Capitolo 31

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Due ragazze non possono stare da sole circondate da una decina di ragazzi, è una legge della natura, la scienza stessa lo prova. Tutto quel testosterone concentrato su due sole vittime era troppo e io e Francesca ce ne stavamo rendendo conto molto velocemente.
Ci guardavano come se fossimo state la lasagna al pranzo di Natale, ci passavano sotto lo scanner in ogni secondo e io mi sentivo nuda sotto i loro sguardi vogliosi, ma per fortuna avevo Matt.
Lui mi cingeva le spalle con un braccio mentre mi coccolava con la mano libera, mi dava dei piccoli e dolci baci sulla guancia, vicino alle labbra e si assicurava che io non restassi mai da sola, con me c'era sempre o lui o Francesca, gli altri non si avvicinavano e non ci provavano con me, era come se rispettassero un codice è mai come qual giorno ero felice di essere la sua fidanzata.
Ma in quel momento ero sola, alla mercé dei suoi amici che ora mi guardavano con ancora più insistenza, avrei voluto avere indosso il mio pigiama imbarazzante, quello lo avrebbe allontanati come il DDT con le mosche. Francesca si era sentita male, forse aveva bevuto troppo, e lui l'aveva dovuta accompagnare in bagno,l'avevo odiata per diversi minuti quando lui se n'era andato.
Un ragazzo si era avvicinato, odorava di alcol, fumo e Paco Rabanne, si era seduto accanto a me e con disinvoltura aveva poggiato la sua mano viscida e calda sul mio ginocchio, facendola scivolare lentamente un po' più su. Lo bloccai subito, schifata, e rimisi la sua mano dove doveva stare, ovvero tra le sue gambe, il che lo fece ridere. Alzai gli occhi al cielo, chiedendomi tra quanto sarebbe tornato il mio ragazzo, e quando abbassai nuovamente lo sguardo incrociai quelli brucianti di Fede che mi guardavano insistentemente. Aveva le labbra serrate severità e non sembrava star ascoltando quello che gli diceva il ragazzo davanti a lui, guardava me, me e solo me, mentre stringeva tra le dita un bicchiere. Deglutii a disagio, tra tutti i ragazzi che quella sera mi guardavano con desiderio lui era il peggiore, il  peggiore perché ogni volta che lo scoprivo a osservarmi ero io stessa a volermi tra le due braccia, mentre lui probabilmente mi controllava per conto di Matt. 
Deglutii a disagio quando sentii nuovamente quel ragazzo mettermi le mani a dosso.
«Hey, Leo, una partita a Fifa?» lo chiamò Fede dall'altro lato della stanza.  Il ragazzo mi lanciò un'ultima occhiata, valutando velocemente se valessi più di una partita a Fifa e poi, salutandomi, si alzò e raggiunse il moro, senza neppure notare il modo in cui lo guardava, fiammeggiante di rabbia. Da una parte ero felice che se ne fosse andato, ovvio, ma dall'altra... Era meglio una partita a Fifa? Sul serio?
Mi impegnai a guardare solo il lato positivo e tirai un sospiro di sollievo, mi rilassai un po', ringraziando tra me e me Federico, mi aveva salvata.

«Ti ho portato da bere» disse qualcuno alle mie spalle pochi istanti dopo, mi voltai con un sussulto e davanti a me trovai il viso dolce e sorridente di Matt che mi guardava con amore, mi porse un bicchiere pieno di Coca-Cola, lo ringraziai e gli feci posto sul divano, beandomi della sua protezione. «Qualcuno ti ha dato fastidio mentre non c'ero?» mi chiese, mettendo un braccio attorno alle mie spalle, scossi la testa, mentendo spudoratamente. Non volevo dovergli spiegare tutto, si sarebbe arrabbiato e avrebbe rovinato la festa e poi, chissà, magari sapere che Fede aveva allontanato un ragazzo da me lo avrebbe fatto insospettire. Lui sorrise con serenità e mise al centro tra noi due un piatto pieno di patatine.
Si avvicinò a me e tentò di darmi un bacio sulle labbra, mi voltai di lato senza neppure volerlo, era stato un gesto naturale, e poi, preoccupata da come potesse interpretarlo mi schiarii la voce e gli chiesi come stesse Francesca.
Sbuffò con rammarico. «Bene, adesso, ma non è il massimo che lei stia qui così ubriaca, le ho detto di andare a dormire», annuii e poggiai la testa sulla sua spalla, lasciando che lui mi accarezzasse i capelli.
«Tra quanto andranno via i tuoi amici?» domandai mentre guardavo due di loro che si prendevano a botte scherzosamente, chissà cosa ci trovavano di così divertente.
«Un'oretta o poco più» disse lui con tono rassicurante, peccato che dalla sua risposta non mi sentissi per nulla rassicurata. Mugolai delusa e, dopo aver svuotato con un sorso il mio bicchiere, andai a riempirlo nuovamente. Mentre richiudevo la bottiglia, però, notai qualcosa che mi lasciò a bocca aperta.

Appena vidi Francesca che si abbassava i pantaloni davanti alla TV dove i ragazzi stavano giocando, sgranai gli occhi e chiamai a gran voce Matt, mentre facevo un passo indietro, urtando lo sgabello su cui avevo precedentemente poggiato il mio bicchiere ormai pieno.
In meno di un secondo il mio ragazzo si alzò dal divano, urlando contro la sorella e trascinandola di nuovo in camera sua e in quello stesso istante il mio bicchiere cadde rovinosamente al suolo, schizzando buona parte del suo contenuto sui pantaloni del povero malcapitato che si era avvicinato al tavolo appena poco prima.
Mi sembrò di vedere la scena in slow-motion, mentre le risate di quel branco di idioti facevano da sottofondo musicale.
Chiesi scusa mille volte al ragazzo, non avevo neppure il coraggio di guardarlo in faccia, la Coca-Cola era caduta proprio lì -lì lì-, e l'unica cosa che riuscivo s guardare era il pavimento e le sue scarpe. Dopo essermi presa qualche istante per crogiolarmi nel mio imbarazzo, però, realizzai che quelle scarpe le avevo già viste un milione di volte, delle vecchie Adidas ormai tutte rovinate.
Cazzo. Merda. Porca puttana.

Sollevai lo sguardo di verso di lui, con un sorriso innocente, e lo ritrovai a guardarmi con l'odio negli occhi.
«Oh, Fede, sei tu» tentai, cercando di sembrare disinvolta e sorpresa, la strategia non attecchì.

Matt piombò tra noi due, sembrava non aver neppure notato il suo amico. «Faccio compagnia a Francesca finché non si addormenta» mi avvisò per poi correre prima ancora che potessi rispondergli, gli gridai che lo avrei raggiunto tra un attimo e spinsi Fede dalla parte opposta, verso il bagno, mentre lui imprecava e mi insultava nei modi peggiori.
Ops.

Autrice: finalmente ho aggiornato! Non sembra vero neppure a me.
Questo capitolo l'ho scritto di getto e non l'ho ricontrollato, quindi potrebbe essere pieno di errori di battitura, chiedo venia.
Baci,

-LaBugiarda💕

Il Migliore Amico Del Mio RagazzoWhere stories live. Discover now