trenta

430 15 36
                                    

"Oggi scendere dal letto è andare sul patibolo. Alternare l'euforia con la perdita di stimolo"

Untitled- Marracash

-Martina...- dissi appena il cellulare smise di squillare -che vuoi?- rispose dopo qualche istante di silenzio -aiutami...- continuai, senza precisare né cosa né dove -che? Ma col cazzo!- rispose innervosita, e prima che potesse mettere giù la fermai -Martina, Martina per favore, aiutami.- dissi, lei sospirò -va bene.- rispose

[...]

-ciao Fabio.- disse la ragazza dai capelli mossi, presentandosi davanti alla porta, ancora chiusa, di casa mia -ciao Martina.- risposi, in imbarazzo. Restammo in silenzio, e capì che forse era davvero il caso di dover iniziare a prendere parola. Dovevo rimediare, almeno per quanto mi fosse possibile.

-senti, mi dispiace per ciò che ti ho detto in ospedale, non volevo...sì, insomma, non volevo ferirti, ma devi capirmi in parte- dissi cercando la mia sicurezza, che in quel momento sembrava sparita -non volevo incazzarmi con te.- dissi -ma casualmente l'hai fatto.- disse lei alzando un sopracciglio, sospirai. Non capirò mai perché si doveva trovare delle amiche così impossibili. -mi dispiace, non avrei dovuto lo so, nonostante tu mi stia stata accanto, sia te che Diego, avrei dovuto reagire in un altro modo. Mi dispiace.- dissi -non importa, almeno per il momento. Ma per quanto riguarda Cecilia, fidati, che non ti perdonerò mai.- disse continuando a tenere quel risentimento negli occhi, lo stesso che vidi quando firmai le carte dell'adozione. Annuì, non potevo fare nient'altro.

-hai una faccia peggio del solito.- disse -stai dormendo?- chiese, scossi la testa. Anche volendo, come potrei? -per niente, non faccio altro che rigirarmi, nulla di insolito. Ma sta volta è peggio- dissi e sospirai -tornerà tutto normale, c'è bisogno di tempo. Non puoi fare niente- disse, abbassai lo sguardo e sorrisi amaramente. E' da troppo che non posso fare più nulla. -entriamo?- chiese indicando la porta, guardai le chiavi nella mia mano sinistra. Ero davvero sicuro di fare questo passo? -apro io?- chiese allungando la mano verso la mia, le diedi le chiavi e lei aprì la porta. -okay, ci siamo.- disse entrando, restai per qualche istante sulla porta. Guardando ogni angolo della stanza, dove lei, sembrava aver lasciato sempre qualcosa di suo. I ricordi mi investirono, il cuore iniziò a battere sempre più forte, mentre un nodo alla gola sembrava stesse per soffocarmi -avanti Fabio, non puoi andare avanti così. Devi reagire.- disse la mora tirandomi leggermente per la manica della giacca. Fosse semplice. -quindi...cosa dobbiamo fare?- chiese la ragazza appena arrivammo nel bel mezzo della sala, dove tutto era uguale a quel maledetto giorno.

-fai quello che ritieni giusto, puoi togliere tutto di mezzo...puoi...puoi buttare tutto, darlo in beneficenza...io penso a me. Non ce la faccio a guardare le sue cose...le loro cose.- dissi infilando le mani nelle tasche dei jeans -va bene...come vuoi, non aspettarti che butto tutto. Alcune cose le vorrei tenere, così come immagino, vorresti tenerle anche tu. Vero?- disse, non risposi. Volevo soltanto tornare indietro e riprendermela. L'avrei voluto davvero. -non capisco come tu faccia a essere così...sì, cazzo, stai meglio di me. E non capisco come tu faccia, sembra che tu non ci pensi.- dissi, lei mi guardò -Fabio, vedi, anche io ci sto male. Malissimo, ma se non faccio così, almeno davanti a te, non andremo e non andrai da nessuna parte. Hai bisogno di forza, e anche se non riesco a darla a me stessa, almeno provo con te.- rispose facendomi sorridere leggermente -quindi, sei d'accordo con me? Vuoi tenere qualcosa?- chiese nuovamente

Vorrei tenere tutto di lei, portarlo ovunque, tatuarmi ogni suo oggetto sulla pelle, farlo penetrare nella mia carne, diventare tutt'uno con le sue cose per avere un residuo di lei sempre con me. Una cosa del genere esiste già in questo mondo, l'avevamo fatta insieme. Ma l'ho cacciata via perché l'ha uccisa.

