Capitolo 8

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Andai in camera mia e mi buttai sul letto, c'era solo una cosa che potevo fare quando ero depressa, ovvero parlarne con Wolly, il mio delfino di peluche che era stranamente ricoperto di peli -era anche stranamente rosa, ma magari era la versione shiny-. Lo guardai nei suoi grandi occhi di vetro, «cosa devo fare?» gli chiesi, non so bene nemmeno io a cosa mi riferissi, perché diciamocelo chiaramente non c'era qualcosa che andava male: mia madre pensava che Soro fosse il mio fidanzato, il mio ragazzo non sapeva che fingevo di stare con Soro, il mio ragazzo era il migliore amico di Soro, la mia migliore amica era la sorella del mio ragazzo, io e Soro eravamo nella stessa classe, Soro era il mio vicino di casa, bastava eliminare Soro e tutti i problemi si sarebbero risolti, Wolly non voleva esporsi troppo sull'omicidio, non approvava le maniere forti, era il più cauto del trio, ma stavolta anche Archimede, che era appena entrato in stanza con un sonoro miagolio di disapprovazione, si dichiarava pacifista, insomma tutti contro di me! Il problema è che Soro aveva qualcosa che conquistava chi gli stava intorno, saranno stati i capelli così apparentemente morbidi, sarà stata quella mascella squadrata o quegli zigomi scolpiti, saranno stati i suoi occhi castani e lucenti o il suo sorriso persuasivo, sarà stato perché sembrava che Venere stessa fosse scesa in Terra per rimodellare ogni parte del suo corpo, ma ovunque lui passasse si creava ammirazione.
Ma io ero diversa, io l'avevo conosciuto da piccolo, quando La Bellezza sembrava averlo preso a schiaffi. Prima il suo viso era paffuto, ma lui era dolce e sincero, lo si vedeva da lontano: i suoi occhi erano sempre allegri e il suo sorriso metallico era abbagliante, ora che era cambiato invece, in lui vedevo solo un splendido guscio vuoto.
Ma gli occhi di Wolly, solo ora notavo che suonava un po' swag, mi suggerivano di dargli un'altra possibilità e Archimede sembrava d'accordo, saltò sul letto e strofinò la testa sulla mia mano in cerca di coccole. Lanciai il pupazzo sulla scrivania e con un sospiro mi buttai sul letto, il mio grasso gatto rossiccio non perse tempo a sdraiarsi sulla mia pancia, gli diedi un bacio sul suo piccolo nasino nero e iniziai a coccolarlo distrattamente.
In fondo non poteva essere così male, conoscevo Francesca moto bene e se Federico le piaceva voleva dire che sotto sotto aveva qualcosa di buono, altrimenti nemmeno Mattia apprezzerebbe la sua presenza.
"Oh, Mattia!" pensai, non ci eravamo sentiti in questi giorni e io dovevo sapere se poteva uscire questo fine settimana. Mi alzai di scatto facendo cadere il gatto che scappò via spaventato, era un codardo, cercai dentro la borsa il telefono e gli scrissi un messaggio.
«Sabato al mare?» aggiunsi un bel cuoricino rosso ed inviai.
La sua risposta non tardò ad arrivare: «Avevo un impegno con Fede, ti dà fastidio se viene anche lui» "si, parecchio", sarebbe dovuta essere la mia risposta, ma per avere una relazione funzionante bisogna fare dei sacrifici, così decisi di sacrificare la mia pazienza per passare un po' di tempo con il mio bellissimo ragazzo.
«Okay...» usavo sempre i tre puntini quando mi seccava dargli la risposta che gli stavo dando, come "hai ragione tu...", ti stai sbagliando di grosso; "fa come vuoi..." fa come voglio io; "okay..." ma anche mai! Così aveva un piccolo aiuto ad interpretare il mio linguaggio, ma non capì.
