Capitolo 49

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Pov ~Liam~
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Il giorno dopo

Stamattina mi recai in ufficio molto presto per mettere a posto dei progetti.

Ieri sera avevo ricevuto una chiamata importante alla quale avrei dovuto partecipare ad una riunione.

Se tutto fosse andato bene, avrei potuto finalmente realizzare uno dei miei progetti per la terza volta, anche se stavano cercando una nuova struttura per ospitare il sindaco della città.

Appena arrivai, trovai Ava a prendersi le sue ultime cose.

«Buongiorno» dissi e lei mi guardò senza rivolgermi una parola.

Sospirai e decisi di lasciarla in pace.

«Sai, nonostante tutto, mi sono divertita qui» disse ed io mi voltai.

Lei era ancora girata di spalle a raccattare le sue cose.

«A cosa ti stai riferendo» lei afferrò il telefono e poi me lo mostrò.

«A questo» disse ghignando ed io afferrai il cellulare.

Signora Parker
La ringrazio del suo aiuto, non ho più bisogno di lei, adesso è tutto apposto, ho sbagliato a non fidarmi di mia figlia. Cordiali saluti.

Aggrottai la fronte
«E chi sarebbe?» dissi e lei riprese il cellulare.

«Charlotte Parker, ti dice qualcosa?» era la madre di Ashley.

«Allora eri tu che gli passavi le informazioni»
«Bravo, ci sei arrivato finalmente. A dirla tutta non è stato poi così complicato» disse ghignando.

«Ma come hai potuto, questa è violazione della privacy!» dissi
«E tu mi hai usata per uno dei tuoi sporchi piani. Allora Carter, hai ancora qualcosa da dire? È bello giocare con i sentimenti degli altri, vero?» disse ed io feci per controbatte, solo che decisi di rimanere in silenzio.

Aveva ragione, avevo sbagliato anch'io
«Non è finita qui, tu non hai mai capito niente di me e rovinerò la vita sia a te, che a quella mocciosetta» disse e poi se ne andò urtandomi la spalla.

Sospirai e poi diressi al mio ufficio senza farci troppo caso.

Mandai un messaggio alla ricciolina per chiedere come stesse, sia lei che sua madre, era da ieri che gli stava mostrando tutta la città e parve che si stessero divertendo parecchio, nonostante quello che era successo.

Entrai nel mio ufficio e mi misi a lavoro.

Sentii bussare alla porta e alzai il capo
«Avanti» dissi e Grace si palesò nella stanza.

«Non pensavo che stessi qui la domenica mattina» disse
«Ho del lavoro importante da fare e poi penso la stessa cosa di te»
«Mi annoiavo a casa, così sono passata a vedere se fosse tutto apposto. Quei controlli alla porta mi fanno salire proprio i nervi» sorrisi.

«Beh, li dovrai sopportare Grace, come stai?» gli chiesi e lei si sedette alla scrivania.

«Bene e tu?» gli raccontai tutto quello che era successo con Ava.

«Oh, quindi la ragazzina stava rischiando di andarsene per colpa sua» disse ed io annuii.

Si staccò la corrente e ci alzammo entrambi.

«Che succede» disse ed io aprii la porta
«Si è staccata la corrente per tutto l'edificio, sta tranquilla, l'aggiusteranno» dissi e poi accesi la torcia del telefono.

«Signore, c'è stata una scossa di terremoto, dicono che sia stata più forte di ieri» disse uno delle guardie che stazionava fuori l'edificio.

«Ah, ecco perché» dissi e poi ordinai di aspettare che la corrente tornasse, senza che toccassero il contatore.

𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Where stories live. Discover now