26 // Il mostro

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// Morgan //

Non ero mai stata così felice di vedere Miss Callagan entrare in classe. Quello voleva dire solo una cosa: normalità. Più o meno.

Nel giro di cinque giorni dalla scomparsa di Bryn erano cambiate molte cose.
La scuola era stata pulita, ispezionata e riaperta.
Nei corridoi, gli armadietti delle vittime della sera di Halloween erano stati decorati con fiori e candele che nessuno, nemmeno gli alunni più depravati, osavano rovinare.

Per quanto riguardava il mio gruppo di amici, adesso eravamo più distanti che mai.

Charlotte, per distrarsi, teneva la testa sui libri tutto il giorno con la scusa che doveva trovare più materiale per i suoi fun facts, e il pomeriggio restava ore ed ore ad allenarsi con Ulegard per padroneggiare al meglio i suoi poteri.
Non era più spaventata dalle sue capacità, ora ne era in perfetto controllo e le avrebbe usate solo in momenti di seria difficoltà e non per le piccolezze quotidiane, anche se ammetteva di usare l'incantesimo dei toast perfetti a colazione.

Invece, Tyler era più cupo dopo che era stato costretto a parlare col padre di Bryn che ora, tra l'altro, non vuole più avere nulla a che fare con noi. Ci incolpa della scomparsa di sua figlia. Non ha tutti i torti, ma non ha nemmeno ragione. Non avevamo potuto fare nulla, Ecate aveva sempre avuto il coltello dalla parte del manico e alla fine aveva ottenuto ciò che voleva.

L'unica cosa che non era cambiata di Tyler era la sua fame, che lo portava a divorare qualsiasi piatto gli venisse messo davanti.

E ogni tanto lo si poteva sentire borbottare qualcosa su Bryn e sul fatto che le avrebbe volentieri portato le brioches avanzate dal bar di suo zio, come era solito fare.

Anche Allison era diversa da quella sera. Forse dirle i miei sospetti su suo fratello non era stata una mossa intelligente. Li avevo allontanati, mi ero intromessa nella sua famiglia e le avevo rovinato la visione perfetta che aveva di suo fratello.
Sapevo quanto fosse difficile per lei fidarsi di qualcuno, specialmente dopo quello che aveva passato.

I suoi genitori erano morti in pessime circostanze, gli Anderson erano tutto ciò che le rimaneva e io le avevo tolto la fiducia verso suo fratello.

Ma lui era il braccio destro di Ecate e se Allison non fosse stata attenta lui l'avrebbe potuta... no, non volevo nemmeno pensare ad un'alternativa simile. Avrei protetto Allison con la mia stessa vita se le circostanze lo avessero richiesto perché... be' perché ormai lei aveva un posto fisso nel mio cuoricino.

Mi voltai verso di lei. Ero felice che si fosse messa accanto a me, al posto di Kate che aveva volentieri fatto cambio per rimanere in fondo all'aula per giocare col telefono o disegnare indisturbata.

«Mor, posso prendere la tua matita?» mi chiese, allungando la mano verso il mio astuccio.

«Certo» risposi, ammirando la sua espressione concentrata.

Il mio astuccio era completamente disordinato, forse avrei dovuto fare qualcosa al riguardo, ma lei... era bellissima.

Quando incrociò il mio sguardo, mi fece la linguaccia. Poi prese una penna e disegnò un cuoricino sul bordo del mio quaderno. «Ora è più bello»

"Tu rendi bella ogni cosa" pensai sorridendo.

Avrei voluto baciarla lì, in quel momento, ignorando i miei compagni e la professoressa Callagan.
Allison era perfetta con quella coda bassa disordinata, con le ciocche scomposte che uscivano da essa, libere si assumere la forma di piccoli archi all'ingiù; e i suoi occhi castani, resi più luminosi dalla luce al neon sopra di noi, erano di una bellezza ipnotica quel giorno.

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