cinque

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"Noi, due corpi solo un'ombra"

Untitled- Marracash

Tre mesi dopo...

Ginevra assieme a Tiffany si divertiva in pista, nella mano un drink e di tanto in tanto qualche tiro di erba, quella sostanza che dal primo momento l'aveva stregata.
A Fabio prudevano le mani, tutti quei ragazzi malintenzionati che la guardavano gli davano fastidio, come se temesse che la mora, in quelle condizioni potesse accettare le squallide considerazioni che gli davano.

Troppe volte è riuscito a portarla fuori da quel locale, e in tre mesi non ha fatto altro che accettare in silenzio ciò che Fabio voleva.
Ma sapeva bene che ormai aveva concluso quei suoi momenti di gloria, Ginevra si sarebbe rifiutata e impuntata. Forse non era giusto, ma non sopportava che altre mani potessero toccarla al di fuori delle sue.

-cos'ha bro?- chiese Cosimo affiancando l'amico, che nel frattempo continuava ad avere gli occhi fissi sulle due more.
-niente- rispose come se davvero non gli importasse quella domanda -fra, sono tre mesi che vai avanti così. La ragazza tra poco torna al suo paese per natale, che cazzo vuoi fare?- chiese Cosimo sperando che quelle parole potessero smuoverlo - e quindi? Sicuramente è più sicura di qua- rispose Fabio girando, per la prima volta, lo sguardo verso il suo amico. Cosimo sbuffò -andiamo fra, lo sappiamo tutti che non vuoi solo scoparci con lei. La ami, cazzo ti si legge in faccia. Ora vai, e prendila.- disse indicando la mora che si muoveva sensualmente affianco alla sua amica -cazzo, e se lei non vuole?- disse il moro facendo uscire quel dubbio che lo divorava da molto -ma si, ci provi, anche lei ci tiene a te. Si vede- rispose -ma è ubriaca...- disse sperando che fosse una scusa abbastanza ovvia -sbaglio o gli ubriachi tendono a dire la verità?- rise il moro, l'altro scosse la testa e si alzò -ah e comunque l'hai trasformata in una fattona. Complimenti- rise, Fabio alzò le spalle e si avvicinò a lei.

-ehi, possiamo parlare in privato?- chiese posando le mani sui suoi fianchi, e sentendo che la mora muoveva il suo fisico sul suo. Non sarebbe resistito per molto.
-che c'è, vuoi portarmi a casa forse?- rise -no, voglio parlare..- rispose -e va bene- alzò le spalle e si avviò verso l'uscita prendendo il moro per mano.

Uscirono fuori dal locale, il freddo invernale colpì velocemente i due corpi caldi facendoli raffreddare rapidamente, un brivido passò per la schiena della mora che si strinse nella sua giacca non abbastanza calda per lei.
-ehi, hai freddo?- chiese Fabio vedendo la ragazza che si stringeva nel giubbotto, la mora annuì e lui allargò un braccio, stringendola attorno ad esso.

-cosa volevi dirmi?- chiese mentre iniziarono a camminare lungo il viale del posto, scorgendo lunghe file di auto.
Fabio senti il cuore in gola, il calore iniziò stranamente a pervadergli il corpo, e sospirò. Era la sua unica occasione.

-non sono molto bravo con le parole- rise, mentre la mora lo guardò stupita, non poteva avere detto una cosa del genere -ma non dire stronzate!- rise di buon gusto -sei il miglior rapper in Italia, niente di più niente di meno- alzò le spalle, il moro sorrise, era uno dei pochi complimenti che apprezzava sul serio -comunque, ti dirò, sono tre mesi ormai che ci conosciamo. E visto che so che tra poco dovrai tornare al tuo paese per festeggiare natale, mi piacerebbe dirti un paio di cose.- disse e si fermarono davanti alla macchina di Fabio -vuoi davvero andare a casa?- chiese quasi con voce frustata -no, scema, entriamo, almeno ci scaldiamo- sorrise e aprì l'auto.

