sette

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Le si stringeva il cuore mentre la madre cercava di darsi le colpe della sua decisione, ma non poteva dire ciò che era accaduto tempo fa con il suo ex fidanzato, non voleva che i genitori soffrissero e non voleva rivelare quei particolari, di cui a pensarci Ginevra si vergognava.
Si chiedeva come aveva fatto a farsi trattare in quel modo, a subire insulti e violenze, senza mai reagire. Poteva mai l'amore rendere così cieca una persona? Si chiedeva spesso, e la risposta la trovava in quei dolorosi ricordi.

-ho fatto qualcosa di male amore? Davvero, se sono stata inopportuna, se magari è colpa di zia Maria, glielo diciamo e...- la mora interruppe la donna -davvero mamma, non hai fatto niente. È che ho le mia amicizie e a Milano e gli avevo promesso di passare il Capodanno assieme- disse sperando di essere convincente, la madre sospirò rassegnata -va bene amore, quando hai fatto dimmelo, avviso papà e andiamo- disse e uscì dalla stanza mentre la mora prese le ultime cose.

Si sentiva sollevata, finalmente ritornava nel posto "sicuro" con la persona che sicuramente l'avrebbe difesa.
Aveva avvisato Fabio, e lui sembrò felice della notizia. Forse non vedeva l'ora che la mora tornasse.

Avvisò la famiglia che la portò in stazione e dopo un veloce saluto salì sul treno. Appena esso partì si sentì sollevata, come se fosse stato tutto un incubo.
Sperava fosse stato solo un incubo.

Dopo quasi cinque ore di viaggio arrivò a Milano, sorrise riconoscendo la stazione, dove era scesa quasi quattro mesi fa. E ora, diversamente dalla prima volta era felice di tornarci.
Cercò con lo sguardo il moro che era venuto a prenderlo, e quando finalmente lo vide gli corse in contro, stringendolo a sé come se non lo vedesse da tempo. Gli era mancato il suo profumo.

-come stai, tutto bene?- chiese posando una mano fredda sulla guancia -sì tutto bene- sorrise guardando quei occhi così grandi e sinceri -andiamo a casa- disse prendendo la valigia della mora -va bene- rispose affiancandosi a lui.
-mi devi spiegare perché tutta questa fretta di tornare- domandò il ragazzo mentre uscivano dalla stazione -ma niente, volevo vedere il Capodanno milanese- rise -avanti, scema, si vede che qualcosa non c'è. Appena torniamo a casa me lo racconti?- chiese il ragazzo mentre l'Audi nera si avvicinava sempre di più.

Ginevra non sapeva se rivelare a Fabio il suo passato, doveva farlo? Si fidava davvero di lui? -sì, va bene- rispose sorridendo mentre apriva la portiera della costosa auto, Fabio sorrise

[...]
Ginevra entrò in casa sua, e tirò un sospiro di sollievo, scaricando tutti quei pensieri che l'avevano attanagliata da prima di partire per Milano.
Sorrise lievemente, e portò la valigia in camera. Fabio che era con lei, rimase fermo, nell'attesa che la mora iniziasse a parlare del suo problema che l'ha condotta in fretta a tornare a casa.

-quindi?- chiese quando esausto di attendere ruppe il silenzio -okay...- sussurrò Ginevra rassegnata -ci sediamo?- chiese indicando il divano posto al centro del piccolo salotto.

I due si sedettero e con molta calma, e attenzione la ragazzi spiegò ogni minimo dettaglio di quel sul passato oscuro.
Fabio l'ascoltava, rapito dal suo modo di raccontarlo e stupito da quanta roba avesse sopportato per amore. Era davvero possibile questa cosa? Si chiedeva mente la ragazza, intimorita continuava il suo racconto.

-quindi avevi paura che potesse presentarsi in casa tua?- chiese -sì, e temo che l'abbia già fatto. Non lo so, sono terrorizzata Fabio...- sussurrò la mora portando le mani al volto, Fabio la guardò, così fragile e impaurita.
Le prese il viso tra le mani e la guardò nei suoi occhi scuri.
-Gine, fidati, non ti farà niente. È difficile che arrivi qua. E poi, quando succederà. Io ci sono, lo sai- sorrise, la mora sorrise e più di qualsiasi altro giorno si sentì felice che nella sua vita fosse entrato Fabio.

Ginevra senza alcuna esitazione posò le labbra sue su quelle di Fabio, che dopo qualche istante di esitazione ricambiò il bacio accarezzando dolcemente i fianchi della ragazza.
In quel momento, fu quasi più consapevole di ciò che era evidente a tutti quanti.
Lui era innamorato. Si sentiva così fragile e allo stesso tempo pronto a fare qualsiasi cosa per lei, si sentiva così sciocco, eppure quella ragazza era così intelligente. Sarà stata questa cosa ad abbattere ogni muro che aveva costruito attorno al suo cuore?

Non se lo sapeva spiegare, ma sapeva, che come ogni cosa bella doveva essere vissuta. E così avrebbe fatto.


Pubblico oggi, perché so bene che domani non avrò la voglia di fare un cazzo, visto che è il mio compleanno. 💙

Untitled|| MarracashWhere stories live. Discover now