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"È strano fra, l'amore ci imbarazza"

Untitled- Marracash

Guardo il paesaggio che si muoveva attorno, le nuvole grigie rendevano il tutto ancora più malinconico di quanto dovrebbe essere. Stavo lasciando la mia terra  per esigenza, stavo andando alla ricerca di un futuro migliore. Sapevo che lo stavo facendo per i miei genitori, per renderli orgogliosi di me, anche se forse ciò non sarebbe mai bastato nonostante mi impegnassi al massimo. Stavo andando verso Milano, una città così enorme e piena di possibilità, diversa dal mio piccolo paesino partenopeo. Sentivo già la mancanza di casa, ma sapevo che per crescere definitivamente e avere la vita a cui tanto ambivo dovevo andare via dal quel posto. A ventidue anni, fare questo tipo di scelte è come fare un salto nel vuoto, non saprai mai come ti andrà. Speri solo di non dover correre ai ripari, e allo stesso tempo, speri solo di poter realizzare ciò che per anni hai sempre e solo immaginato.

Il treno arrivò alla stazione di Milano, scesi dal vagone e dopo aver recuperato la valigia iniziai a guardarmi attorno, senza avere la minima idea di cosa dovessi fare e di dove dovessi andare. Mi sentivo così persa e sola, davanti a quel grosso trambusto. Nonostante la insicurezza, si caricò il suo borsone sulla spalla e si avviò verso l'uscita di quella grande stazione.
Il cielo di Milano era grigio, segno che da lì a poco sarebbe incominciato a piovere, e anche che doveva sbrigarsi a trovare l'abitazione che aveva affittato.

Fortunatamente trovò un taxi vuoto e salì al suo interno, indicò il posto in cui si dirigeva e attese ancora per una buona mezz'ora. Nonostante la sua stanchezza si mise a guardare, nuovamente, il panorama che la città dai grossi palazzi grigi aveva da offrire, non vedeva l'ora di poter entrare nel suo appartamento e di potersi sistemare al più presto. Da quanto aveva capito, il quartiere che per un bel po' di tempo gli avrebbe fatto da casa si trovava nella periferia sud di Milano. Nella Barona.
Non sapeva niente di quella zona, non aveva idea di come potesse presentarsi. Aveva paura che tutti i suoi sogni andassero in frantumo, aveva sentito i racconti dei suoi amici che sono stati anni in quelle zone. Parlavano di cose insolite sotto il suo punto di vista, cose che nel suo stesso paese sarebbero oggetto di scandalo e altre cose simili. Per colpa della sua mentalità regressa.

Non aveva mai visto ragazze, della sua età o più grandi unirsi a gruppi di soli uomini e fare cose che facevano solo i ragazzi, anche semplicemente fumarsi una sigaretta o una canna, forse la sua mente era troppo chiusa, per paura delle continue maldicenze che giravano, doveva lasciarsi andare alla movida milanese e fare in modo che tutti questi suoi "pregiudizi" venissero cancellati da una folata di vento. Il timore però che la sua vita "nuova" potesse arrivare alle orecchie sbagliate era sempre una sensazione presente, ma doveva accadere prima o poi, non poteva nascondersi per sempre. Il taxi si fermò, esattamente davanti alla sua palazzina, Ginevra guardò l'alto palazzo grigio e si sorprese dalla quantità di gente che vi abitava.
Aprì la portiera e dopo aver dato dei soldi al tassista, scese assieme alle sue numerose valigie.
Si guardò attorno.
Quarto piano, ricordò. Si avvicinò all'entrata principale del palazzo, entrò all'interno e notò che era tutto ben curato, diversamente da quanto l'apparenza dava all'esterno.

Si avvicinò all'ascensore, premette il pulsante e poco dopo si aprirono le porte, con qualche difficoltà per via dello spazio limitato entrò all'interno.
Schiacciò il tasto del suo piano e salì.
Inaspettatamente l'ascensore si fermò al piano prima del suo, e quando si aprirono le porte, un ragazzo dai capelli scuri e tratti molto diversi da qualsiasi tipo di ragazzo italiano, la fissò. -devi salire?- chiese educatamente -no- rispose lui sbuffando -fanculo prendo le scale- disse allontanandosi velocemente e lasciando la ragazza lì, sorpresa dalla reazione negativa del ragazzo.

Che maleducazione
Pensò innervosita mentre richiudeva le porte dell'ascensore. Finalmente arrivò al suo appartamento, aprì la porta della sua nuova casa e si sentì sollevata. Finalmente poteva riposare.

Untitled|| MarracashWhere stories live. Discover now