«Benone, glielo dico subito» mise anche un emoji sorridente, sorridente! Come gli era venuto in mente! Ci avrei dovuto pensare due volte prima di dargli messaggi in codice su una questione così importante, cosa non si fa per amore!
Non potei non pensare ad appena due giorni fa quando eravamo al mare insieme, ci pensai e ripensai per trovare un qualsiasi difetto della giornata, ma in fondo mi ero divertita era stata una bella giornata, nonostante Federico fosse con noi.
In fondo tutto quello che sapevo di lui erano voci: figurati se si era davvero fatto tutte le ragazze di quarta e quinta liceo! Probabilmente se avessi girato un pochino di più per la scuola avrei anche trovato flotte intere di ragazzi più affascinanti ed interessanti di lui! E poi non poteva essere di certo vero che aveva picchiato un tizio nel bar perché stava baciando la sua ragazza. Una sola storia tra tutte era vera, io l'avevo sentita con le mie orecchie e sapevo che non poteva essere più triste di così, forse è da quel giorno che è cambiato, in effetti poi ci siamo via via allontanati, perché io non sapevo come dovevo comportarmi con lui, magari se l'avessi saputo ora saremmo ancora amici, magari anche di più.
Come se avesse sentito le orecchie fischiargli, bussò alla finestra della mia camera. Lo guardai interdetta, cosa ci faceva qui?
Finsi di non averlo notato, anche se dopo l'occhiataccia che gli avevo lanciato era difficile crederci, ma lui non si arrese e, non so se avete mai visto The Big Bang Theory, ma riprese a bussare come faceva il mitico Sheldon, non riuscii a non aprirgli, non se bussava in quel modo!
«Buonasera» disse dandomi un bacio a stampo sulle labbra e superandomi come se niente fosse. Rimasi interdetta, probabilmente con un'aria da catatonica, poi scossi la testa per riprendermi dallo shock e mi girai verso di lui.
«Cosa significa questo?» gli chiesi, lui era sdraiato sul mio letto, teneva le braccia incrociate dietro la testa e la maglietta era leggermente sollevata, lasciando intravedere la cosiddetta "V" sexy.
«Fingevo di essere il tuo ragazzo» sorrise.
«Mia madre non è qui. Non devi fingere!».
Fece spallucce e poi con un tono a dir poco irritante disse: «Non fingere che non ti sia piaciuto»
Che cosa?! Avevo sentito bene? Aveva detto proprio così? Mi venne voglia di ucciderlo, dalle mie parti si dice "mi sta salendo il crimine", ma io non ero così grezza da dire certe cose, sebbene in quest'occasione era l'unica cosa che riuscii a pensare. Divenni rossa per la rabbia, ma cercai di trattenermi dal saltargli addosso e mi passai nervosa una mano dietro il collo.
Ed io che volevo vedere i lati positivi.
«Cosa vuoi?» gli chiesi a denti stretti, sollevò di nuovo le spalle, con quel fare irritante di chi sa esattamente che sta per dire una cosa fastidiosa, ma vuole farlo "senza offesa".
«Sei divertente, mi stavo annoiando e ho pensato che qui avrei trovato risate gratuite» cosa avevo appena detto?
Saltai sul letto con una furia disumana e mi gettai su di lui con le mani in direzione del collo, ma lui mi fermò e mi capovolse spostandosi sopra di me, avevo le gambe avvinghiate al suo corpo e lui mi teneva le mani bloccate sopra la testa. Iniziammo a baciarci, un bacio pieno di passione e pura adrenalina. E proprio mentre lui iniziava a sfilarmi la maglietta mi sentii chiamare.

Autrice: ecco il nuovo capitolo, cortissimo e noiosissimo, perdonatemi ma sono state due settimane pesanti e non sono riuscita a scrivere niente se non questa cosa.
A breve il nuovo capitolo, Adios 💕

Il Migliore Amico Del Mio RagazzoWhere stories live. Discover now