Capitolo 33

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POV Federico

Uscii dal bagno e raggiunsi gli altri nella camera di Francesca. La bionda era estesa sul letto e sembrava mezza morta, aveva una pessima cera e continuava a parlava a vanvera tra uno sbadiglio e l'altro.
«Federicooo» biascicò con la voce impastata dall'alcol mentre mi puntava un dito contro, Matt e Sarà si girarono verso di me, notando solo in quel momento che ero lì. Erano seduti l'uno accanto all'altra, lui le cingeva le spalle con un braccio e lei teneva la testa poggiata nell'incavo del suo collo, alcune ciocche di capelli le ricadevano sugli occhi e non faceva nulla per toglierle.
«Sì, sono io» le risposi abbozzando un sorriso affettuoso e sedendomi vicino a lei su una sedia accanto al letto. Cercavo di guardare lei, lei e solo lei, perché guardare Sara tra le braccia del mio migliore amico mi faceva male, fin troppo. Non avrei mai creduto possibile soffrire così tanto per una stupida ed infantile cotta, eppure era così, come un pugnale che infilzava il cuore, era un dolore molto più fisico che emotivo.
«Si è tolta la macchia?» chiese però lei, costringendomi a guardarla, o almeno a provarci. Ritrassi subito lo sguardo quando incrociai i suoi occhi, ancora in imbarazzo per la scena di poco prima.
Mi schiarii la voce prima di parlare, altrimenti ero certo che le parole mi si sarebbero bloccate in gola. «Più o meno» risposi rimanendo vago.

«Sentite, io devo andare a controllare cosa combinano quelle bestie» disse Matt, scostando i capelli dal viso della sua ragazza e dandole un bacio sulla fronte. «Tu vieni con me? Ti stanno cercando per una certa rivincita» mi domandò poi mentre si alzava.
«E lei?» chiesi a mia volta indicando Francesca, cercavo una scusa per restare lì da solo, non avevo più voglia di quella stupida festa, volevo incazzarmi con me stesso e mandare a fanculo i miei sentimenti, volevo deprimermi e non volevo vederli insieme.
«Resto io con Fra'» mi rispose Sara con un sorriso, per un attimo spostai lo sguardo verso di lei, ma ecco che di nuovo i suoi occhi scuri e brillanti mi mandavano in tilt il cervello.
«No. Dovresti stare con Matt, le faccio compagnia io» mi offrii, neanche stare da solo con il biondo mi sembrava una buona idea, non quando avevo l'istinto di saltargli a dosso e ucciderlo di botte. No, decisamente no. Quel giorno Francesca era l'unica di cui sopportavo la vista.
Lei annuii e raggiunse Matt che stava già uscendo dalla camera. «Se ci sono problemi chiamami» disse prima di chiudere la porta e sparire. L'avrei voluta richiamare subito indietro e dirle che c'erano davvero troppi problemi, che il problema era il suo sorriso, che il problema era il modo in cui mi guardava o la sua bellezza che mi toglieva il fiato, ma sapevo di non poterlo fare.
Il problema è che la amo.

