Capitolo 29

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«Sai che una volta ho baciato il ragazzo delle consegne?» disse Francesca ridendo istericamente, l'alcol le faceva questo effetto, iniziava a trovare divertente ogni cosa, anche se ammetto che quello un po' lo era. Scoppiai a ridere come una pazza, non mi ero mai ubriacata prima di allora, nemmeno bevevo solitamente, ma stavo iniziando a scoprire che la versione sbronza di Sara era esattamente uguale a quella della bionda che si stava sdraiando per terra accanto a me. La ragazza sollevò la fiaschetta e la poggiò sulle labbra per bere, storse il naso infastidita e la sollevò in aria, scuotendola per far uscire la sua vodka, ma non accadde nulla. «Forse ha sconfitto la gravità» biascicò tra sé e sé -la cosa grave è che ne era davvero convinta- avvicinandola poi agli occhi per guardarci dentro e constatare amaramente che ormai era finita, sbuffò. «Mi annoio» bofonchiò allungando tutte le vocali per poi riprendere nuovamente a ridere immotivatamente, sembrava una bambina in preda a un eccesso di zuccheri.
«Facciamo un gioco» esultai io per tirarle su il morale, effettivamente funzionò perché lei mi guardò subito con gli occhi pieni di speranza. «Se il tizio che ci porta la pizza è biondo lo baci tu, altrimenti io» dissi controllando l'ora sul telefono, ormai non mancava molto alla consegna ed entrambe sapevamo perfettamente che quella pizzeria assumeva soltanto bei ragazzi, strategia di marketing credo, fatto sta che la prima volta che ordinai lì mi ritrovai davanti ad un ispanico dall'accento sensuale e gli occhi azzurri e da quel giorno non smisi mai di ordinare la pizza lì, rimanendo sempre soddisfatta della vista.
Francesca rise di gioia e si gettò su di me per stritolarmi tra le sue braccia, credo dovesse essere un abbraccio, ma se ci avesse viste qualcun altro avrebbe sicuramente pensato a uno strangolamento al fine di uccidere. «Ti voglio bene anch'io» mugugnai tentando di staccarmela di dosso, lei si lasciò cadere sul pavimento e mi guardò negli occhi, cinque secondi dopo stavamo ridendo come due idiote.

