venticinque

360 14 39
                                    

-ma smettila Fabio, che stai dicendo!- disse quasi sorpresa dalla mia rivelazione, in tutto questo tempo non ci aveva fatto caso? -non ci devi neanche pensare, almeno finché i miei colleghi non capiscono cosa le sia successo. E poi i bambini non hanno nessun interesse nel distruggere la persona che li sta mettendo al mondo! E' da stupidi anche solo a pensarlo. Sbaglio?- continuò -sì..- dissi, basta, stai zitta. Lei parve capire. -va bene allora, io torno dal quel paziente, vedo se serve ancora qualcosa, passerò quando il mio turno è finito. va bene?- chiese -sì.-

Se ne andò e rimasi nuovamente da solo assieme a Martina e Diego, quest'ultima mi guardava con degli occhi che se avessero potuto uccidermi, lo avrebbero fatto immediatamente. -Fabio, non azzardarti più a fare questi ragionamenti del  cazzo.- disse Martina interrompendo il silenzio -no, ovvio, perché secondo te è normale il fatto che un momento prima è qua con me, e il momento dopo è in quella cazzo di stanza...lottando tra la vita e la morte, che ti devo dire?- risposi alzando le spalle -ma non è di certo colpa della gravidanza!- rispose innervosendosi -ah certo, come no, e allora cosa può essere? Visto che la gravidanza ha sconvolto il suo corpo?- risposi alzando un sopracciglio -ma è una grossa cazzata!- disse Martina -ragazzi, basta. Va bene? Non sappiamo ancora niente, non facciamoci prendere dal nervoso.- intervenne Diego -sì..va bene.- risposi, anche se in quel momento non mi andava per niente bene.

Ma non era né il momento né il luogo adatto per litigare.

Ho bisogno di fumare, ma se dovessi uscire e vengono i medici? Dovrei allontanarmi, no, no no no, non posso allontanarmi, non ora. -Fabio, vuoi qualcosa?- chiese Diego -no, niente.- risposi riprendendomi dal mio stato di trance.

[...]

-signori? Siete i paren...- mi alzai di fretta -come sta?- chiesi -entrate, prego.- disse cortesemente -come sta, ho chiesto!- dissi esasperato, la donna sospiro -la primaria vi sta aspettando, vi spiegherà tutto. Venite.- disse -va bene arriviamo.- disse Martina, facendomi un cenno col capo di seguire la donna.

-dottoressa, i parenti.- disse appena entrammo all'interno dello studio -prego, accomodatevi. Sono la primaria di Ostetricia, il mio collega è il primario di cardiologia.- disse indicando un uomo al suo fianco -come sta?- domandai nuovamente. Perché cazzo non rispondono? -allora, signor Rizzo...abbiamo scoperto che sua moglie.- moglie -è affetta da una sindrome chiamata, sindrome di Brugada. E' un difetto del segnale elettrico delle cellule del cuore, che può scatenarsi durante eventi normali, come un pasto abbondante, o in questo caso, una febbre.- spiegò, rimasi per qualche istante sbigottito, davvero? -esiste una cosa del genere?- dissi -purtroppo sì. Da pochi anni è stato possibile diagnosticarla.- continuò

-ma...io volevo chiedere una cosa...- intervenne Martina -lei è?- chiese la dottoressa -la sorella..- disse, la donna annuì e si mise all'ascolto -ma lei non si è mai accorta di nulla, nel senso...non ha avuto alcun tipo di sintomo?- chiese -no, nessun sintomo. Come ho già detto, il paziente non né può essere a conoscenza, il cuore smette di funzionare per via del malfunzionamento delle cellule- mi senti quasi mancare...nessuno poteva immaginarlo, nemmeno lei -così il paziente subisce uno svenimento improvviso, causato dalla mancanza della circolazione e dal cuore che si ferma.- disse. Ha il cuore malato. 

-fortunatamente, grazie alla defibrillazione, avvenuta con successo, la circolazione ha ripreso e sua moglie.- moglie. -ha riportato dei danni cerebrali, causati dalla mancanza di ossigeno al cervello durante, quei cinque...sei minuti tra l'arresto cardiaco e la defibrillazione e quindi...ora...è in coma.- No. No. No. No. No. -oddio...no!- disse Martina, come se non volesse credere alle parole annunciare dal medico -si calmi signora, non abbiamo ancora finito.- disse -vuol dire che...- provò a continuare -nessuno sa né quando si sveglierà nemmeno sé si sv....- 

-basta! Ho capito!- interruppi il discorso del medico - mi dica, signor Rizzo...come mai avevate deciso di venire qui sta mattina?- chiese -volevo che si facesse controllare, per via della febbre forte.- risposi -lei sa che le ha salvato la vita? Se non l'avesse portata qua, non avremmo potuto fare nulla.- disse -visto, non hai colpe Fabio.- sorrise Martina -e...il bambino?- chiese poi - la bambina, vorrà dire.- sorrise la donna.

E' femmina. Capito Ginevra? E' una bambina, devi vivere! E' una bambina, come desideravi te, lo sai? E' Cecilia.




Almeno un lato positivo in tutto ciò.

Vi avviso, che per via della difficoltà dell'argomento, alcune parti le ho prese da un libro, che si può tranquillamente trovare anche in libreria (purtroppo non ricordo il nome) di Eleonora Pizzi, persona stupenda che conoscono per mia fortuna. Vi consiglio di comprarlo, appena potrò vi dirò il nome nuovo di questo libro. Dal quale la storia prende ispirazione.




Untitled|| MarracashOnde histórias criam vida. Descubra agora