Capitolo 30

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Chris

"Wow Chris mi stupisco come tu abbia impiegato  solo 2 ore per capire il tuo errore"
Dice sbattendomi la porta di casa in faccia

Non mi ha dato neanche il tempo di dire "ciao" ma non me ne andrò così mi siedo sul gradino e aspetto.. dopo più di un'ora al freddo decido di fare il giro della casa e quando arrivo nella parte dove c'è la sua finestra la guardo piangere accucciata sul davanzale mentre scrive qualcosa su un diario o quadernino
Si ferma e alza lo sguardo incastrandolo nel mio scende dal davanzale ed esce dal suo piccolo balconcino

"Va via Christian"
Mi dice rientrando

"ASPETTA"
Urlo e la vedo fermarsi di colpo

"Miriam mi dispiace avrei dovuto ascoltarti prima di reagiate così e di dirti quelle cose ti giuro e lo sai che non le penso sei importante per me sei l'unica persona che io abbia mai amato ti scongiuro perdonami"

La vedo rientrare e poco dopo mi raggiunge di sotto con un pacco di salviette umidificate in mano violentemente ne estrae una dal pacchetto buttandolo poi per terra se lo strofina in faccia e poi butta anche quello

"Ecco cosa mia ha fatto tuo cugino ma tu hai così poca fiducia in me che hai preferito sbattermi fuori casa"
Dice facendomi vedere l'enorme livido che ha su metà del volto che prima era coperto dal trucco

"Ah e questo...questo è quello che mia hai fatto tu invece"
Dice alzandosi la maglietta e vedo un livido sulla sua costola per la botta della valigia e quando la vedo così mi cade il mondo sulle spalle e tutte le parole mi muoiono in gola

Mi sento così inutile,un inutile viscido cretino

"Mi dis"

"Cosa Chris ti dispiace? a me no perché va sempre così tu sbagli io subisco e poi te ne esci con un mi dispiace"
Mi urla contro e ha ragione

"Farò di tutto per farmi perdonare credimi"
Le dico sicuro di me con le lacrime agli occhi fa ricadere la maglietta e si gira di spalle scoppiando in un piango soffocato dalle sue mani

La giro e la accolgo nelle mie braccia facendola sfogare

"Sei congelato"
dice porgendomi una delle mie felpe che evidentemente aveva su in camera la indosso e le bacio la fronte

"So che per ora non vorrai perdonarmi ma ricominciamo a piccoli passi okay ora a casa ci sono delle cose tue purché non vieni con me a recuperarle e poi se vuoi ti riaccompagno qui"

Annuisce e prima di riportarla a casa però preferisco farla svagare e voglio sapere cosa è successo con John.
Mi fermo con la macchina proprio difronte al lago dove ci sono state le nostre confessioni sul nostro passato e sul nostro amore

"Voglio sapere cosa è successo con John"
Le dico

"Sta mattina sono andata a fare colazione tu non c'eri e ho notato John rientrare in camera sua così l'ho seguito per parlargli,volevo sapere perché andaste così poco d'accordo e lui mi ha fatto un discorso su cose che fa alla quale tu vai contro e che lui non si accontenta mai se vuole qualcosa che non può avere la prende e basta così li ho capito che avevo fatto un enorme sbaglio ad entrare in quella camera e poi ti lascio all immaginazione"
Mi dice accarezzandosi il livido la vedo ritrarsi nelle sue spalle e tremare leggermente con le mani che prendo e bacio dolcemente

"Ti ha obbligata a fare qualcosa o ti ha solo...solo picchiata"

"Non ci è riuscito sono scappata prima che la sua zip potesse abbassarsi"
Continua tremando

"Ho avuto paura Chris ero terrorizzata ho provato a chiamare tua madre ma non riuscivo a parlare sul volto di John vedevo quello di mio padre e sentivo le sue mani sul mio corpo"
Mi dice liberando le lacrime

"E tutto finito amore mio"
Le dico abbracciandola metto in moto la macchina e la porto per le strade di New York che la rilassano e la fanno sentire a casa.

Guardarla sorridere anche con gli occhioni pieni di lacrime e stupendo

"Aspettami qui piccola"
Le dico facendola girare entro in un negozio di intimo e cerco qualcosa che possa essere perfetto sul suo corpo stupendo

Fin quando non ne trovo uno magnifico
*foto copertina*
Già me lo immagino che aderisce perfettamente alle sue forme solo a pensarci i miei pantaloni diventano così stretti.

Esco dal negozio con la consapevolezza di aver speso i 240€ migliori della mia vita mi guardo intorno non vedendo Miriam il panico si fa spazio nel mio corpo ma poi la vedo sul marciapiede difronte gioire come una bambina con lo zucchero filato in mano ringrazia e paga il signore del carretto ritornando verso di me facendo ritornare quel espressione fredda sul suo visto

"Ti ho preso una cosa"

"Non mi compri con dei regali ma grazie"
Mi dice e scoppio a ridere

"Non ti conviene cacciarlo qui avanti a tutti"

"Christian ma tu hai capito quanto diavolo costano le cose in questo negozio"

"Per te spenderei i milioni"
Mi guarda negli occhi e ritorniamo a camminare provo ad afferrarle la mano ma la vedo che cerca di evitare il mio contatto magari aggiustandosi i capelli così la prendo di forza stringendola nella mia e la sento sbuffare sonoramente

Ci fermiamo in una tavola calda per fare uno spuntino e lei come al solito si prede due pancake con lo sciroppo d'acero e io invece prendo un bel frullato con accompagnato una fetta di torta alle mele

Finiamo di mangiare continuiamo a fare qualche giro di qua e di la comprando qualche maglione o jeans

"Grazie"
Mi dice quando si siede sul sedile della mia macchina con ancora un po' di strafottenza nel suo tono di voce

"Che ne dici andiamo a casa mia?"
Le chiedo

Annuisce e così metto in moto

"Cosa hai fatto a John perché so che qualcosa è successo"
Mi chiede guardandomi le nocche rotte ma mi limito a non rispondere e ad accendere la radio arriviamo a casa mia parcheggio l'auto e entriamo,poco dopo però bussano alla porta e mi ritrovo davanti due agenti del corpo di polizia

"Lei è Christian Patterson?"
Mi chiede uno dei due è io rispondo con un semplice si

"Bene la dichiaro in arresto per atti dove lei ha risolto con estrema violenza come tra le innumerevoli risse a scuola e oggi dove John andrews e Medellín andrews hanno sporto denuncia le sarà permesso di parlare solo tramite un avvocato e potrà uscire sotto cauzione in più entrerà nei corsi d'aiuto per controllare la rabbia"

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