TANTA VOGLIA DI LEI

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Cado in un insolito attacco di panico, ho l'ansia, mi sono innervosito così tanto che prenderei a pugni chiunque.

Meglio calmarsi, potrebbe finire come la storia di Pippa Vecchia e della pipa fatta saltare in aria.

Ho voglia di ascoltare musica, decido di non tornare a casa e di sprofondare sul divano di Radio Studio Alpha; nella stanza di fronte Paolo sta già trasmettendo musica revival, da Peppino Di Capri a Peppino Gagliardi, e quando lancia il disco di Claudio Villa mi viene un violento urto di vomito che freno solo pensando a un bel pezzo dei Credence; non sopporto la musica anni '60 versione italiana, al contrario delle mamme che si sintonizzano da casa prima di uscire per la spesa quotidiana, mentre rifanno i letti dei figli che finalmente sono sistemati a scuola e che daranno loro un po' di respiro.

Le canzoni del decennio passato fanno riaffiorare ricordi della loro gioventù, non vedono l'ora di ascoltarle, come ogni mattina, e poterle cantare sognando a occhi aperti di essere sul palco di Sanremo,con Mina e Alberto Lupo come conduttori, circondate da fiori profumati e pubblico dell'Ariston in delirio.

Accendo il sintonizzatore radio posto all'angolo dell'ingresso a fianco al divano, cambio canale e sbircio la selezione della spietata concorrente Onda Attiva.

Armando sta trasmettendo musica napoletana, Mario Merola, "O Zappatore". No, piuttosto mi flagello!

Su Antenna Jonica ascolto un rauco singhiozzo continuo, probabilmente non sono riusciti a trovare nessuno per mettere dischi, la puntina gira e rigira sempre sull'ultimo solco e di sicuro la bobina che trasmette musica registrata si è inceppata!

Vado oltre con la manopola, spio Radio Sirio di Castellaneta che invece opta per i lisci. Ma che musica è?

La mia giornata è iniziata male, spengo tutto e cerco di risolvere un cruci puzzle della "Settimana Enigmistica" fermandomi alla parola "MERAVIGLIOSO" che non riesco a trovare!

La mattina in radio non c'è nessuno, tutti a scuola o a lavorare e alle dieci finalmente Paolo annuncia la fine del programma revival. Parla così in fretta al microfono che difficilmente a casa avranno capito cosa ha detto.

Manda la pubblicità della salumeria da "Lia", famosa per il cacio fresco che arriva ogni mattina dalla Masseria di Mottola e inizia a bestemmiare una decina di santi sparsi nel calendario.

Deve correre nella piccola officina di riparazione radio-tv per aggiustare un televisore in bianco e nero a Tommaso il Guappo e magnifica con ironia Tanino che non può dargli il cambio. Il suo collega è in campagna ad arare con il frangizolle, aveva promesso che sarebbe arrivato in tempo, giusto un paio di ore per eliminare un po' di erbacce dall'agrumeto e allora Paolo s'infuria in una escalation che muta a ogni secondo, San Lazzaro è il suo santo preferito.

Respiro forte, dentro, senza farmene accorgere, l'occasione è allettante.

Respiro più forte, l'occasione è unica. Devo farmi coraggio.

No, meglio di no.

Sì, forse sì...

Fermo l'ossigeno e vomito solo quattro sillabe:

«Ci... so... no... io...».

Non mi escono altre parole. Sono stato breve ma conciso.

L'osservo mentre lui mi scruta senza guardarmi, come se fossi trasparente, la sua mente si è persa alla ricerca di chissà quali pensieri. Prende tempo e intanto mi guarda fisso negli occhi, mi sta esaminando, sta valutando; o la regia nelle mani di un pivello, cioè io, o le furie del cliente.

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