LA "ZANZARA"

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Sembra che siano passate due notti ma sono ancora le quattro meno dieci.

Sul corso principale il rumore del camion con gli spazzini agganciati ai sostegni laterali ostacola il mio tentativo di riprendere sonno, osservo attentamente il soffitto anche se al buio non lo vedo e li ascolto mentre parlano ad alta voce, come se fosse mattino inoltrato.

L'estate è volata via in fretta portando con sé le chiassose rondini che hanno ormai abbandonato i nidi costruiti nelle fessure sopra i nostri balconi, finalmente sul pavimento non ci saranno più i loro escrementi fastidiosi e difficili da eliminare se non con tentativi disperati, come fa mia madre che lancia secchiate d'acqua bollente rischiando ogni volta di bagnare i passanti.

Chiudo gli occhi, allargo le narici e mi pare ancora di respirare l'odore che in questi giorni scivola taciturno in paese, mi ossigeno di vendemmia, i tini già trasudano mosto di qualità. In una piccola cittadina gli odori sono vitali, non possiamo farne a meno.

Come non rinunceremmo mai al rito festoso della salsa fatta in casa.

Tra poche ore saranno tutti in piena attività: gioiose famiglie che, mischiate fra loro, ogni anno onorano l'autunno preparando una scorta esagerata di bottiglie per l'inverno che non tarderà ad arrivare.

I pomodori viaggeranno per le nostre strade in cassette di legno su trattori, Bedford e qualsiasi altro mezzo che abbia un cofano capiente, come la Renault 6, che rimane la regina delle macchine tuttofare. Quintali di San Marzano verranno scaricati in luoghi di fortuna: androni, garage e cantine sono luoghi in cui ci si adatta in paese, mentre le palazzine di campagna sono le più ricercate, chi ha la fortuna di preparare le conserve all'aperto è davvero privilegiato.

È proprio qui che nel fine settimana schiere di donne si affaccendano con entusiasmo prodigandosi nel lavoro femminile più aggregante con mariti che per una volta sono costretti a tacere avvertendo un insolito senso d'inferiorità verso l'altro sesso.

Si schiacciano pomodori,

si bollono,

si lavora duramente,

si canta,

poi si cucina

e si pranza tutti insieme su ripiani costruiti al momento con lunghe tavole che solitamente usano i muratori.

E sì, quando si ha a che fare con gente del Sud, il cibo acquista sempre il ruolo più importante.

Focaccine o panzerotti ripieni di pomodoro e mozzarella sono i più consumati, vengono fritti in olio extravergine dalla matrona di turno che in ogni famiglia è costantemente al centro dell'organizzazione! Sempre perfetta, attenta che non si crei confusione tra madri e bambini sguinzagliati allo sbaraglio, liberi di godersi un giorno in aperta campagna come fossero scimmie poco ammaestrate scappatate dallo zoo di Fasano. Del resto la posta in palio è troppo alta, la salsa da preparare condirà piatti di pasta a tutta Palagiano per un anno interoe il sugo con involtini di cavallo darà certamente soddisfazione durante le gustose "scarpette" con pane fresco, bianco, a forma di treccia.

A dire la verità, anche per quest'anno noi nella palazzina siamo già stati a lungo. Gran parte della calda stagione appena trascorsa l'abbiamo vissuta nella Conca D'Oro dove l'intera famiglia si trasferisce per aiutare il capofamiglia nei faticosi lavori estivi fin dai primissimi giorni di Giugno.

E' una tradizione già collaudata. La nostra è una lunga storia che si protrae da generazioni.

Dopo la guerra al nonno fu assegnato dallo Stato un terreno dalla Riforma Fondiaria composto da cinque ettari, una palazzina di  centotrenta metri quadri, un pollaio, un forno e una stalla. Qualche anno dopo mio padre riuscì a riscattare l'intera proprietà e con il prezioso aiuto di mia madre, iniziarono, alla fine degli anni '50, un processo lento e faticoso di riconversione del terreno poco fertile situato inizialmente al centro di una palude tra rospi e animali striscianti che pullulavano la zona. Quanto lavoro!

TANTA VOGLIA DI LEIМесто, где живут истории. Откройте их для себя