Theta - Cane da guardia

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Theta non è sempre stato quello che è adesso.
È stato un ragazzino capace di sorridere, di stare con gli altri e di avere delle connessioni significative. È stato capace di provare delle emozioni vere e complete, di lasciare da parte il suo cinismo e la sua guardia per stare in compagnia di altri.
Theta ha avuto fiducia nelle persone, non tutte, anzi, molte erano già state escluse dal campo della sopportazione. Ma nonostante gli occhi che lo sorvegliavano in modo continuo, le risatine, i commenti, nonostante tutte le scocciature, c'era sempre una persona che considerava al di sopra di lui.
L'unica persona che avrebbe salvato dalla terra bruciata che giorno dopo giorno stava creando.
Non aveva idea di essere stato messo a guardia di oltre cinque persone. Né sapeva di star impedendo che la loro depressione, i loro attacchi di panico e fobie prendessero il sopravvento.
Tutto quello che sapeva era che bastava la sua presenza, un suo sguardo all'esterno. E di colpo giungeva la pace. Osservavano, ma nessuno osava avvicinarsi.
"Gli occhi, gli occhi, gli occhi," poteva sentire a volte, nella sua testa. Non aveva idea di cosa volesse dire. Un commento così estraneo dalla sua voce.
Non doveva nemmeno parlare il più delle volte, solo guardare.
Un cane da guardia, targhetta di metallo al collo. Senza incisioni, rovinata dall'uso, come piaceva a lui. Il contatto del materiale freddo contro il petto gli dava una piacevole sensazione di vitalità.


Finché, un giorno, un pomeriggio invernale nuvoloso, l'aria era tagliente e secca. La persona che considerava superiore a lui parlò, nello spoglio corridoio.
"Non posso fare nulla. Devi vedertela tu."
Theta si era limitato ad accennare un sorriso. Non aveva risposto. Si era diretto verso la sua camera come se niente fosse, con passo normale. Poteva sentire il freddo del pavimento attraversare i calzini. Non gli faceva effetto.
Il silenzio gli faceva compagnia.
Theta sapeva che non sarebbe stato più lo stesso. Adesso era solo. La ragione per resistere se n'era appena andata.
Adesso, c'era solo il tempo.
Qualcosa si era rotto dentro di lui. Non sentiva più niente. Una chiarezza mentale, una purezza si erano fatte largo eliminando qualunque cosa. O quasi.
Cosa rimaneva?
Theta aveva cercato di guardare dentro. Cosa c'era, che cercava di tenere nascosto, che si vergognava di possedere?
L'impulso. Il cuore che batte forte, sentire il sangue scorrere veloce, il gusto della sfida, del testare i limiti, il piacere dell'adrenalina.
Theta aveva deciso di farlo suo. Se quello era il suo dono, lo avrebbe accettato. Lo avrebbe usato.
Più lo rendeva suo, più sentiva una strana felicità, una nuova, fredda energia.
"Non hai completa libertà."
Theta aveva accettato subito come suo il suggerimento. Non aveva più senso porsi domande. Non aveva bisogno di dubbi, non era fatto per pensare. Doveva solo aspettare che qualcuno gli desse una direzione. E lo avrebbe fatto.
Si sentiva bene, come mai prima nella sua esistenza.



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