La bionda stesa sul letto davanti a me mugugnò e si arrotolò nelle coperte rosa, sorridendo debolmente mentre mi guardava con uno sguardo indecifrabile.
«Direi che oggi hai proprio esagerato» borbottai tra me e me con un filo di voce, guardandola dispiaciuto. Lei fece segno di sì con la testa e rise.
«Sai che sei proprio figo?» biascicò allungando la sua mano delicata sul mio ginocchio, la guardai interdetto e gliela strinsi tra le mie, era fredda.
«Lo so, Francesca, sono davvero figo, eppure non basta» mormorai sistemandole i capelli che ricoprivano il suo viso dolce, lei annuì comprensiva e sospirò.
Chiuse gli occhi e capii che si stava per addormentare, considerando quanto aveva bevuto non mi sarei stupito per nulla. Ciò che mi stupì, invece, fu che lei non aveva proprio voglia di dormire, preferiva parlare a vanvera di cose che non sapeva, o forse sì.
«Sara è simpatica, le voglio bene» mormorò. «Tu pensi che sia simpatica?» mi chiese poi.
Di certo non si poteva trattare di una domanda a trabocchetto, non con quella quantità di alcol nel corpo. «Sì» risposi, stringendomi nelle spalle con disinteresse.
«Ed è bella, vero?» volle sapere ancora.
La guardai incuriosito e lei sorrise enigmatica, mi chiesi se quelle domande fossero mirate e se lei volesse portare quella conversazione lì dov'è quella stava andando a finire, o se fosse solo un caso. Ma diamine, era ubriaca, le persone ubriache non fanno domande con uno scopo.
«Ho visto di meglio» le dissi, facendola ridere di nuovo.
«Bugiardo» mi accusò tra una risata e l'altra, già, quella era una bugia bella e buona. «Lei ti piace?» domandò e poi, con una sicurezza spiazzante, affermò: «Sì, lei ti piace».
«Cosa? No!» sbottai sconvolto. «È assurdo».
«Sara ti piace» rise.
«Non connetti, Franci» la presi in giro, passandomi una mano tra i capelli.
«Ti piace» ripeté ancora.
«No e tu non sai quello che dici».
O forse lo sapeva benissimo, mi squadrò velocemente e per un attimo riuscii a scorgere nel suo sguardo un barlume di lucidità, o forse no, era stata un'impressione. Francesca era sbronza e da sobria lei stessa non avrebbe creduto alle sue parole, avrebbe dato del pazzo a chiunque avrebbe provato a convincerla del contrario.
Francesca è ubriaca, mi dissi, troppo ubriaca per ricordare quello che dice e che sente e io ho bisogno di parlarne a qualcuno che non sia il gatto di Sara che mi guarda dall'altro lato del balcone.

«Forse mi piace, ma solo un po'» ammisi in imbarazzo, lei annuii e sospirò come chi già sapeva tutto.
«Io non ti sono mai piaciuta» biascicò con aria triste, mi dispiaceva vederla così amareggiata, avevo sempre saputo che lei aveva una cotta per me e io non l'avevo mai ricambiata, avevo soltanto usato i suoi sentimenti a mio vantaggio. «Cos'ha lei in più di me?» mi chiese.
Era una bella domanda e non avevo la più pallida idea di quale fosse la risposta giusta. Rimasi in silenzio mentre pensavo a cosa dirle.
«Lei mi fa ridere» dissi poi. «Anche tu sei simpatica, ma lei lo è in modo diverso. Mi fa ridere quando arrossisce imbarazzata dopo aver detto qualche cazzata, hai presente? Ha quella faccia da "ma che cazzo ho appena detto" e "magari non se n'è accorto nessuno", e invece se ne sono accorti tutti, ma lei si morde il labbro sperando nel contrario. È quando lo fa mi fa impazzire».

Francesca mi guardò con gli occhi a cuoricino, ma non disse nulla. Chissà cosa pensava, se fossi stato in lei mi sarei dato dello stupido. Mi sentivo stupido. Parlare dei miei sentimenti ad una ragazza sbronza mi faceva sentire una ragazzina in piena crisi ormonale, e se poi mi ricordavo che la ragazza sbronza era la sorella del ragazzo che era fidanzato con la ragazza che mi piaceva -si capisce quanto la situazione è incasinata leggendo questo giro di parole- allora mi sentivo ancora peggio.
Doveva essere morto anche l'ultimo neurone. .
«Voglio che qualcuno mi ami in questo modo» mormorò chiudendo gli occhi.
«E io vorrei che lei ricambiasse» divisi a mia volta.