Entrarono all'interno e Fabio riprese a parlare -dicevo...mi sono subito trovato molto in sintonia con te, ho subito iniziato a sentire un bene, che era assurdo, qualcosa che non sentivo neanche per mio fratello- rise accompagnato dalla ragazza -inizialmente ho pensato che fosse solo questo, ma in due mesi hai ribaltato tutto. Dal tuo primo tiro di canna, al continuo uscire assieme, allo stare continuamente insieme. Insomma, Ginevra, io non so come si ama. Non so neanche se ti amo, ma so, che mi piacerebbe poter vivere questa cosa.- disse e rimase in silenzio, lasciando che la mora metabolizzasse tutto ciò che aveva appena detto -io...non so che dire...- disse distogliendo lo sguardo dagli occhi di Fabio -non vuoi?- chiese dispiaciuto -no! No! Anzi... mi piacerebbe moltissimo, solo che...non so, non me lo aspettavo- rise imbarazzata per colpa dell'alcool, Fabio sorrise dolcemente a quella vista. Le accarezzò il viso, e nel caldo torpore di quella nuova Audi nera, mentre Milano iniziò ad essere imbiancata da piccoli fiocchi di neve. Si diedero il primo bacio.

Qualcosa di voluto, qualcosa che entrambi sentivano, qualcosa che sembrava così impossibile ma che , in quel momento sembrava quasi irreale. Una volta che finirono il bacio, nessuno dei due disse una parole, non sapevano cosa sarebbe successo dopo. Volevamo solo che quella piccola magia, di quel inverno non finisse mai.
Nessuno dei due aveva certezze sul futuro, temevano entrambi quella enorme ombra che a man mano si avvicinava sempre di più.

Ma in quel momento non era un peso, era solo un pensiero lontano.
-torniamo a casa?- chiese la ragazza sbadigliando -come vuoi- alzò le spalle il moro e mise in moto.

Facendo attenzione alla strada ghiacciata arrivarono a casa, come solitamente succedeva salivano al piano della mora ed arrivarono davanti casa. Entrambi imbarazzati sembravano non volersi separare, finché Ginevra, stanca di quella sua timidezza decise di prendere la sua vita e quel momento in mano.
-entri?- chiese -come vuoi- sorrise ed entrò in casa -scusa il disordine- rise sistamandosi i lunghi capelli in una coda disordinata -io mi vado a cambiare...se vuoi, puoi restare a dormire qua...e potresti andare a prendere il pigiama, almeno stai comodo- disse imbarazzata il moro annuì ed uscì.

Si sentiva una stupida, da quando aveva così tanto coraggio? Ma sentiva che lo doveva fare, lei voleva che Fabio rimanesse con lei per tutta la notte. Aveva bisogno di tenerlo accanto a lei, aveva bisogno di un suo abbraccio. Quella sera, era così particolare che tutto ciò che era accaduto in tre mesi era solo un ricordo lontano.

Fabio invece si sentiva come un ragazzino, da quando andava a dormire a casa di una ragazza. E per lui dormire soltanto era pura follia. Ma con lei era tutto diverso, forse troppo quasi da farlo sentire a disagio.
Ginevra aveva quasi completamente distrutto tutte le sue piccole "abitudini" che a lui stavano bene.
Aveva paura ma nello stesso tempo voleva sperimentare qualcosa di nuovo, e lanciarsi in questo modo gli sembrava la cosa più sensata da fare.

Scese nuovamente al piano sotto e suonò il campanello, Ginevra gli aprì la porta e lui entrò.
Parlarono quasi poco, così, appena Fabio si cambiò e si mise a letto assieme a lei. Fabio la strinse a sé, sentendola per la prima volta sua.
Quella era la sua ragazza.

Si addormentarono così, abbracciati, come se fossero una coppia qualunque.

Untitled|| MarracashWhere stories live. Discover now