Capitolo 2

2.6K 34 5
                                    

Seguii il riccio fino al suo studio e appena entrai, la luce del sole mi accecò.

Lui notò che mi dava fastidio e abbassò la tapparella.

«Prego, siediti» disse andando a sedersi dietro la scrivania.

Avrei dovuto dirgli che ero io la ragazza in moto? E che differenza avrebbe fatto?

No, non glielo avrei detto.

Lui mi squadrò un attimo e poi prese una cartella.

«Il tuo stage durerà un anno. Sei ancora piccola per iniziare questo lavoro, ma quando avrai il titolo di studio, saprai dove venire» disse leggendo qualche documento.

«Come fai a-» lui mi fermò subito trucidandomi con lo sguardo
«Preferirei che usassi il voi. Con me» disse ed io mi accigliai
«Perchè dovrei usare il voi, se mi stai dando del tu» gli feci notare.

«Mi scusi, ha ragione» disse alzandosi in piedi.

«Comunque, stava dicendo?» mi schiarii la voce
«Come fate a sapere la mia età?» chiesi e lui mi guardò frettoloso.

«Perchè ho qui la vostra scheda e la sto leggendo» ahhh.

Che stupida.

«Giusto» dissi e poi evitai di guardarlo.

Sembrava una persona importante, soprattutto da come l'aveva chiamato la segreteria... Ava.

«22 anni... Come mai avete voluto fare questo stage proprio ora?» mi chiese ed io mi morsi il labbro trovando difficoltà a rispondere.

«Bhe... In effetti... Cioè, perché mi piace, poi ho iniziato l'università a 19 anni, mi manca un ultimo anno per poter lavorare...quindi...» lui mi capì ed evitò di farmi continuare a parlare.

«D'accordo, l'architettura non è un lavoro facile-»
«Ma a me piace» risposi senza neanche farlo finire di parlare.

Poggiò la cartella sulla scrivania e mi rivolse la sua totale attenzione.

«Gradirei non essere interrotto, ragazzina» risi
«Ragzzina? Vi siete visto?» lui alzò un sopracciglio.

«In tutto ciò, non so chi sia lei. Non siete neanche il mio tutor in effetti» dissi e poi mi alzai
«Sono il proprietario di questa struttura, ho fondato io l'azienda, quindi direi di essere il capo. Qui dentro. Però si, in effetti non sono il vostro tutor, potete andare» disse ed io rimasi a bocca aperta.

«Potrei...» deglutii il vuoto
«... Sapere quanti anni avete?» lui alzò un attimo il volto dai suoi documenti.

«26. Vi serve altro?» rimasi a bocca aperta.

26?! COSÌ GIOVANE? No in effetti non molto, ma per questo lavoro cioè...

«Si, volevo chiedere. Come mai mi avete portato qui dopo aver detto alla segreteria di farmi da tutor?»
«Se a voi sto bene io, non mi faccio problemi. Altrimenti tanti saluti» disse e fece un falso sorriso.

«Perchè un superiore, vorrebbe farmi da tutor?» chiesi, anche perché mi sembrava molto strano.

Lui si allontanò con la sedia dalla scrivania per avere spazio e accavallò una gamba.

«Non ho mai visto qualcuno di così giovane qui, quindi volevo seguirvi personalmente, è una cosa seria questa. Non un passa tempo» mi aveva preso per una stupida?

«Per me questa professione, è, una cosa seria. Non mi conoscete quindi non potete fare supposizioni affrettate caro capo» dissi nervosa e lui ghignò.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Where stories live. Discover now