Capitolo 8.

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Blake POV

Travis è seduto sopra una sedia a torso nudo, coperto dai lividi nella parte toracica mentre un ematoma violaceo ricopre lo zigomo e l'occhio destro è chiuso dal gonfiore. Del sangue secco sporge dal naso e dalla bocca ma è soprattutto l'espressione di dolore a farmi avvicinare per verificare l'entità dei danni.
Appoggio una mano dove sono sicuro provare più sofferenza e, sotto la prima costola sinistra, lo sento trattenere a stento un urlo disperato.

<<Dimmi chi è stato.>> Mi allontano di qualche passo per poterlo guardare negli occhi. Posso sentire la rabbia scorrermi nelle vene e sostituire ogni altra particella umana quando noto John lanciare uno strano sguardo a Nathan.
Travis non ha nemici e nessun uomo sano di mente lo ridurrebbe in questo stato solo per la mera compiacenza personale, la vendetta è il comportamento che spinge ad azioni come questa e lui non ha nessun conto in sospeso. Una consapevolezza inizia a farsi strada dentro me nel momento stesso in cui spero di sbagliare per non commettere qualche peccato che potrebbe costarmi la mia stessa sanità mentale.
<<Non devi assecondarlo Blake, fa parte tutto del suo piano.>> La voce interrotta da una fitta arriva chiaramente a comprovare tutti i miei dubbi, che portano un unico nome. E non mi serve altro da conoscere per prendere le chiavi ed andare a cercare Jace dove sono sicuro trovare a quest'ora.

<<Fermati a pensare, non avrebbe mai fatto questo senza avere un altro scopo in mente. Conosce le tue debolezze e sa dove colpirti, non cadere nel suo tranello.>> È Nathan a parlare questa volta e capisco quello che sta dicendo, ma loro come me sanno che non ho altra scelta. E io voglio mettere un punto definitivo alle stronzate di quel coglione.
<<Mi avete cercato e sapevate che sarei andato, si è spinto troppo oltre ormai da tempo.>> Qualcos'altro non va, il silenzio calato improvvisamente in questa stanza non potrebbe mai ingannarmi. C'è dell'altro dietro le loro espressioni e lo capisco quando John guarda l'orario nervosamente.
<<Perché mi avete chiamato?>> Niente ha senso nelle loro parole e questo non fa altro che accrescere il veleno in me. C'è un altro motivo nella telefonata e non può trattarsi solo di Travis che, al contrario, spera non imbocchi la via del regolamento di conti. Non sarei qui, se si sarebbe trattato solo di questo.
<<È per Alyssa. Lui vuole te e se non ti presenterai tra venti minuti, si vendicherà in altro modo.>>
Gli occhi di Nathan sono l'ultima cosa che vedo, prima di sentire la rabbia dondolarsi su di me ed essere inghiottito dal buio.

Freno bruscamente di fronte il bar del campus senza curarmi di parcheggiare la moto, notando subito la macchina di Jace poco distante. Se c'è una cosa che pochi studenti conoscono è il fatto che prima di essere il locale centrale dell'università, questo posto è rinomato per lo spaccio e l'abuso di droga nel retro. Luogo di incontro per eccellenza di pusher e drogati, ma anche di uomini e donne che vogliono intrattenersi qualche ora senza impegno. Tutto alla luce del sole e senza che nessuno se ne accorga, ecco la vera ricchezza di questa struttura.
Circumnavigo velocemente l'ingresso del bar, per ritrovarmi nelle vie retrostanti tra le occhiate curiose di qualche strafatto. Assottiglio lo sguardo per cercare la testa di cazzo di Jace quando una chioma castana mi si para davanti.
<<Che ci fai qui?>> Brad mi rivolge uno sguardo turbato che ignoro urtandolo con un colpo di spalla per superarlo. Ho solo un obbiettivo in mente e ogni ostacolo risulta solo un'inutile perdita di tempo.
Sento la ragione bearsi di me quando immagino il volto di Alyssa tre le mani di quel deviato, una sensazione di oppressione mi colpisce dritta in petto e posso sentire la bile incendiarmi ogni fibra. Nessuno la toccherà per colpa mia, questa è l'unica consapevolezza che non mi abbandonerà mai.
Contro ogni razionalità, niente sembra farmi paura di fronte questo giuramento.

Totalmente fuori controllo individuo il biondo che sto cercando, impaziente di dare sfogo alla mia ira. Conosco il motivo per cui ha scelto questo posto, e non ha a che fare con nessuna sostanza stupefacente. Qui è iniziato il motivo del suo astio, e qui dovrà finire una volta per tutte.
Ottengo la sua attenzione quando mi avvicino fissandolo con profondo odio e mentre il suo amico smette di sorridere, lui non sembra per niente turbato dalla mia presenza. Non aspettavo altro.
<<Dimmi, sei finalmente venuto per Travis o perché ho minacciato la ragazzina?>> Domanda, beffardo.
Ispiro rumorosamente per cercare di rimandare il tempo opportuno per chiarire l'unica questione rimasta in sospeso nella sua testa. Stringo e rilasso le mani tese, come se stessi per affrontare un avversario in uno dei miei incontri mentre la follia accieca ogni capacità di sentire qualsiasi cosa intorno.
Sorrido come un pazzo, prima di incastrare i miei occhi nei suoi.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now