Capitolo 26

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«Volevo parlarti» mi disse ed io mi sedetti poggiando le mani sulle ginocchia.

«Ti servo ancora per qualcos'altro?» chiesi e lui sospirò.

«Volevo chiederti di ritornare al rapporto professionale che avevamo» ma stava scherzando
«Non ho mai voluto nient'altro con te» mentii.

«Bene...» c'era qualcos'altro che voleva dirmi.

«Ma non sono sicura di continuare lo stage» dissi
«Ma come, e il lavoro che hai sempre voluto fare? Metti da parte tutto quello che è successo e ripartiamo da zero» scossi la testa
«Non riesco a partire da zero adesso!» dissi alzandomi.

Si passò una mano fra i capelli.

«Non sarei dovuta venire con te stasera» continuai
«Lo avresti scoperto comunque, in modi peggiori»
«Grazie del conforto» dissi gesticolando con le mani.

Iniziai a camminare per la stanza.

«Voglio andarmene» continuai
«D'accordo, ti accompagno a casa» disse ed io annuii.

«Non avrei proprio aver avuto niente a che fare con te» lo sentii dire e mi voltai.

«Come?» lui si morse il labbro
«Anche per me è così comunque» dissi
«Non hai capito un cazzo, come al solito tra l'altro» disse
«Non preoccuparti, ho capito benissimo, domani inizierò a cercare un altro appartamento. Lontano da te» dissi puntandogli il dito contro.

«Oh e aspetta che Ava ne venga a conoscenza di quello che fai» dissi e poi sorrisi.

Lui si avvicinò in fretta a me e mi incastrò alla parete del muro.

«Non ti crederebbe mai e l'ho usata solo per arrivare a te» disse
«Quindi hai usato tutti tu? Fammi il favore, non voglio rivederti mai più in tutta la mia vita!»
«E chi pensi che ti proteggerà da tuo cugino? Bene, fa pure! Vattene e prosegui da sola» disse e poi si allontanò da me.

Lo afferrai per la camicia e sta volta feci finire lui contro il muro.

«Stammi a sentire, mi hai manipolata per tutto questo tempo solo per un tuo scopo, quindi non rompermi i coglioni. So cavarmela benissimo anche da sola, non ho bisogno di un fottuto bugiardo e puttaniere come te, ci siamo capiti?» lui sorrise
«Oh ma davvero? Dov'è finita la ragazzina di prima impaurita da suo cugino perché aveva paura che le avrebbe fatto del male? Sei sola a Los Angeles, Miller. Io sono l'unico di cui potresti fidarti al momento» rispose ed io strinsi la presa.

«Dopo quello che hai fatto, mi stai chiedendo di fidarmi di te?» chiesi e lui sospirò.

«Non tutto quello che ho fatto era per arrivare a questo»
«Ah no?  E ti aspetti che io ti creda»
«Non ti ho fatta salire in casa mia per questo mio scopo, non ti ho accompagnata a casa tua per questo, non ho corso sull'autostrada con te per questo, non ti ho dato la mia giacca per questo e soprattutto non ti ho fatta salire sulla mia auto ben due volte. Per. Questo.» specificò ed io aggrottai la fronte.

«E allora perché l'hai fatto» lui non mi rispose e continuò a fissarmi.

«Rispondimi» dissi
«Tu vedi solo il male nelle persone, vero? Chi ti ha fatto del male Ashley?» strabuzzai gli occhi e mi allontanai.

Lui rimase poggiato lì senza muovere un solo muscolo.

«Io in qualche modo ho sempre cercato di aiutarti. Molte volte però ti ho odiata, esisteva solo Amelia nella mia vita e non altre stupide ragazzine, non le ho mai volute» disse scuotendo la testa.

«E con questo che vorresti dire» lui scosse le spalle.

«Non avrai mai una risposta» disse e poi si avvicinò a me.

«Ho stravolto il mio piano per evitare che tu ti facessi male, in fondo non c'entri nulla» disse e poi mi afferrò la mano.

Se la portò al suo petto ed io potei sentire il suo battito accelerato.

Rimanemmo così a fissarci per non seppi quanto tempo e poi mi decisi.

Portai una mano dietro la sua nuca e gli feci abbassare il collo.

Mi alzai in punta di piedi e poi lo baciai.

Non mi ero neanche resa conto di quello che stavo facendo, forse non avrei dovuto, ma perché lui non si scostava?

Con un braccio mi cinse la vita e mi spinse contro di lui.

Lo odiavo.

Appena mi staccai gli fissai per qualche secondo le labbra e poi distolsi lo sguardo.

«Non parli?» mi chiese ed io mi staccai da lui.

«Cosa dovrei dirti?» dissi e lui fece schioccare la lingua sul palato.

«Io non ti odio ricciolina» disse incrociando le braccia al petto
«E ci mancherebbe, io si invece, mi stai altamente sul cazzo» risposi e lui rise
«Allora perché mi hai baciato?» deglutii il vuoto.

Ma se non lo sapevo neanche io, cosa avrei dovuto rispondergli?

«Voglio tornare a casa» dissi e mi sedetti sul divano.

«Tornerai allo stage?» mi chiese ed io scossi la testa.

Sospirai.

Si sedette accanto a me iniziò ad accarezzarmi l'interno della mano.

Quel contatto mi fece rilassare.

«Mio padre è morto quando avevo 9 anni» iniziai a dire e lui non mi fermò, così andai avanti
«Da quel momento mia madre ha avuto difficoltà a portare avanti la casa e me, ho sempre pensato che se io non ci fossi stata forse sarebbe stato più facile per lei. I miei amici si erano allontanati da me e non parlavano mai in mia presenza, mi sono sempre sentita di troppo in tutto quello che facevo... E che faccio. Porto sempre problemi a tutti e-»
«A me non hai mai portato problemi... Certo, sei molto spericolata e sembra che tu non abbia paura di niente ma non ho mai pensato che fossi un peso» disse ed io poggiai la testa contro lo schienale del divano.

«Però mi hai usata, se non ti fossi servita a nulla, magari mi avresti visto come tutti gli altri» dissi e lui non poté far altro che accettare la verità ma scosse la testa.

«Le tue amiche ti vogliono bene no? Cosa t'importa degli altri quando hai qualcuno che finalmente tiene a te?» e aveva ragione.

Annuii.

«Torna allo stage, da adesso prosegui la tua vita e dimenticati di tutto questo. Ormai è una storia più che finita»
«Finchè mio cugino non sarà dietro le sbarre, per te la storia non sarà mai finita» risposi
«Lo so ma che importa, ora so chi è, ho un volto» disse ed io annuii.

«Se vuoi cercare un altro appartamento-»
«Quello mi va bene» dissi e poi tornai composta.

Volevo finire quel discorso.

«Vuoi tornare a casa ora?» mi chiese ed io mi alzai
«Si» dissi e poi uscimmo di lì.

«Ci vediamo più tardi» disse Liam a Grace e lei annuì guardandomi per un'ultima volta.

Entrammo in macchina ed io tirai un profondo respiro.

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𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Where stories live. Discover now