4 // Skate park

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«Fun fact!» disse Charlotte saltellando sui gradini delle scale. La chioma di capelli afro scuri e corti rimbalzò assieme a lei. «Lo sapete che la parola 'cobalto' può derivare dalla stessa parola da cui deriva goblin? La prima ipotesi è cobalto che derivi dal tedesco 'kobalt' cioè 'spirito diabolico' perché è velenoso, la seconda è che si origini dal greco 'kobalos' che significa 'folletto'. E anche 'goblin' viene da 'kobalos'!»

«Fermi tutti» disse Tyler, alzando le braccia. «Non sto capendo, folletti? Goblin? Cobalto? Preferisco i fun fact sulle armi come quella dell'altro giorno. Qual era l'arma che avevi detto?»

«Il kamplian filippino, un'arm-»

«Ah sì! Quello! Bello, molto bello. Ecco, preferisco robe così»

Charlotte mise il broncio. «Anche le etimologie sono interessanti»

Appoggiai una mano sulla spalla della ragazza, rassicurandola. «Non badare a Mister Ruttone»

«Merlin! Il mio soprannome è Merlin!» si lamentò lui.

Roteai gli occhi. «Mago dei rutti, vorrai dire»

«Ruttare è un'arte!» E lo dimostrò subito, beccandosi le nostre occhiatacce più quelle di qualche altro studente che stava scendendo le scale di fianco a noi.

Ci fermammo di fronte al mio armadietto dopo aver salutato con un cenno della testa Thalia e Gregor che stavano chiacchierando lì vicino.

Notai che l'armadietto di fianco al mio era aperto e nascondeva una piccola e fragile figura femminile.

"La ragazza con la vocina debole" pensai. Dovevo scusarmi con lei.

Lasciai che i miei amici si punzecchiassero a vicenda. Bryn stava scrollando Tyler per le spalle mentre Charlotte recitava qualcosa come se dovessero esorcizzarlo. Era posseduto dal gas primordiale, su questo non c'erano dubbi.

Mi avvicinai all'anta aperta dell'armadietto e lasciai che la mia testa fece capolino di lato, potendo vedere finalmente la ragazza.

Sentendosi osservata, lei si girò, spalancò gli occhi e lanciò un urlo acuto. Forse non si aspettava di vedermi lì.

«Ehi, scusa non volevo spaventarti» Anche se non sapevo perché avesse paura. Erano gli occhiali? Oddio, li avevo crepati? O peggio, com'ero conciata? I capelli erano fuori posto? Non avevo fatto facce inquietanti, vero?

Disse qualcosa a bassa voce. Dopo di quella i suoi occhi diventarono lucidi.
Doveva avere la mia età e la mia stessa altezza, ma il suo sguardo era così dolce e innocente che la faceva apparire più piccola.
Si nascondeva sotto la sua chioma castana e liscia, guardandomi con quegli occhietti marroni spaventati.

«Non... non ho sentito» ammisi, avvicinandomi.

Sentendomi troppo vicina, mi spinse indietro, chiuse la porta dell'armadietto e andò via a passo spedito.

«Ma...»

Charlotte mi tese un agguato da dietro. «Uuu che fai? Tentativo fallito di flirtare?»

Arrossii fino alla punta delle orecchie. «COSA?! NO! No no no! Flirtare... Bleah! Toglitelo dalla testa! È che volevo scusarmi con lei ma è fuggita via e non so perché»

«Scusarti con lei?» mi chiese con evidente confusione. «Perché?»

«Perché qualche ora fa l'ho ignorata per sbaglio»

«Oh, capisco. Be' vedo che sei brava a scusarti»

Roteai gli occhi. «Ci stavo provando...»

«Avrai un'altra occasione, tranquilla» disse sorridendo lievemente.

// PARALLEL //Where stories live. Discover now