Il campanello suonò ed entrambe smettemmo di ridere e corremmo velocemente verso la porta, facendo a gara per vedere chi di noi due sarebbe arrivata per prima.
Non appena aprii l'unica cosa che notai del ragazzo difronte a me furono proprio i suoi capelli castani, così senza esitare lo baciai e, sentendomi ricambiare, mi lasciai trasportare dalle sue labbra esperte. Chiusi gli occhi per godermi quel bacio e solo allora, quando tutto il mondo sparì, mi resi conto di aver già ricevuto milioni di baci come quello, riconobbi il suo sapore e poi l'odore del suo sciampo.
Mi separai da lui di scatto e gli chiusi la porta in faccia.
«Merda» imprecai, mordendomi il labbro per poi voltarmi verso Francesca, non importava quanto fossi brilla, in quel momento mi rendevo conto di tutto, avevo baciato Federico davanti alla sorella del mio ragazzo e ora immaginavo chissà quale reazione da parte della bionda. Ma lei era evidentemente più ubriaca di quanto pensassi, la faccia le divenne tutta rossa mentre tratteneva le risate, ma quando il campanello trillò di nuovo lei non ci riuscì più e iniziò a ridere mentre io aprivo imbarazzata la porta, guardando i miei piedi scalzi sul pavimento nella speranza che lui non potesse notare le mie guance diventare rosse.
«Salve, ragazze, avete ordinato due pizze giganti?» domandò cercando di mantenere un tono normale, tipo quello di un qualunque ragazzo delle consegne. Annuii e gli presi le pizze dalle mani per poggiarle su un mobile lì vicino.
«Sono 10 euro più la mancia» disse, porgendomi la mano per farsi consegnare i soldi.
«Non sapevo che lavorassi come fattorino» farfugliai cercando i soldi nelle tasche dei jeans.
«Mia madre si è fatta licenziare di nuovo» rispose, notai la fatica che gli costò mantenere un tono tranquillo mentre mi spiegava la situazione, non doveva essere facile. «Per la quinta volta in un mese, così mi sono dovuto trovare un altro lavoro» spiegò ancora.
«Un altro?» domandai sorpresa, significava che quello doveva essere già il suo secondo lavoro.
«Lavoro in un bar, non lo sapevi?» chiese lui, scossi la testa e misi 15 euro sul palmo della sua mano, lui non esitò a intascare subito tutto con un gran sorriso. No, non ne avevo idea, non immaginavo neppure che un ragazzo di appena 18 anni potesse trovare il tempo per lavorare, studiare e divertirsi così come faceva lui.
«Quando finisco il turno vado alla festa di Matt, voi ci sarete, vero?» ci invitò, rivolgendo stavolta un sorriso malizioso a Francesca, aveva certamente intuito che era il membro debole del nostro duo, mi sentii comunque rodere dentro dall'invidia, arrabbiandomi subito dopo con me stessa per aver provato quel sentimento, non dovevo amarlo, era sbagliato e dovevo costringermi a vederlo solo come l'amico di infanzia che era, perché per lui io non ero nient'altro.
La ragazza al mio fianco sollevò le braccia con fare entusiasta ed urlò un gran bel "sì" che probabilmente sentirono anche al primo piano.
«No, noi abbiamo il nostro pigiama party» ricordai a Francesca con voce piatta, ero sorpresa dalla sobrietà che ero riuscita a riguadagnare, ora ero in grado di ragionare e di fermare quella folle della mia amica, se così non fosse stato ora starei ridendo ed esultando con lei. La bionda mise il muso e fece gli occhioni da gatto con gli stivali versione pucciosa.
«Ma il nostro è migliore» ghignò lui con sicurezza. C'era sempre quella malizia nel suo sguardo mentre mi sorrideva, sembrava sempre che le sue parole nascondessero qualcos'altro, come se ci fosse sempre un secondo fine e, trattandosi di Federico Soro, il ragazzo che mi aveva illusa e poi tradita appena poche ore prima, ci avrei messo la mano sul fuoco. Lo guardai sprezzante, non gli avrei dato la soddisfazione di accettare il suo invito, e, grazie a tutto l'alcol che avevo in corpo, trovai il coraggio di fargli la linguaccia e chiudergli la porta in faccia senza neppure salutarlo, decisa come non mai a non andare a quel party.
Mi appoggiai con le spalle al legno della porta e per un breve istante credetti di sentire lui fare lo stesso, che follia, se così fosse stato sarebbe sembrata la scena di un film.
Francesca mi guardò con uno strano sorriso sulle labbra e poi, ridendo sotto i baffi, mi informò divertita: «Hai baciato Fede», la guardai confusa, quella non era di certo la reazione che mi sarei aspettata, ma era decisamente migliore di quanto avrei mai sperato. Tirai un sospirò di sollievo.
«Già» confermai sorridendole, mentre anche io iniziavo a vedere il lato esilarante della cosa. «Ho baciato il ragazzo più odioso del pianeta» la corressi poi, Francesca riprese a ridere e il che fece ridere anche me, così pochi istanti dopo ci ritrovammo sedute sul pavimento dell'ingresso a ridere e ridere come due disperate.
«Sapessi quante volte l'ho baciato in realtà» mormorai tra me e me, la bionda neppure mi sentì, per fortuna, le mie parole vennero sopraffatte dal suono stridulo della sua risata da bambina ed io stessa dubitai di averle dette.
«Sara?» mi chiamò poi, la guardai aspettando che continuasse. «Possiamo andare alla festa?» chiese, col senno di poi mi resi conto di quanto fosse stupida e priva di senso quella sua proposta, d'altra parte era stata proprio lei ad intrufolarsi a casa mia perché non voleva stare in mezzo a tutti quei ragazzi, ma ormai il piccolo barlume di lucidità che si era fatto strada quando avevo baciato Fede era di nuovo sparito e le mie decisioni non erano dettate esattamente dalla ragione.
«Certo, sarà divertente» risposi con eccessivo entusiasmo.
Il mattino dopo mi sarei pentita di tutto.

Autrice: okay, ho aggiornato in tempo record per i miei standard, dovete amarmi per questo.
Anyway, fatemi sapere come sempre se il capitolo è di vostro gradimento e sono anche curiosa di sapere cosa vi aspettate dalla festa, quindi commentate mie prodi lettrici!
Baci,

-LaBugiarda 💕

Il Migliore Amico Del Mio RagazzoWhere stories live. Discover now