When Wendigo has a Shadow

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Wendigo ride, Wendigo osserva.
Nel nero tinto di un bianco puro, non è possibile leggere le sue intenzioni.
Il silenzio lo avvolge.


Giusto o sbagliato, Wendigo non riesce a stabilirlo. Disegna diagrammi in aria nella speranza di una soluzione. Un linguaggio che non gli appartiene.
Cancella.
Cosa importa? È tempo di divertirsi.
Il suo tipo di divertimento.
Crede di essere capito. Cosa sono quelle espressioni? Non sembrano felici.
Impara ben presto che non è una reazione desiderabile. Almeno che non la voglia.
Shadow non la vuole.
Shadow piange.
Disprezzabile.


Sempre nascosto nel branco, Wendigo conosce quelli come lui. D'altronde, è nato da loro.
Meglio conoscere i propri contendenti.
Odio, affetto, apprezzamento, rabbia, felicità, tristezza, Wendigo non prova niente se non una fredda apatia.
Gliela farà pagare.
Per Shadow è sbagliato.
Rabbia. Non può capire e lui non può spiegare.
Punta a sopravvivere. Nella catena alimentare il loro posto è molto basso.


Entrambi guardano lo spettacolo: la carcassa deforme di un volatile divorata da vermi guizzanti.
Sangue, vita e interiora in una poltiglia schiacciata. Una fra le tante.
Che fine disdicevole.
Non c'è speranza di cambiamento.


Suo fratello è un'incognita senza soluzione.
Parla quel linguaggio che lui non riesce a capire.
Non è più lo stesso da quel giorno.

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