-i suoi dischi.- sorrisi, la sua musica, anche se forse non rispecchia a pieno quello che sono io o quello che piace a me, sono le uniche cose che mi restano -sono nell'ultima colonna a destra della libreria.-

Martina si avvicinò alla libreria alla ricerca dei dischi che ho appena citato. Rimasi fermo a fissare un fiocco rosa, lì, lasciato sul divano. Lo avevo portato io stesso quella maledetta mattina, volevo farle una sorpresa, era l'ultima cosa che ci era rimasta da comprare, nonostante il sesso per noi fosse ancora da scoprire, volevo renderla felice, a sapere che anche io appoggiavo la sua scelta di volere una femmina. Ma l'unica cosa che adesso mi rimane e l'odio, l'odio verso quella bambina, è come odiare una parte di sé stessi. Ed effettivamente era così, odiavo me stesso perché non sono stato capace di restarle affianco, non sono stato capace di farle capire che lei non era da sola, che ero lì assieme a lei, a darle forza, nella speranza che continuasse a vivere per me e anche per lei stessa. Sapevo che mi sentiva, anche se non parlavo esplicitamente. Ma non sono riuscito a dirle niente, per colpa sua. Il suo continuo bisogno di mangiare, di cambiarsi, di addormentarsi, la sua stessa esistenza.

-non vuoi questo album?- chiese portandomi l'album che Ginevra teneva dentro quella stessa libreria, ci sono foto di lei da bambina, e di tutta la sua vita, fino a poco prima. Ci sono anche io in quella piccola parte della sua vita. Ma rivedere quelle foto, di noi felici, non farebbe altro che farmi male. -no, non lo voglio.-

La ragazza tornò indietro, per rimettere nello scatolo quel libro, si riavvicinò alla libreria e fece un sussulto -Fabio....- disse, mi girai lentamente -cosa?- chiesi confuso -se...se non riesci nemmeno te, chiamo Cosimo e gli altri, non è un problema.- dissi capendo la situazione -non è questo, è che cazzo...non me lo aspettavo.- disse, ma cosa? -stavo...stavo guardando dentro a questi cassetti, credevo ci fosse qualcosa di suo ancora...ma...poco dopo ho capito di aver sbagliato, ma ho trovato questo.- disse, non è possibile che fosse ancora lì. Non era possibile. -e l'ho aperta...cazzo, la volevi sposare- disse guardando l'anello che era ancora all'interno della scatola. -perché... perché non gliel'hai chiesto?- colpa di quella persona che dovrebbe essere mia figlia. -volevo chiederglielo dopo la nascita di...sì, di quella. Volevo essere felice, per la prima volta dopo anni.- risposi -ma quando...quando hai deciso di chiederglielo?- chiese

-onestamente nemmeno io so quando precisamente. Forse fin da subito, perché sì, io non ho mai creduto all'amore a prima vista, anzi nemmeno pensavo esistesse l'amore. Ma quando l'ho incontrata in quel maledetto ascensore, sono rimasto fulminato. Poi tutto il resto è venuto da sé. Io ho sempre pensato che lei, fosse fatta per stare nella mia vita, per il suo modo diverso di essere, per il suo accento, il suo sorriso. Forse per un po' tutto. Forse sono stato anche io a voler correre troppo, ma sapevo che se non avessi fatto così. Non sarei andato da nessuna parte, non avrei avuto lei nella mia vita e a quest'ora non starei così, non avrei mai saputo cosa fosse l'amore, non saprei niente. E forse starei chiuso in casa a deprimermi con la mia solita canna.- dissi, e sospirai -l'ho deciso definitivamente due mesi fa. L'ho confessato ad Emi e Cosimo, ed entrambi stavano già stappando le bottiglie di champagne, perché finalmente stavo facendo qualcosa di sensato nella mia vita. Volevo darle l'amore che, in sostanza, né io né lei abbiamo ricevuto.- dissi, Martina rimase in silenzio, -ti prego, ora torniamo a lavoro.- dissi rialzandomi.

Ora fa un po' meno male.





EBBENE SI' QUESTA E' LA FINE. Ma aspettate un attimo, potrei avere in riserbo qualcosa di figo per voi, dovete avere solo pazienza :)

Parto ringraziando voi, che avete letto e supportato questa storia facendola arrivare a 2k, pazzesco. Vi amo. Ringrazio Eleonora Pizzi, che anche se non saprà mai l'esistenza di questo libro, la ringrazio per aver creato il suo libro meraviglioso.

Nel frattempo, seguitemi su "Zorba",  "Senza Cuore & Senza Nome", "Brivido".

Vi voglio bene💙

Untitled|| MarracashWhere stories live. Discover now