Capitolo 48

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«Michelle, dove sei?» chiesi
«Sto arrivando, ho avuto un piccolo contrattempo»
«Sei sicura che non vuoi che ti venga a prendere? Il parco non è a due passi da casa tua» dissi e all'improvviso la chiamata s'interruppe.

Aggrottai la fronte e provai a richiamare, può darsi che gli era caduta la linea.

Niente, non rispondeva.

Misi subito in moto e corsi a vedere che fine aveva fatto, era strano da parte sua staccare senza dare spiegazioni.

Percorsi tutta la strada fino a casa sua finché non sentii delle urla.

Gli era successo qualcosa.

Parcheggiai la moto e proseguii a piedi, anzi correndo.

«E dai cazzo ma ci vuole ancora tutto questo tempo?»
«Ho detto di no!» era lei.

Mi nascosi dietro al muretto e mi affacciai per sbirciare cosa stava succedendo.

L'avevano accerchiata.

Dovevo chiamare Justin.

Gli mandai un messaggio con mille punti esclamativi e poi senza aspettare una sua risposta, mi alzai e corsi da loro.

«Che cazzo sta succedendo qui eh?» dissi e quando Michelle mi vide, strabuzzò gli occhi.

«E tu chi saresti» disse uno di loro ed io non risposi.

Avevano il suo telefono in mano, ecco perché aveva staccato all'improvviso.

«Senti, non vogliamo problemi, quindi puoi andartene se non vuoi prenderle»
«Lasciatelo stare, lui non c'entra niente» disse Michelle ed io aggrottai la fronte
«Li conosci?» gli chiesi e lei abbassò lo sguardo.

Ma che diamine stava succedendo?

«Va via» disse
«Ma che cazzo stai dicendo, loro-»
«La tua bellissima ragazzina ha dei conti in sospeso con noi, per caso vorresti aiutarla?» disse ironico un altro e poi scoppiarono a ridere.

Ma che aveva combinato?

Mi voltai appena Justin mi mise una mano sulla spalla
«Oh eccone un altro» dissero e Michelle sbuffò.

«Possiamo riparlarne?» chiese poi lei e si voltarono tutti nella sua direzione
«Già ci hai fatto aspettare anni, non ti daremo più tempo, altrimenti ci prenderemo altro, che dici?» lei fece un passo indietro.

«Adesso basta, levatevi dal cazzo»
«AXEL NO!» urlò Michelle ed io e Justin non ci pensammo due volte ad alzare le mani.

Li mettemmo tutti al proprio posto e poi afferrai Michelle, la feci sedere sulla moto e poi ce ne andammo di corsa.

«Ma siete impazziti?» disse
«Mi devi spiegare molte cose tu» dissi e lei fece silenzio.

Guardai Justin, gli si era spaccato il labbro ma per fortuna niente di grave.

Arrivammo in un parchetto piccolo e decidemmo di sostare.

«Fa vedere» dissi a Justin
«Non è niente, lascia stare» disse e poi posò il casco sulla sua moto.

«Allora, mi dici che sta succedendo? Che hai combinato?» chiesi a Michelle e lei sospirò.

Ci sedemmo su una panchina mentre Justin se ne stava seduto sulla moto a smanettare sul cellulare.

«Non devi arrabbiarti» iniziò lei
«Oh, più di così?» dissi e lei sbuffò
«Tre anni fa, mi venne la malsana idea di provare... ecco... uno stupefacente» sgranai gli occhi.

«Erano miei vecchi amici quelli, quando lo provai non avevo soldi con me in realtà e gli promisi che prima o poi glielo avrei pagato... solo che ecco, ancora adesso non ho soldi a sufficienza per pagare quella roba»
«Perchè non me l'hai detto, ti avrei potuta aiutare e poi che cazzo di idee ti vengono, di provare uno stupefacente Michelle!»
«Ho provato di tutto Axel! Ma non sono dipendente da niente, era solo per fare una prova, non fumo, non bevo e non faccio un cazzo. Non so cosa mi fosse passato per la testa!» sospirai e mi mossi il ciuffo nervosamente.

