altre mi sembravano occupate.

Era diversa da quella in cui avevo affrontato Skyler tempo addietro, o quella vuota degli Iniziati, o quelle della Base5. Quella dinanzi a me sembrava fatta per gli ultra-esperti, sembrava più maestosa e fredda delle altre.

Inoltre, mi dava un senso di inquietudine che non riuscivo affatto a spiegarmi. Una sensazione diversa.

Forse si trattava di una delle mie memorie cancellate. Forse in quel luogo c'ero già stata e anche parecchie volte. E in nessuna di queste mi piaceva.

O forse era meglio smettere di farsi così tante domande.

Una tastiera virtuale mi comparve davanti, luminosa. Mi chiedeva di inserire un livello base e dei dati personali. Scelsi quello più basso e non specificai l'elemento di corrispondenza.

La stanza si illuminò e iniziò a mutare. Alcuni macchinari spuntarono da aperture del muro e iniziarono a posizionarsi minacciosamente attorno a me.

Il terreno sotto i miei piedi vibrava e il sibilo dell'attività meccanica iniziava a mettermi ansia.

Una palla infuocata mi passò velocemente accanto alla testa.

Il mio cuore perse un battito e i miei occhi si spalancarono per lo spavento.

Calmati, Sophie. Anche tu sei un Imperium. Ce la puoi fare.

Ma non ce la feci.

Tentavo invano di evocare fiamme o qualche altro elemento.

Mi accucciai a terra mentre sopra la mia testa si creavano archi di fuoco.

«Stop! Stop! Fermate tutto!» esclamò qualcuno. E come per magia i macchinari smisero di muoversi.

Mi rialzai sconvolta e mi guardai le mani delusa.

«Tutto bene?» chiese una donna dall'aria familiare. Ci misi un po', ma poi mi ricordai.

Era la dottoressa che avevo incrociato la prima volta che ero venuta al Centro. Quella che non sapeva formulare più di due parole di fila in mia presenza.

«Sì... Dottoressa...» non mi ricordavo il nome.

«Lynn.» concluse lei.

«Sei impazzita ad entrare qua dentro senza avere i poteri?» esclamò spegnendo tutto.

«Ma io li ho.» borbottai infastidita.

Lei si voltò a guardarmi stupita.

«Oh, quindi ora sai.» sussurrò sorridendo appena.

«Già.»

Calò un silenzio imbarazzante tra noi che la donna si affrettò a riempire.

«Comunque, senza addestramento non si può accedere alle palestre. Bisogna prendere familiarità con i propri poteri e farli manifestare prima di poter controllarli. Non è sicuro per i neo-Imperium.» mi spiegò.

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