Capitolo 23

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POV Sara
Un'altra noiosa mattinata si prospettava davanti a me, un altro giorno a fingermi una persona che non ero per soddisfare gli altri.
L'ascensore si aprì davanti a me, feci per entrare quando una voce attirò la mia attenziome.
«Aspetta, Sara!» mi chiamò Federico, mi voltai subito verso di lui con un sorriso a trentadue denti.
Lui mi corse in contro fiondandosi nell'ascensore. Grazie Dio!, pensai gettandomi su di lui per abbracciarlo.
«Sei guarito!» esultai, contenta come non mai di vederlo in piedi.
«Già» rispose passandosi una mano tra i capelli con un sorriso imbarazzato, «merito della mia dottoressa» scherzò.
Ero sorpresa che stesse bene, soprattutto considerando che solo ieri aveva la febbre a 38, ma non gli diedi molto peso, finalmente era tornato, non era la stessa cosa senza di lui.
Quando arrivammo a scuola, Mattia e Francesca erano già lì ad aspettarci.
«Hey, bro» lo salutò il biondo, bro, sul serio?, pensai tra me e me alzando un sopracciglio, Francesca ridacchiò e fece una faccia esasperata, anche lei divertita da quell'improbabile nomignolo. Cinque, pugno e pacca sulla spalla, come se fosse passato solo un giorno. La bionda al contrario si slanciò in gesti d'affetto esagerati, in realtà non fece molto di più che abbracciarlo e dargli una bacio sulla guancia, ma vederli così vicini mi fece impazzire di gelosia.
La mia amica era fatta così, per i miei gusti decisamente troppo affettuosa, ma suo fratello non era da meno, e dopo pochi istanti mi abbracciò e mi diede un caldo bacio, la sensazione delle sue labbra sulle mie, però, non mi dava nessuna emozione, il vuoto più totale, ormai non provavo più niente per quel ragazzo.
Quando si separò da me, guardai imbarazzata verso Federico incrociando il suo sguardo esageratamente serio e contrariato.
Per tutto il tragitto avevo sperato che Matt non lo facesse, non davanti al suo amico almeno, magari che si trattenesse per contegno.
Volevo evitare quell'imbarazzo tra me e Fede che inevitabilmente si sarebbe venuto a creare. Dopo tutto quello che era successo tra noi, dopo tutto quello che ancora provavo per lui, come potevo baciate Matt?
«Hey, alla fine hai riconquistato la tua bella» buttò lì Fede, per porre fine al silenzio che si era venuto a creare; il mio cuore esplose a sentire quelle parole, ero contata così poco per lui? Ero stata solo la ragazza che aveva preso in prestito dal suo amico, realizzai subito dopo, me lo sarei dovuta aspettare.
Dunque quegli sguardi, quei sorrisi, tutto quello che mi era sembrato di vedere era stato soltanto il misero frutto della mia immaginazione, un'illusione creata dall'amore che mi aveva resa cieca.
Deglutii amaramente, incassando quel duro colpo e poi abbracciai Matt dandogli un altro bacio e con voce mielosa gli dissi: «Non doveva riconquistarmi. Io sono sempre stata sua», solo io so quanto mi costò dire quelle parole, ma riuscii comunque a fingere alla perfezione un sentimento che non era mio, Fede storse il naso, ma forse era soltanto un'altra illusione prodotta dalla mia fantasia.
La campanella suonò e, arrivati nel piano della nostra classe, salutammo il mio ragazzo prima di entrare in classe.
La prima ora era quella di matematica, così mi sedetti direttamente accanto a Fede sapendo che tanto il professore mi avrebbe chiesto di spostarmi lì.
«Sono sempre stata sua?» disse di punto in bianco con voce acida, sussultai ricordandomi nuovamente di quelle parole e non trovai nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi.
«Oh, scusa, pensavi di contare qualcosa?» dissi infine, ritrovando la mia sfacciataggine al ricordo di come mi aveva miseramente ceduta a Matt, come se fossi un premio.
Lui si ammutolì e mi guardò con rabbia.
Ormai mi era impossibile capirlo, un secondo era in un modo e quello dopo nell'altro, il bipolarismo era una brutta cosa.
«Troia» disse, sfilando il quaderno dallo zaino.
«Come scusa?» sperai di aver sentito male, ma quando vidi che non aveva il coraggio di ripeterlo capii che era esattamente quello che aveva detto. «Ora sarei io la troia? Ma se tutte le ragazze della scuola conoscono ogni centimetro del tuo corpo, fammi il favore! Sei il peggior troio del mondo, non venire a fare la predica a me» mi lamentai a bassa voce per non essere sentita.
«Guarda che non ti stavo facendo nessuna predica, quindi calmati. Primo. Secondo, non sei molto diversa dalle ragazze che critichi quindi smettila di fare la sceneggiata di quella gelosa, se per te era solo sesso non capisco perché per me dovesse essere diverso» sbuffò, scoppiando subito dopo in una risata sommessa.
Ed io che ero felice che fosse tornato.
«Senti chi parla di gelosia» bofonchiai prendendo il quaderno e la penna.
«Non sono geloso» le ultime parole che disse prima di ritirarsi nel suo silenzio.
È geloso, tradussi immediatamente, mi sembrava il tipico comportamento di una ragazzina che vede la sua cotta parlare con qualcuna che non è lei ed io conoscevo bene quel comportamento, dato che per lungo tempo, prima che Matt mi chiedesse di mettermi con lui, non sopportavo l'idea di vederlo circondato da altre bellissime ragazze.
Ma non glielo feci notare, tanto avrebbe comunque negato, immagino che l'orgoglio maschile vietasse di ammettere qualsiasi tipo di gelosia.
Eppure non riuscivo a capirlo.
Era stato lui ad iniziare quella scenetta del "non me frega nulla di te", e ora non poteva davvero essersi arrabbiato per questa cosa.
Me ne sarei dovuta ricordare per le prossime volte: con i ragazzi non si può ragionare.

Autrice: chiedo scusa per il capitolo essenzialmente di merda, ma non sapevo cosa scrivere, con questa storia mi sto un po' arrampicando sugli specchi, spero solo di riuscire a portarla a compimento.
Mi scuso anche per il ritardo e la brevità del capitolo, ma come ho detto non ho idee e, di conseguenza, nemmeno voglia di scrivere.
Ci rivediamo tra non so quanto (spero il prossimo sabato), con un nuovo capitolo possibilmente migliore.
Baci,
-LaBugiarda💕

Il Migliore Amico Del Mio RagazzoWhere stories live. Discover now