Francesca mi guardò confusa, come se ciò che avevo detto non avesse senso. Mi squadrò con attenzione in cerca di qualcosa che tradisse quella che di certo lei pensava essere finta modestia. Ma non era così è quando lo realizzò mi diede un colpo sulla gamba, non ne capii il motivo, ma non doveva esserci per forza, era ubriaca.
«Sai qual è la principale differenza tra un'amica e una migliore amica? No, perché tu sei stupido, ma io, che sono mooolto intelligente, te lo sto per spiegare» esordì con un eccesso di entusiasmo. «Le migliori amiche capiscono subito quando l'altra è innamorata, prima che sia lei a dirglielo e capiscono anche di chi. Le amiche no, sono cieche. Sara non ha mai capito che avevo una cotta per te, lei pensava solo che volessi fare sesso con un ragazzo sexy, ma io ho notato subito il modo in cui ti guardava e il modo in cui ogni volta che ti vedeva passare perdeva il filo del discorso e iniziava a balbettare. So che lei mi vuole bene, ma è distratta» mi spiegò agitando il dito come una saputella che illustra con vanità la sua intelligenza. «Tu le piaci e non so perché sta ancora con Matt, so di averla un po' forzata a farlo, in realtà. Ma l'ho fatto per lui, è mio fratello, non potevo sopportare di vederlo così triste» mormorò affranta.

Già, la capivo. Matt era importante per entrambi e né io né lei sopportavano di vederlo star male, ma era complicato.
«Devi dirglielo Fede, devi dirlo a Matt e poi a Sara, lui capirà, ti vuole bene, ma se non lo fai e lui lo scopre so' cazzi». Lei rise divertita, mentre io deglutivo a disagio.
Non avrei saputo spiegarmi meglio.
Francesca mi disse che era stanca e che non aveva più voglia di parlare dei miei problemi da donna, lì per lì me la presi ma poi mi convinsi che da sobria non l'avrebbe pensata in quel modo. Dandomi dei colpetti amichevoli sulla gamba, aggiunse che ero davvero bellissimo e si girò dall'altro lato del letto. Continuò a biascicare alcune frasi senza senso su me e Sara, sostenendo che saremmo stati una bella coppia e fantasticando sui nostri figli. A quel punto, quando la situazione aveva ormai preso una piega troppo strana, mi alzai dalla sedia e uscii dalla camera.

Non c'era più nessun rumore, nessuno urlava come un pazzo e nessuno imprecava per aver perso una qualche partita, non si sentiva ridere, non si sentiva parlare. Raggiunsi la cucina e vidi Matt e Sarà sdraiati sul divano, abbracciati l'uno all'altra.
Come al solito vederli così uniti mi fece male. Mi si accartocciò lo stomaco, mi si formò un nodo alla gola e sentii il cuore esplodermi nel petto, ma ormai mi ero abituato a quella sensazione. Rimasi fermo sulla porta, non sapevo cosa dire o cosa fare, ma poi Matt si accorse di me e mi chiese di sua sorella.
«Dorme» risposi, stringendomi nelle spalle e provando a ignorare il dolore fisico che provavo in quel momento. Lui sorrise e mi fece posto sul divano.
Mi sedetti accanto a loro e mi costrinsi a non guardare Sara neppure per un secondo, neppure per sapere se lei mi stava guardando, se mi stava sorridendo.
Vederla, sapevo, mi avrebbe fatto star male.

Autrice: ho aggiornato, beh immagino sia inutile dirlo, ma mi andava di ribadirlo perché ormai non ci speravo più nemmeno io.
Mi spiace avervi fatto aspettare così tanto, non ho scuse valide.
Spero, comunque, che il capitolo vi piaccia, se sì come al solito scrivetemelo nei commenti o votate il capitolo, altrimenti pazienza.
Spero di aggiornare più frequentemente ma non vi prometto nulla.
Baci,

-LaBugiarda 💕

Il Migliore Amico Del Mio RagazzoWhere stories live. Discover now