8 // Amiciversario

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Charlotte era assente.

I professori, preoccupati, continuavano a chiedere di lei e se fosse tutto a posto in famiglia.
Non aveva mai fatto un'assenza in tutta la sua carriera scolastica. Persino quando si era slogata una caviglia era venuta a scuola e l'avevamo aiutata ad imparare ad usare le stampelle, Tyler era diventato un esperto ormai con tutte le volte che si era slogato o rotto qualcosa per colpa della sua goffaggine.

Charlotte era andata a fare la denuncia di smarrimento della sua bici alla centrale di polizia. Probabilmente aveva fatto l'identikit di quella donna anche se sinceramente sospettavo che fosse ormai fuori dallo Stato di New York, magari in volo verso qualche posto tranquillo.

Anche se non la vedevamo dalla sera prima, ci mancavano i suoi fun facts e i suoi caldi sorrisi. Senza la sua energia positiva eravamo solo un trio di migliori amici che si faceva qualche linguaccia durante le lezioni di matematica.

«Perché quel muso lungo?»

Alzai lo sguardo sul mio compagno di banco che mi stava punzecchiando il braccio con la matita. Non avevo nemmeno la forza di scompigliare il suo ciuffo corto biondo che si pettinava con precisione millimetrica ogni giorno.

«Greenwood? È strano vederti così» insisté senza smettere di muovere avanti e indietro la matita.

Lo allontanai. «Non sono dell'umore per scherzare, Anderson»

«Va bene» E rimase in silenzio.

Con la coda dell'occhio notai persino un lieve disagio che gli faceva contrarre la mascella ben delineata. Chissà cosa stava frullando nella testa del mio rivale.

«Il ballo d'autunno è la settimana prossima» esordì passandosi nervosamente una mano dietro al collo. «La mia ragazza fa arte del comitato organizzativo, entro domani dovrebbero dare tutte le informazioni necessarie, ma se vuoi un piccolo anticipo posso dirti che è un ballo in maschera. Verrà premiato il costume migliore»

Accennai un sorriso, sapevo dove voleva andare a parare. «Sfida accettata, Anderson»

Lui aggrottò la fronte confuso. «Quale...?»

«Il costume, no? Chi ha il costume migliore vince! Inizio a prepararmene uno degno di Halloween, sarò irriconoscibile. Inizia a tremare, quest'estate ho persino imparato a cucire»

«Questo è tutto da vedere» replicò con un ghigno beffardo. I suoi occhi blu scintillarono dall'emozione. «Ho già in mente il costume con cui vincerò»

Strinsi il pugno destro, minacciando la vita di Tina la matitina. «Vola basso, piccione spennato, è ancora tutto da vedere»

«Piccione spennato? Questo soprannome mi è nuovo. Vinci un punto per l'originalità ma lo perdi perché io non sono un piccione, sono un magnifico falco, il più pericoloso e veloce dei rapaci»

Soffocai una risata. Non era per niente veloce, questo era poco ma sicuro.

Durante le attività pomeridiane quando correvamo come riscaldamento per le partite, lui non andava veloce come gli altri ragazzi né aveva la loro resistenza. Era come me: un po' scarso, col fiato corto e pesante, che si stancava in fretta. Spesso correvamo insieme, tanto avevamo lo stesso ritmo.
Ma quando il professore ci diceva di fare lo scatto finale, partiva la vera gara e vinceva sempre lui.

Non è giusto! Lui aveva le gambe più lunghe delle mie! Ovvio che riusciva a fare più metri in meno tempo!

«La tua matita è richiesta nel banco dietro» riferì Anderson, allungando una mano per prenderla e passarla sull'altro banco.

Gliela prestai a malincuore, tanto non dovevo scrivere nulla. Ma non potevano portarsi il proprio materiale?

Abbassai lo sguardo sul mio quaderno. Quel giorno ero così sovrappensiero che mi ero persa gran parte della spiegazione.
E così ero obbligata a chiedere gli appunti al mio rivale, che in quel momento stava guardando con ardente desiderio la porta dell'aula. Non vedeva di uscire per andare a sbaciucchiarsi con la sua ragazza.

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