Letture

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{Da quanto era che non aggiornavamo! Siamo mancati?
Scherzi a parte, torniamo con un nuovo capitolo! Questa volta abbiamo voluto pensare a qualcosa di meno personale e più informativo.


Intanto, abbiamo deciso di condividere il nostro Instagram! Basta che cerchiate @il_collettivo_
Cosa postiamo? In generale, cose più o meno collegate al nostro vivere quotidiano con il DID.
(Se invece foste interessati a vedere nostre creazioni e aggiornamenti sui progetti artistici, cercate @white.kitten.art)
Il sistema intanto è cambiato un bel po'. Tra un evento e l'altro, il conto totale è arrivato a 37 (39?) alter. Siamo sempre una grande famiglia pronta ad aiutarsi a vicenda, ma avevamo bisogno di un periodo per stabilizzarci.}


Il concetto di molteplicità è per forza di cose legato a molti altri. Purtroppo, per chi si approccia all'inizio, la quantità di termini può essere scoraggiante, soprattutto senza nessuno che possa spiegarli.
Per capire appieno la molteplicità, due teorie sono fondamentali a nostro parere: la teoria della dissociazione strutturale e la teoria dell'attaccamento.
Una breve ricerca su Google, senza scomodare libri di psicologia è più che sufficiente per trovare dei riassunti e disegni esplicativi.
La prima teoria spiega come e perché avviene la dissociazione traumatica in tutte le sue espressioni, dal disturbo di derealizzazione e depersonalizzazione, passando per il disturbo post traumatico da stress fino ad arrivare al DID.
È vero che è ancora oggetto di dibattito per alcuni suoi aspetti, ma è la più inclusiva che sia stata creata finora.
La seconda invece è cruciale per capire il ruolo dei caretaker (come possono essere i genitori, per esempio) come fattore di sviluppo di un disturbo dissociativo. In particolare, è importante il concetto di attaccamento disorganizzato.
È importante ricordare che nel DID non sono necessari traumi estremi, ma cronici. Il che vuol dire che anche "solo" un attaccamento instabile può di per sé portare allo sviluppo di un disturbo nello spettro dissociativo, nonché favorire l'insorgenza di molti altri.
Se foste interessati ad approfondire le teorie, i titoli che vi consigliamo sono: "Il primo legame: la teoria dell'attaccamento" di Blaise Pierhumbert, e "La personalità e i suoi disturbi" di Lingiardi.


Riguardo il DID, ci sentiamo di fornire questo sito: did-research.org
Per approfondire il trattamento del suddetto disturbo, esistono le guide linea tradotte in italiano di questo sito, scaricabili gratuitamente: isst-d.org
Si tratta della Società Internazionale per lo Studio del Trauma e della Dissociazione, ed è una guida scritta in termini molto tecnici.
Risulta molto utile poiché descrive da una prospettiva esterna e distaccata sia la fenomenologia di un alter, che le fasi per il trattamento.


Hai invece un disturbo dissociativo e non sai da che parte girarti per trovare qualche pubblicazione rivolta a chi ne soffre? Questi sono alcuni titoli che potrebbero essere di aiuto.
Data la presenza di esercizi di gestione e grounding, possono diventare un valido strumento per affrontare la vita quotidiana, che sia con alter, o parti più o meno definite.
Non si parla di come liberarsi magicamente della molteplicità, ma piuttosto, offrono un approccio improntato alla collaborazione e coesistenza. È trattato anche il tema dell'integrazione, senza che sia visto come unica soluzione.
Non vedono gli alter come un problema, quanto una risorsa con cui collaborare. Nessuno insegnerà a controllarli o assoggettarli in favore di uno solo, perché non sono dinamiche utili ad alcun tipo di trattamento.


~ "La dissociazione traumatica, comprenderla e affrontarla" - Van der Hart, Boon, Steele.
Questo libro è studiato nello specifico per chi soffre di DID o OSDD.
Si pone come manuale da poter essere utilizzato anche con l'aiuto di un terapeuta.
~ "Guarire la frammentazione del sé" - Janina Fisher.
Orientato verso il concetto più ampio di "parti", meno collegato a una specifica diagnosi. Per via del suo approccio, potrebbe essere utile anche per una persona esterna che cerca di avvicinarsi ai problemi di integrazione di identità.
~ "Dear Little Ones" - Jade Miller (lettura disponibile su YouTube dalla stessa autrice).
~ "Got Parts?"
Sempre rivolti a chi ne soffre; il primo cerca di avvicinare le identità bambine di un sistema al concetto di DID/molteplicità, il secondo si propone come guida scritta da sistemi per altri sistemi. Copre pressoché qualunque ambito possa necessitare di suggerimenti, dalla gestione delle relazioni ai flashback e altri aspetti correlati alla parte traumatica della condizione.
L'unica pecca è che entrambi i titoli sono disponibili solo in inglese.
~ "Il corpo accusa il colpo" - Van der Kolk.
Riflette sul concetto di trauma e sull'impatto che questo ha non solo sulla mente, ma il corpo. Interessante l'approccio da molte prospettive e vissuti diversi.
Sono libri abbastanza costosi, ma un ottimo investimento.


Inoltre, per una volta, anche YouTube si rivela una fonte di informazione!
Multiplicity and Me, DissociaDID, Jeremy alternate perspective, Stronghold System, Solar n' Co (OSDD-1b).
Questi canali sono tutti gestiti da sistemi, con video informativi, vlog e altro riguardanti la loro esperienza nel mondo e nella community inglese della molteplicità, incluso parlare con loro amici o familiari quando possibile.
Alcuni sono riusciti a filmare il momento dello switch. (Spoiler: non è drammatico come potreste pensare.)


Per chiunque invece volesse una prospettiva più personale su cosa può comportare questo disturbo. Siamo consapevoli che esistono anche altre pubblicazioni. Abbiamo scelto quelle con cui abbiamo esperienza diretta e riteniamo vere, motivo per cui Sybil è escluso.
Se riusciremo a leggerne altre, la lista verrà certamente aggiornata. Abbiamo un paio di titoli in coda.
"When Rabbit Howls" - Truddi Chase.
"Una stanza piena di gente" - Daniel Keyes.
"All of Me" - Kim Noble.


Infine, parliamo di serie tv. Molti sono i film che in un modo o nell'altro inseriscono il tema della molteplicità o del DID vero e proprio. Noi personalmente ci sentiamo di consigliarne uno solo: United States of Tara.
È l'unico finora a rappresentare il DID in modo che si può definire decente. Certo, è sempre molto esagerato in certi aspetti per renderlo forse più comprensibile.
Ma è l'unico a mettere in luce la contraddizione tra il caos del disturbo e l'apparente funzionamento perfetto con solo alcune pecche qui e lì.


Speriamo che questo capitolo possa avervi dato degli spunti utili, che sia per curiosità, o per sostenere qualcuno.
Il DID è una condizione ancora molto ignorata, sia da chi dovrebbe trattarla che dalla popolazione generale. Avere il DID può fare paura. È frustrante, e portatore di profonda solitudine. Spesso non si hanno termini adatti per descrivere o capire cosa sta succedendo, e comunicarlo a persone importanti diventa un'impresa.
Condividere risorse di diverso livello tecnico a nostro parere diventa fondamentale per abbattere il muro di oscurità e misticismo che ci circonda.

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