40. Fascicoli misteriosi

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«Non hai niente da dire?» mi chiese mia madre con la furia negli occhi.

Il fatto che tenesse il tono della voce così controllato era probabilmente peggio di quanto pensassi.

Come ogni forma di difesa che funzioni, attaccai. Era più forte di me.

«Non sono affari tuoi. Ho il diritto di godermi la mia vita. Sempre meglio che stare a casa da sola o, peggio, con te.» sibilai arrabbiata.

Mia madre non iniziò a urlare. Chiuse semplicemente gli occhi e tirò un profondo sospiro.

«La tua vita, eh? Per me puoi benissimo goderti il resto della tua vita senza il telefono e i tuoi adorati libri. Vai a dormire nella stanza degli ospiti e restaci finché non te lo dirò io.» dichiarò.

«Non puoi farlo!» ringhiai.

«Posso eccome, e sai perché? Perché sono tua madre e tu devi capire che non puoi andartene in giro come ti pare e piace. Non sai cosa potrebbe succederti.»

Tu non sai cosa potrebbe succedermi. Pensai.

Invece sibilai infastidita e alzai i tacchi.

Per ripicca avrei potuto scappare di nuovo, ma non sarebbe stato per nulla intelligente da parte mia.

Se quel che James aveva detto era vero, lui non avrebbe più cercato di rapirmi.

Ma questo valeva per lui o per tutti i Ribelli? Quelli che mi avevano seguito la prima volta al cantiere erano differenti.

La stanza degli ospiti era la vecchia stanza di Nonno Paul, il padre di mio padre.

Tanto per far un po' di scena sbattei violentemente la porta, in modo che mia madre lo sentisse bene.

Era abituata alla mia facciata da ragazzina aggressiva e ribelle ed era questo che le avrei dato.

Non si era mai sforzata di capirmi veramente, voleva semplicemente tenermi sotto controllo.

Per questo, le emozioni che solitamente riuscivo a domare esplodevano ogni volta che parlavo con lei.

Alla fine, mi ero veramente arrabbiata con lei.

Per sicurezza girai la chiave nella toppa e mi buttai sulle candide coperte pulite.

Mia madre la rimetteva sempre in ordine per eventuali ospiti, anche se fino ad ora, dalla dipartita del nonno Paul, non ci aveva mai dormito nessuno.

Era spoglia e vuota, priva di alcuna personalità.

Ma era un posto perfetto dove poter esaminare i fascicoli che avevo rubato.

Se mi sentivo in colpa? Per nulla.

La rabbia e la frustrazione che avevo sfogato su mia madre strisciarono nuovamente al loro posto e con una fredda calma tirai fuori le cartellette.

Ce n'erano solamente tre e uno di questi era particolarmente corpulento.

Aprii quello per prima.

Mi ricordai che era quello in cima alla pila, come se fosse stato consultato ripetutamente.

Non recava una data.

Era contrassegnato con la parola "Nox" e il punto di domanda.

C'erano diversi rapporti da Basi diverse e punti di vista differenti, ma in sostanza dicevano sempre la stessa cosa.

I Ribelli che stavano seguendo o i potenziali interessati erano spariti e non si riuscivano più a ritrovarli.

Alcune versioni variavano anche con traditori della B.L.C. che da un giorno all'altro sembravano scomparsi nel nulla.

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