19. Attacco alla scuola

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Una finestra del corridoio implose all'improvviso e qualcuno ruzzolò dentro. Si alzò e si spazzolò il vetro dai vestiti.

«Ahi!» esclamò.

Sembrava che un pezzo di vetro gli si fosse conficcato nel dito.

«La porta principale non ti piaceva?» gli chiesi con sarcasmo alzandomi in piedi di scatto.

«Sai, mi piacciono le entrate in scena» replicò mettendosi un fazzoletto sul dito.

«Aiden! Amico, cos'è quel muso lungo? Non sei felice di vedermi vivo?» continuò sorridente volgendosi ad Aiden ancora seduto.

«Certo che sono contento! Così posso ucciderti io, dopotutto te l'ho promesso, no?» sul volto di Aiden comparve un sorriso privo di gioia che stonava completamente con il suo essere.

Una luce combattiva di era accesa nello sguardo blu e si era diffusa dalla testa per il corpo.

«Non a scuola ragazzi! Ci sono troppe persone!» strillai notando che erano tutti e due pronti a duellare come la volta precedente alla Base5.

«Non dovresti essere contenta che questa noiosa scuola mondana venga polverizzata?» chiese James alzando un sopracciglio.

«Andiamo, è il sogno di ogni stud...»

Aiden attaccò James mentre era distratto, colpendolo con dell'acqua venuta dal bagno.

Il ragazzo sbatté violentemente contro il muro.

Era stato un colpo basso. Ma non potevo preoccuparmi di James, dovevo evacuare la scuola, così attivai il primo allarme antincendio che trovai.

Seguirono degli attimi di silenzio confuso, ma poi in un batter d'occhio ci fu il caos.

***

La folla sciamava verso l'uscita, gli studenti si spingevano a vicenda fregandosene della compostezza delle prove di evacuazione eseguite tempo prima con costanza.

Loro cadevano e strillavano terrorizzati, senza nemmeno sapere la causa di ciò.

Mi nascosi in un bagno per non farmi trascinare dalla marea di gente.

Attesi, con il cuore che mi batteva a mille, guardando le gocce d'acqua perdere dal rubinetto davanti a me.

Quando non sentii più niente, uscii e ritornai sui miei passi con l'intenzione di fermare Aiden e James.

Avevano rovinato la scuola.

Il pavimento del corridoio era inondato, le finestre erano fuse dal fuoco, le pareti erano annerite e mancava un pezzo del soffitto.

James si teneva lo stomaco e perdeva sangue dal naso.

«Oggi sei più agguerrito del solito amico.» disse asciugandosi il sangue con la manica della giacca di pelle. «Mi sorprendi sempre. Devo ammetterlo non mi aspettavo la tua presenza.» sorrise nonostante tutto.

Aiden aveva i vestiti bruciacchiati e un graffio sullo zigomo, sembrava non avesse riscosso alti danni e a prima vista era lui quello in vantaggio.

«Devi lasciare in pace Sophie, non ti permetteremo di portarla dalla Blackwood» dichiarò Aiden con voce ferma.

«Lo sai Ryder che ho sempre eseguito i miei ordini con successo. Ora abbiamo abbiamo il Flash, abbiamo un numero di Ribelli che nemmeno immaginate. Tutti agli ordini di Luogotenenti letali. Ci manca solo lei, ciliegina sulla torta.» affermò con strafottenza nonostante la sua situazione.

«Cosa volete da lei veramente? Sono sicuro che non sia legame familiare»

«E lo vengo a dire proprio a te? Un soldatino di seconda classe?» lo schernì James.

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