Memoria

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La nostra memoria non funziona.
Potremmo finire qui il capitolo.


Nel grande mondo della molteplicità, sappiamo per certo che rientrano i problemi con la memoria. Molti potrebbero pensare che in un sistema le barriere amnestiche siano chiare e ben delimitate, che gli alter siano compartimenti stagni da cui non può uscire niente.
Questi casi sono la rarità. Negli altri, le cose sono più caotiche e può essere presente una sorta di banca dati comune. La banca dati è una storia autobiografica incompleta, a disposizione di tutti.
Può includere informazioni come chi sono i familiari, la casa, la scuola frequentata, il compleanno del corpo. Lo stretto necessario per essere integrati nella società e non avere incidenti eclatanti di amnesia.
Costruire una linea temporale per noi è stato piuttosto difficile.


Per capire cosa di preciso non funziona come in una persona integrata, è necessario guardare la struttura della memoria: breve e lungo termine. Per non annoiare, ci concentreremo sulla seconda e andremo dritti al punto focale della questione.
Quest'ultima è divisa in semantica (uso del linguaggio), episodica (autobiografica e non) e procedurale (legata a come svolgere azioni).
Come si può già immaginare ad essere compromessa è la parte episodica, in particolare autobiografica.
Ovvero, per fare un esempio, siamo tutti in grado di guidare, disegnare, andare in bicicletta; ricordiamo i significati e i concetti delle parole ed eventi importanti a livello mondiale.
Ma la nostra vita? Oh no. È il vero mistero.


La storia della nostra vita è divisa in due grandi parti: quello che è successo dopo la terza superiore, e quello che è successo prima. Non sappiamo perché proprio quell'anno. Non c'è stato niente di significativo in quel periodo e i traumi non sono mai finiti, ma è uno spartiacque.
Tutto quello che è successo prima delle terza superiore è come se non esistesse. E' fuori dalla normale consapevolezza, relegato nei recessi delle nostre menti. Persone, eventi positivi e negativi, traguardi, compleanni, è tutto in quel vuoto.
Lambda scherza dicendo che siamo persone senza passato, ma in buona parte ha ragione. Eppure siamo consapevoli di cosa c'è in quel vuoto, e se proprio vogliamo possiamo tirare fuori quei ricordi.
Com'è possibile?


Ognuno di noi ha un pezzo della storia. Lo stesso evento può essere diviso con facilità fra tre o più di noi. Se vogliamo ricostruirlo appieno, abbiamo bisogno di dialogare e di condividere i dati con gli interessati, in modo più o meno temporaneo. In alternativa, se possibile dobbiamo leggere le menti degli altri e andare a caccia del punto che ci serve. Quest'ultima cosa per essere messa in atto nel nostro sistema richiede una buona dose di fiducia tra identità, e a volte ammettiamo che manca.
Però, ognuno di noi ha la capacità di dissociare e reprimere i propri ricordi. Potrebbe far pensare che allora siano persi per sempre, ma c'è un modo: le storie raccontate da altri.
E' proprio grazie ad amici e familiari in normali conversazioni che ci siamo potuti rendere conto di cosa manca, dove, e dunque ricostruirlo, togliere il blocco della repressione individuale.Ed è così che siamo passati da non sapere nulla sulla nostra vita fino ai 16 anni, a una linea temporale quasi completa. Dissociata, ma in buone condizioni.
Pur avendo condiviso i ricordi, rimangono comunque separati e non è avvenuta nessuna integrazione, come alcuni potrebbero aspettarsi. Questo perché rimane il senso di non appartenenza. Come guardare il racconto di un altro, non c'è connessione, al massimo una reazione. Tutto quello che abbiamo fatto è stato riportare il gruppo nel presente, e spingerci a ragionare in base alla prospettiva attuale, non passata.
Si potrebbe pensare allora che siano ricordi falsi, creati proprio sulla base del bisogno di far quadrare la storia in qualche modo. Distinguere cosa poteva essere vero ci ha dato non pochi problemi, non potendo avere più prove concrete. Poi abbiamo capito la differenza: non è stato come scoprire qualcosa, ma piuttosto un ritrovare qualcosa di già conosciuto. Non c'è nessun senso di novità, nessuna sorpresa. Perché il ricordo è sempre stato preservato in quel modo, solo messo da parte.
Anche se in conclusione si rivelassero falsi, andrebbero comunque considerati e risolti come qualunque altro ricordo. Quello che è importante è l'effetto prodotto sulla psiche, al di là della verità oggettiva. Più vecchi sono i ricordi, più aumentano le motivazioni per cui potrebbero essere stati distorti.
La capacità di avere amnesie reciproche rimane intatta. I nostri sono stratagemmi per aggirare il meccanismo, ma quando necessario, è pronto per essere impiegato.
Quello che è cambiato è che adesso possiamo scegliere. Non è più un fenomeno imposto.
Quando qualcuno decide di escludere gli altri e di tagliare la comunicazione, la sensazione è quella di essere spinti via. All'improvviso si alza un muro, ed è impossibile sentire e capire cosa sta succedendo fuori, e cosa pensa chi è al controllo. Da una parte, è un po' come essere messi a dormire in modo forzato.
A volte però capitano degli incidenti.


