Capitolo 15.

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Blake POV.

<<Ma stasera ho rinunciato ad essere il mostro che sono, per iniziarne a far parte.>>
Come se il mio volto si fosse macchiato improvvisamente dei peccati che ho commesso in tutti questi anni, Alyssa mi guarda quasi con preoccupazione.

Farei qualsiasi cosa in questo momento, per poter raccogliere dal suo volto ogni traccia di sofferenza, un dolore che sporca le ali angeliche di una fata destinata solo a vivere di cose che lasciano senza fiato. Un'incantatrice pericolosa, senz'altro, perché ho appena ammesso quello che fino a qualche istante fa, neanche accettavo.
Se sono qui, infatti, significa che ho distrutto qualsiasi piano di provare a controllare una minaccia diventata ora un ordigno pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
Ho mandato all'aria tutto, per venire da lei e metterla così in pericolo.

Tutto è un totale disordine quando si tratta di me, non so neanche chi sono.
Sto cercando dopo tutto questo tempo di ricordare il passato, di ricordarmi di me, di trovare una pace tra quello che ho vissuto e i segni di quello che porto addosso ma che non sono mai riuscito ad osservare, quelle tracce che mi hanno fatto diventare l'essere che sono oggi. Senza scrupoli quando si tratta di scegliere me o abbattere tutti gli altri, un rischio vivente travestito nella bellezza della miglior maschera.
Non potrei mai avere nessuno al mio fianco così, con un anima divisa in due e che non riesco a far combaciare. Con una vita incasinata e piena di problemi da risolvere, ostacoli che non scompariranno con una storia d'amore o con un paio d'occhi profondi come una galassia.
La purezza di una ragazzina che incasina tutti i miei pensieri, una bambina che non ha mai conosciuto il sesso diventato la base di tutte le sue delusioni.

Non so cosa significhi prendersi cura di qualcuno al di fuori di un letto, non saprei neanche come iniziarlo a farlo da oggi, così come non riuscirò mai ad amare senza ferire.
Non so come mi posso fidare di qualcuno se non riesco a farlo con me stesso, come fare per comprendere quando percepisco la vicinanza come un nemico, perché se da un lato voglio stare solo e non legarmi a nessuno, dall'altra esatta metà non riesco a non pensare alla perfezione in ogni linea di Alyssa.

Ho troppo caos dentro per poter dipendere da lei, l'unica certezza che riesco a vedere in noi sono io che infrangerò ogni regola, spezzandole il cuore come già ho fatto.
Allo stesso tempo però mi rendo conto come già la mia vita già l'abbia infettata, il giorno in cui precisamente ci siamo scontrati in uno squallido bar, e non so come sia successo che lei, così bella e incomparabile alla merda che mi circonda da sempre, sia finita per innamorarsi di me. Solo adesso che è troppo tardi, riesco a vederlo.

Ha dovuto sopportare così tante stronzate, la mia bimba, che mi domando come non sia scappata lontano già da molto tempo, sopportando anche tutti i pesi che gravitavano nelle sue piccole spalle costrette a sorreggere lo strazio dei suoi mostri.
Non era pianificato che dovesse nascere qualcosa, nessuna storia, nessun legame, nessun impegno. Non era nei piani rinunciare alla parte più disumana di me, per non perderla. Come non potevo immaginare di arrivare qui, e leggere nei suoi occhi la purezza di un sentimento incontrastabile che non avrebbe mai dovuto coinvolgerla.
Lei, semplicemente, non era prevista nella mia vita.
E osservarla stasera mi ha fatto prendere la decisione più assurda che abbia mai conosciuto, ho deciso di non scappare più via.

<<Che significa?>> Farfuglia mentre i suoi occhi mi fissano sbigottiti e il mio sguardo scende proprio sul suo piccolo naso arricciato, all'altezza del mio petto. Un gesto proprio infantile quando sovrappensiero si isola all'interno del suo mondo, senza nessun fine sensuale, ma che su di lei mi appare come un particolare affascinante da osservare. Un segnale in cui mi concede di osservare oltre le sue parole.
<<Chiederesti mai di definire il significato di follia, se sapessi che tutte le scelte per cui siamo qui derivano da scelte illogiche e irrazionali?>> Le confesso, sperando possa capire che non esiste una spiegazione ragionevole ai miei comportamenti quando c'entrano con lei.
Vorrei dirle che non mi era mai successo, allontanare qualcuno e tornare puntualmente ad inseguirlo, che i suoi occhi hanno la capacità di farmi sentire annegare nelle sue acque calme. Che sono io, ad avere paura di lei.
Perché tutte le volte che mi prometto non doverle cedere, mi ritrovo a pendere dai suoi gesti perfetti. E tutto questo potere che ha la capacità di piegarmi e farmi rialzare dovrebbe appartenere unicamente a me, ma ho paura perché non è così.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now