nove

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«Se queste frasi non sono abbastanza e manca il titolo. È perché per descriverlo la parola non basta»

Untitled- Marracash

Ginevra si era preso il suo tempo, nel frattempo la sua migliore amica era arrivata a casa sua accompagnata dal fidanzato. -ma quindi?- chiese Martina -dov'è questo ragazzo di cui mi avevi tanto parlato?- chiese sorridendo mentre la mora si sedette sul divano, affianco al suo amico -ecco, dopo quello che è successo, non l'ho più visto. Non so cosa fare...- disse portando le gambe al petto, Martina sospirò -sei proprio una testa di cazzo! Cosa ti aspetti, che venga lui da te? Avanti Gine, fai qualcosa di utile nella tua vita. Ora, esci da casa, e vai da lui.- disse indicando la porta, con decisione e con il tono di una persona che non ammetteva repliche.

La mora guardò la porta, e poi guardò la sua amica. Sì, forse doveva andare a parlare con Fabio. Doveva ringraziarlo. Doveva prendere per mano i suoi sentimenti, e chiarire una volta per tutte quello che c'era tra loro, aveva bisogno di risposte concrete e così sarebbe successo questa  volta. Le avrebbe avute. Non era solita ad avere quei pensieri, ma conosceva il moro e sapeva che se non avrebbe preso questa opportunità al volo, non ne avrebbe avuto altre.

Si alzò sorrise ai suoi due amici, che nel frattempo stavano una nelle braccia dell'altro ed uscì. Corse verso l'ascensore e arrivò al piano di sotto, nella speranza che il moro fosse in casa.

Appena si fermò davanti alla sua porta, un nodo alla gola iniziò a pressare su essa, lo stomaco creava una strana sensazione di adrenalina e paura assieme, non sapeva cosa fare. Le mani le sudavano, l'ansia continuava a farsi sentire, e senza pensarci ancora suonò al campanello del moro. Dall'altra parte della porta, non si sentiva alcun rumore. Ginevra pensò immediatamente di essere stata una stupida, perché era lì? Per confessare i suoi sentimenti, ad una persona che fino a quel momento aveva ignorato? Stava sbagliando, non avrebbe dovuto presentarsi lì. Né tanto meno avrebbe dovuto seguire il suggerimento "folle" della sua migliore amica.

Stava per abbandonare la soglia della porta, quando il rumore di un mazzo di chiavi la fermò, Fabio era in casa, e stava per aprire la porta. Non poteva fare un'altra figuraccia. Così tornò davanti alla porta, il nodo alla gola si fece più pesante, tanto che fece quasi fatica a respirare. La porta si aprì, Fabio aveva i capelli bagnati e stringeva un asciugamano, quando vide la mora si stupì, non aveva idea di cosa ci facesse lì, dopo che era passato tutto quel tempo senza che potesse avere una semplice notizia. 

-ciao Fabio, posso entrare?- chiese intimidita -certo, entra pure.- sorrise spostandosi di lato permettendole di entrare -come mai qua?- chiese incuriosito mentre chiudeva la porta, Ginevra sospirò, si girò per guardarlo e prese parola -innanzi tutto mi spiace di essere scomparsa, ma con Martina e Diego che sono arrivati, quello che è successo con l'altro, non ho avuto tempo per venire da te... e soprattutto per dirti grazie, grazie per tutto.- disse tutto d'un fiato, senza lasciare che Fabio trovasse una risposta adatta. Ma solo una domanda si era posta nella sua testa "se ne stava andando nuovamente?" -non devi ringraziarmi.- disse passandosi l'asciugamano fra i capelli umidi -ma come mai queste parole?- chiese quasi spaventato -perché mi spiaceva per come ti ho trattato. Comunque, volevo dirti una cosa importante.- disse e si avvicinò a lui, rimasero qualche istante a guardarsi negli occhi -mi sono innamorata di te.- confessò continuando a mantenere gli occhi incastrati nei suoi.

Una ragazza così pura, nonostante tutto ciò che le era capitato, si era davvero innamorata di lui?

-no, non è possibile...- disse sconvolto -come non è possibile?- disse in tono infastidito la mora -Ginevra, non puoi amarmi, non sono la persona adatta a te. Non voglio renderti quello che non sei, non voglio che tu faccia qualcosa di sbagliato per colpa mia. Ti prego... non dirmi questo.- disse disperato -ma cazzo, ti rendi conto? Io vengo qua per dirti quello che mi tormenta da mesi, tu che non hai mai lasciato un momento per me, sei sempre nei miei pensieri, mi tratti così? Fanculo Fabio, a me che ho anche ascoltato quello che mi ha detto la testa.- disse la mora immediatamente, e senza attendere la risposta di Fabio lasciò il piccolo appartamento, ormai in lacrime.

Fabio rimase fermo, consapevole di aver appena fatto un errore, come poteva recuperare? Aveva appena "cacciato" la ragazza della sua vita. Era uno stupido, sì, davvero uno stupido.

Untitled|| MarracashWhere stories live. Discover now