Sigma aveva appena trovato posto. Una fila sulla sinistra, vicina a uno schermo supplementare dell'aula. Lambda aveva iniziato a tirare fuori le loro cose: il quaderno, con cui aveva iniziato a litigare visto lo spazio mancante, una penna. Era tutto pronto, se non per gli occhiali. Lambda era ben consapevole di doverli portare con sé, o seguire sarebbe stato impossibile. E non voleva fare come le altre volte. La sera precedente, era sicuro di aver preparato tutto.
Sigma aveva spostato la loro sciarpa sulla gambe, la loro vecchia abitudine. Lambda invece era pronto a mettere gli occhiali. Ma dovette fermarsi, di fronte all'evidenza della custodia vuota.
La guardava con disappunto, come se fosse stato tradito.
"Non è possibile," aveva detto nella sala comune. "Stavolta li ho messi, c'erano! Dove sono finiti gli occhiali?"
"Ah, li hai dimenticati di nuovo!"
Sigma aveva riso. Lambda aveva così iniziato a ripensare alla sera prima. Era più che sicuro, non era possibile. Era stanco, ma non così tanto stanco da non rendersi conto di una cosa del genere.
2 si era avvicinato al caos di pensieri. In silenzio, rendendo nota solo la sua presenza, aveva mandato un'immagine: la loro camera illuminata solo dalla luce della scrivania. Ed eccolo, il riflesso sulle lenti degli occhiali.
In quel momento, Lambda aveva smesso di parlare.
"Sono rimasti sopra i fogli," aveva detto 2, esitante.


Per quanto possiamo condividere i ricordi, anch'essi hanno un modo di presentarsi non proprio usuale. La maggioranza è in terza persona, in qualche modo. Dal vedere il corpo da fuori, da una prospettiva della stanza impossibile, a vederlo come se fossimo accanto, o dietro, più o meno lontani.
È possibile quando qualcuno di noi era in co-coscienza con chiunque fosse fuori. Ai ricordi non sono legate impressioni fisiche o emotive, ma solo una visione, azioni compiute da un'altra persona con supervisione.
Se possibile accedere ai ricordi della persona che stava usando il corpo, ecco che si avrà di nuovo la prospettiva in prima persona. Ma sempre filtrato dalla loro percezione, e non la propria. Questo per noi implica che possiamo vedere una proiezione dell'aspetto dell'identità al comando sul corpo.
Per avere le impressioni emotive o fisiche, sarà necessario che siano condivise. A patto che sia la stessa identità ad avere il ricordo completo, e che non sia spezzato.
Per ragioni di sicurezza, per ridurre l'impatto di certe situazioni, gli eventi possono essere divisi in tre componenti: visive, emotive, fisiche.
Una semplice bruciatura è divisa tra Lambda e Eta. Incidenti di bullismo per essere ricomposti vanno cercati in 13, Theta, Sigma, quella che era Abigail.
In generale abbiamo notato che più è stata prolungata una certa circostanza, più è probabile che salga il numero di persone coinvolte, senza contare alcuni che sono stati attivi prettamente all'interno.

Inoltre, è possibile che ricordi che prima appartenevano a un'identità passino ad un'altra, e che sorgano nuove problematiche. Altrimenti, può capitare che una nuova persona si renda nota solo molto tempo dopo e racconti la sua versione di ricordi già accessibili al gruppo.
Questo ci è successo con ricordi che nonostante tutto continuavano a non avere alcun tipo di componente emotiva o fisica, costringendo a un cambio di opinione anche piuttosto radicale. 
Se già così risulta complicato, bisogna tenere conto che i singoli pezzi possono essere distorti. La dissociazione, una forte reazione emotiva possono andare a intaccare la formazione della traccia mnestica. Il risultato è un segmento confuso in cui capire l'ambientazione, il tempo, potrebbe risultare impossibile. 

In definitiva, siamo persone che stanno continuando a scoprirsi. Tuttora stiamo trovando nuovi membri del collettivo e continuiamo a connettere i pezzi. Nuove immagini, nuove prospettive continuano ad aggiungersi e non sappiamo dire quando avremo il quadro completo. 
Tutto quello che possiamo fare è accettare il materiale che decidiamo di condividere tra di noi e lavorare di conseguenza per toglierne gli effetti negativi, o rallegrarci quando sono ricordi felici. 


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