30. La verità del nemico

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«Oh, vedo che sei tornato» disse mio padre sorridente appena rientrammo in casa.

«Sì, signor Hunter, abbiamo chiar...»

«Zitto e cammina» gli intimai spingendolo verso le scale.

«A dopo Signor Hunter, sua figlia è impaziente» gridò a mio padre, dalla cima delle scale prima, che lo spingessi in camera mia e richiudessi la porta.

«Cosa pensi di fare?!» gli sibilai contro, incredula della sua faccia tosta.

«Conversazione?» rispose con fare innocente con un'alzata di spalle.

Imprecai sottovoce.

Ispirai ed espirai profondamente per riprendere il controllo di me stessa.

«Dai, mostrami come funzionano queste manette» ordinai. Lui me li mise ai polsi, senza esitazione, accarezzando la mia pelle con delicatezza.

In quel momento infame, sbucò da dietro la porta la testa di mio padre.

«Volete da bere ragazzi?» chiese sorridente. Ma poi il suo sguardo si soffermò sulle mie mani.

«Ehm... Dovrei preoccuparmi?» chiese inarcando le sopracciglia.

«Papà!» esclamai scandalizzata. «Non hai mai sentito che si dovrebbe bussare?!» gli urlai mentre chiudevo di nuovo la porta, questa volta a chiave. Ma non prima che lui gridasse un'imbarazzante: «Precauzioni!»

«Non è quello che pensi!» urlai esasperata in risposta anche se probabilmente non aveva sentito.

Voltandomi trovai James che ridacchiava, decisamente troppo divertito per i miei gusti.

«Lo trovi molto divertente?» gli chiesi con tono offeso e accusatorio.

«Veramente sì, la tua faccia è impagabile» affermò candidamente.

«Ah, sì? Ti informo che non c'è nulla di divertente in tutta questa situazione! Mio padre pensa che siamo qui dentro a fare chissà cosa!» mi agitai gesticolando con le mani ancora bloccate.

«Credo pensi che stiamo facendo sesso» puntualizzò facendomi avvampare.

«Chiudi il becco! Spiegherò a mio padre la mia innocenza in futuro ora dimmi come funziona questa cosa» ordinai tendendo le mani verso di lui.

«Come faccio a spiegartelo se devo chiudere la bocca?» scherzò lui.

«Smettila!» ringhiai.

«Okay okay! Allora, queste manette ricevono gli impulsi che una persona emette quando mente, per esempio avverte l'accelerare del polso o la vibrazione della voce. Questi impulsi vengono trasmessi alla gemma rossa che si illumina» spiegò picchiettando con l'indice la gemma.

Annuii.

«Facciamo una prova, ora ti chiederò qualcosa e tu mentirai» disse stranamente professionale.

«Okay» dissi annuendo ancora.

«Tu mi trovi estremamente affascinante»

Il mio sguardo scattò incredulo verso di lui e

arrossii violentemente, totalmente colta alla sprovvista.

«Ma che razza di domanda è questa?!» esclamai aggirando la domanda.

Dovevo intuirlo che non sarebbe riuscito a stare serio per più di trenta secondi.

«Una semplice domanda che merita una semplice risposta» replicò ammiccando.

«Comunque tu potresti essere un bravissimo bugiardo potendo così ingannare questo coso» aggirai nuovamente.

«Vero, sono un bravissimo bugiardo, ma questo "Reveliometro" è molto sensibile. Persino i migliori vengono scoperti» affermò, indicandosi con gli indici alla parola "migliori".

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