«Quindi vogliono i soldi adesso» lei annuì
«Quanto»
«Che?»
«Qual'è la cifra» dissi e lei si morse il labbro
«Ho preso stupefacenti per una settimana...» sospirò
«...1250»
«CHE?!» lei mi tappò la bocca con una mano
«Quanto hai adesso?» chiese Justin posando il telefono
«500» rispose
«Ma se lì farò aspettare, vorranno anche gli interessi, per questo la cifra è così alta» disse
«Minchia ma quante ne combini» dissi.

Mi alzai e presi il portafoglio per vedere quanto avevo
«No, non voglio che tu mi dia i soldi, non ti azzardare neanche perché tanto non li prendo» disse lei nervosa.

«Sto cercando solo di darti una mano Michelle! Non li rivoglio indietro» dissi.

Nel portafoglio avevo solo 100, i risparmi li avevo a casa, cazzo.

«No, non m'interessa, mi sono messa io in questa situazione e da sola ne devo uscire»
«Non c'è la farai mai ad uscire da sola, sono troppi soldi e per giunta non lavori neanche» disse Justin ed io accordai a pieno con lui.

«È vero, non li rivoglio indietro, voglio solo che tu sia lasciata in pace, inizia a tenere questi» dissi porgendogli i soldi e lei mi fissò la mano e poi scosse la testa.

«Non posso... non posso accettare, è un mio problema» andai vicino a lei e poi gli poggiai le mani sulle spalle
«Non ti sto chiedendo nulla in cambio, voglio solo darti una mano, accetta per una buona volta, fai sempre tutto da sola, non pensi che sia arrivata l'ora di farti aiutare un po'?» dissi
«Mi sento comunque costretta a fare qualcosa» disse
«Allora se proprio devo volere qualcosa in cambio... baciami» non ci pensai due volte e lei sgranò gli occhi.

«Lo sai che sono ancora confusa» disse
«Non m'importa, chissà magari cambi idea» dissi, anche perché l'avrei aspettata per tutta la vita.

Lei sospirò e poi si morse il labbro.

Oscillò lo sguardo tra i miei occhi e le mie labbra e poi afferrò il mio giubbotto di pelle.

Mi baciò ed io inclinai il capo.

Era impacciata ma non m'interessava.

Gli accarezzai una guancia e poi decisi di approfondire il bacio.

Cazzo, era impacciata ma con la lingua non era niente male.

Eppure di ragazze ne avevo baciate.

Ci staccammo e lei voltò il capo, le sue guance diventarono rosse ed io sorrisi.

«Allora, hai cambiato idea?» chiesi e lei roteò gli occhi al cielo.

«Forse» disse
«Comunque tieni questi» dissi e afferrai la sua mano per porgergli le banconote.

Lei sospirò e poi si avvicinò anche Justin
«Sono 200» disse dandogli anche i suoi.

Gli misi una mano sulla spalla
«Ma sei matto» disse lei e Justin si fece indietro per non prenderli.

«Io, a differenza sua...» disse ironico
«...Non voglio nessun favore» disse e poi salì di nuovo in sella.

Io roteai gli occhi.

«Ci si vede e spero che riuscirai ad uscire da questa situazione» disse e poi se ne andò.

«Non dovevate, non volevo questo» disse ed io scossi il capo.

«Che dici se domani inizi a trovare un lavoretto? Anzi, dovrei iniziare a cercarlo anch'io» dissi
«In realtà sto cercando di trovarne uno già da due mesi ormai, ma sono tutti occupati» disse e poi si sedette sulla panchina
«Beh, mai arrendersi, no?» dissi e lei sorrise.

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𝔻𝐨𝐧'𝐭 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐯𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐠𝐞𝐫? 𝐈 𝐲𝐚𝐬.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora