15. Intrappolati

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Con la mano sinistra giocherellava con una specie di penna dorata con un cristallo ad una estremità, sull'altra danzavano delle fiammelle.

«Come sei riuscito a superare i sistemi di sicurezza e rubare il Flash?!» chiese Jo con rabbia.

«Cosa? Questo giocattolino qui?» e alzó la penna. La finta innocenza trasudava nelle parole. «Sai, non era protetta tanto bene, è bastato un po' di fumo e quelli mi hanno scambiato per uno di loro solo perchè sono vestito completamente di nero» aggiunse con noncuranza.

Le mie labbra formarono una "O" stupita.

Era quello il motivo del suo particolare abbigliamento... Lui aveva pensato a tutto.

Una parte di me era veramente ammirata e l'altra, spaventata.

Ero stata in quell'edificio ed era enorme, disorientante e molto protetto. I sistemi di sicurezza erano così rigidi che era pressoché impossibile entrare o uscire senza essere registrati, figuriamoci rubarci.

Ma quel ragazzo ci era riuscito, usando solamente la propria astuzia.

«Se non ti dispiace, mia cara sorella, ora devo concludere un lavoro importante» affermò facendo un altro passo verso di noi, sorridendoci beatamente.

«Non osare» sibiló Jo ponendosi davanti a me, i pugni stretti tanto da sbiancare le nocche.

La ragazza fece un movimento veloce con la mano, creando un turbine d'aria che andò ad abbattersi sugli alberi più vicini al fratello, la neve precipitò sul ragazzo che reagì prontamente con una fiammata.

Indietreggiai intimorita dagli attacchi, inciampando sulla neve e sprofondando in essa.

Quando mi ripresi vidi i due ragazzi muoversi agilmente tra gli alberi.

Gli attacchi erano perlopiù lanciati dalla mia amica.

Un fendente d'aria arrivò a mezzo metro da me, sollevando una quantità smisurata di neve fresca. Ormai ero ricoperta di essa. Attorno a me, il manto uniforme era ormai stato devastato dai turbini della mia amica.

Era assurdo che nonostante fosse notevolmente più veloce di James non riuscisse a prenderlo.

Era come se quel ragazzo non facesse mai mosse superflue, solamente quel tanto che gli impediva di stancarsi ma allo stesso tempo di salvarsi.

Ma Jo si stava notevolmente sforzando e persino io notai che era quasi a corto di fiato.

Troppo arrabbiata per accorgersi di star cadendo in una trappola.

Ad un tratto, James lanciò alcune palle di fuoco ai piedi di Jo che scivolò sulla neve diventata acqua. Sprofondò in un laghetto gelido, immersa nell'improvviso shock.

Presi a correre verso lei, quando James mi placcò da dietro, puntandomi la punta del Flash in faccia con la mano destra.

«Non fare un passo sorellina» disse a Jo che, nel frattempo, si era rialzata fradicia e tremante «altrimenti la tua amichetta dimenticherá come si parla».

Il sussurro di James mi arrivò caldo dietro l'orecchio, eppure mi fece venire i brividi.

Jo digrignò i denti, ma senza nascondere l'allarme negli occhi castani.

Il ragazzo aveva una presa salda che mi impediva di muovermi. Inoltre ero congelata e avevo perso sensibilità negli arti e sul volto.

«Arrenditi James, sarai circondato entro qualche minuto.» arrivò una quarta voce.

Aiden, spuntato dal nulla, si stava avvicinando a Jo.

Allungó una mano verso di lei e la ragazza si asciugò immediatamente, liberandola dell'acqua ghiacciata.

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