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«Sono quello che ti uccide e poi piange per te »

Niente Canzoni D'Amore- Marracash

-Fabio, cos'hai?- chiese Cosimo sedendosi sul divano del suo amico con due birre appena stappate -ma niente, tutto okay- alzò le spalle prendendo la bottiglia di vetro fra le mani magre -davvero?- rise consapevole che non era così -dai Fabio davvero, cos'hai?- chiese mentre il moro iniziò a sentire il nervoso stringergli lo stomaco e rendergli quasi impossibile respirare.

-qualche giorno fa Ginevra è venuta da me- disse evitando lo sguardo del suo amico, che già allora sentiva accusatorio -come sempre- continuò Cosimo portando alle labbra la bottiglia di vetro -si, ma era strana, dopo ciò che era successo con il suo ex, non si era più fatta sentire. E io avevo lasciato scorrere, era pesante la cosa. Poi è arrivata la sua migliore amica e il fidanzato e tutto, e quindi io mi sono anche sentito molto escluso dalla sua vita.- abbassò lo sguardo, sicuro che ciò che sarebbe accaduto dopo sarebbe stata una bella strigliata da parte del suo amico -beh?- chiese interessato -è venuta da me, ma aveva qualcosa nello sguardo. Come se qualcosa non andasse, così ci siamo seduti, e dopo un breve discorso mi ha detto che si è innamorata di me.- disse alzando finalmente lo sguardo in quello del suo amico che era stupefatto -minchia era ora!- disse felice, però, negli occhi grandi del suo amico c'era qualcosa che non andava -Fabio, che cazzo hai fatto?!- disse sicuro che ne avesse combinato un'altra delle sue.

-le ho detto che non era possibile...- disse abbassando lo sguardo, Cosimo rimase zitto -non può amarmi Cosimo, renditi conto di chi sono io! Di chi siamo noi, cosa abbiamo fatto, cosa faremo. E chi siamo.- disse nella speranza che almeno il suo migliore amico potesse appoggiarlo -no frà, hai sbagliato, non posso crederci...una ragazza del genere che si è innamorata di te e tu, come un coglione l'hai mandata via. Non dirmi che c'hai anche scopato- disse Cosimo nella speranza, ma in parte sicuro, che non fosse accaduto -no, tranne qualche bacio, niente. Non sono riuscito ad andare oltre, non volevo farle del male...- disse sospirando e posando la bottiglia di vetro sul tavolino posto davanti al divano.
Cosimo sospirò, era sollevato che almeno non avesse peggiorato la situazione.

-che vuoi fare?- chiese dopo attimi di silenzio -niente Cosimo, non posso fare niente.- disse affranto il ragazzo -ma che cazzo dici!- urlò innervosito Cosimo -Fabio, vedi di andarti a prendere quella ragazza, perché una cosi, nella tua vita non la vedrai mai più.- disse Cosimo puntandogli il dito contro, Fabio rimase in silenzio, sapeva che aveva ragione Cosimo, ma non era sicuro di seguire il suo consiglio -Fabio- disse e il moro alzò lo sguardo -ascoltami. Che cazzo te ne frega di essere famoso, di essere uno stronzo e un complessato- Fabio interruppe il discorso -grazie eh- rise -smettila- disse serio -alza quel culo dal divano e te la vai a prendere- disse indicando la porta -sì, va bene dai- disse alzando gli occhi al cielo con un sorriso sarcastico sulle labbra -frate io non so che dirti- alzò le spalle Cosimo ormai rassegnato -fai come ti pare a questo punto, ma sappi che non ci sarò quando avrai rimorsi- continuò mentre si avvicinava alla porta che aveva indicato in precedenza  -alla prossima frate- lo salutò per poi uscire dal piccolo appartamento e lasciando Fabio da solo.

Si guardò attorno, a quest'ora se le cose fossero andate diversamente, avrebbe Ginevra che gli girava per casa. Sarebbe follemente innamorato è insolitamente sobrio. Ora si ritrovava da solo, con quel macigno sul cuore e quella costante indecisione e insicurezza. Si pentiva di averla cacciata in quel modo, invece di chiarire una volta per tutte quei pensieri che non avevano un filo logico tra loro, ma che quando stavano assieme, prendevano forma. Avevano tutti quanti lo stesso obbiettivo, che puntualmente per la sua sciocca paura di non saper amare una persona, è stato distrutto.
Come porvi rimedio? Voleva raggiungerla nel suo appartamento e chiederle scusa, si era pentito fin dal primo momento di quel gesto. E sapeva forse meglio di lei, che sarebbe tornato. Perché nessuno dei due riusciva a stare lontano dall'altro.

Si alzò dal divano, sospirò e guardò verso la porta. Doveva andare? Doveva restare fermo? Non lo sapeva. La mora gli avrebbe aperto la porta e gliel'avrebbe sbattuta in faccia com'è giusto che sia? Oppure sarebbe rimasta ad ascoltare quelle sue scuse così sentite?

Le parole del suo migliore amico continuavano a echeggiare da una parte all'altra della sua testa. Di una cosa era certo, doveva andare a prendersela. Non poteva lasciarla scappare, non doveva. Si era ammalato di una donna, per la prima volta nella sua vita.

Finalmente si decidette, aprì la porta di casa sua ed uscì. Salì al piano di sopra e sentiva un groppo alla gola. Si chiese se fosse la stessa sensazione che aveva provato anche lei, quel giorno.
Arrivò di fronte alla porta della sua casa, suonò al campanello e attese che venissero ad aprire. Non conosceva la sua migliore amica, ma era pronto a fare a testate pur di vederla.
La porta si aprì, e Fabio fu sollevato quando vide la mora davanti a lui, che lo guardava sorpreso.
-Fabio, che ci fai qua?- chiese, mentre Fabio non sapeva come incominciare il suoi discorso.

Cosa sarebbe accaduto?

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