Capitolo 24.

10.3K 265 51
                                    

Alyssa POV

Il fruscio delle foglie negli alberi intorno è come una dolce melodia che accompagna il silenzio di questa notte d'estate, dove non c'è altro se non lo splendore della luna ad illuminare i nostri corpi distesi lungo questo fascio d'erba infinita.

Chiudo gli occhi per qualche istante assaporando l'odore dei fiori che ci circondando, mentre una folata d'aria calda mi circonda del profumo di Blake al mio fianco. Sorrido non potendone fare a meno, perché se qualcuno mi chiedesse il significato della felicità descriverei proprio questo momento. Questo è tutto ciò che più si è avvicinato alla perfezione nella mia vita, ed è bastato la sua presenza per rendere singolare una serata all'apparenza uguale altre. Perché mai come adesso il mondo di Blake combacia tutte le mie discrepanze facendo congiungere i nostri limiti, come due terre geograficamente distanti riusciamo ad osservarne gli stessi sentieri nell'ombra delle nostre paure mentre le stelle ne illuminano il varco del nostro legame. E io non potrei desiderare altro di diverso, perché l'impronta delle ferite a causa dei nostri limiti ci ha portato ad essere insieme stasera come mai prima d'ora.
<<A cosa stai pensando?>> Mi domanda curioso, girandosi su un fianco per osservarmi meglio. Questa richiesta mi fa smettere di ragionare ad altro se non alle sue parole, perché mi rendo conto solo adesso di non avevo mai notato quanto Blake sia seriamente interessato ai miei pensieri e incentrato sui miei gesti.
<<Che la felicità trasmessa dalla persona giusta accanto e da un cielo stellato da osservare non è minimamente paragonabile a tutto ciò che inseguiamo una vita intera per cercare di raggiungere lo stesso attimo. A volte basta così poco... per essere felici.>> Ribatto non spostando lo sguardo dalla luna sopra di noi. <<Cosa diresti a chi ti domandasse il momento in cui ti sei sentito più felice di tutti?>> Chiedo con la speranza che sia incisa proprio questo istante, la sua risposta.

<<Non credo che confesserei mai una cosa del genere, se qualcuno fosse così folle da pormi un quesito simile.>> Allunga un braccio verso il mio viso, per giocherellare delicatamente con un ciuffo di capelli finiti sul mio volto mentre la delusione si insinua tra le crepe dei miei occhi, facendomi sbattere velocemente le palpebre per non cedere ad un dispiacere che sono stata io a ricercare.
Lui deve averlo notato, perché ritira la sua mano velocemente e si alza in piedi per allontanarsi di qualche passo da me.
Quanto velocemente può scomparire, un singolo attimo di felicità?
Dopo qualche minuto di silenzio ritorna al mio fianco, allungandosi nella posizione di poco fa e stringendo qualcosa tra le mani che non riesco bene ad osservare.
<<Non avrei dovuto chiedertelo, scusa, ho rovinato tutto. Quando ho promesso che ti sarei rimasta vicino fino a quando non mi avresti avvertito più come un pericolo ero seria, sarai tu a decidere quando vorrai raccontarmi il nome dei tuoi mostri e il significato dei tuoi muri.>> Mi volto a guardarlo nel riflesso della luna, bello come un Adone e avvolto dalla sicurezza di un cavaliere senza paura. Blake è tutto ciò che più somiglia alla tentazione della lussuria nei lineamenti di un corpo imponente ma equilibrato, ed io ne sono rimasta rapita come una telespettatrice di fronte uno spettacolo senza eguali. Inesorabilmente mi ha incantata in ogni suo gesto.

<<Si riduce tutto ad un paio d'occhi...>> Sussurra, aprendo la mano per mostrarmi un fiore azzurro appena colto per avvicinarlo all'altezza dei miei occhi, contornandone i confini. Il respiro caldo mi solletica l'incavo del collo, dove lui ha appena azzerato la distanza tra i nostri corpi e ora mi solletica la pelle quando le sue labbra riprendono a parlare. <<Una distesa di lentiggini...>> Sposta la mano verso il basso, tracciando il sentiero delle sue parole. <<Il profilo di un naso perfetto...>> Lentamente i petali arrivano fin qui, dove in qualche istante si posa anche un bacio casto. Presto il mio corpo viene coperto da un fascio di brividi e nel silenzio che segue queste parole, d'istinto mi stringo un labbro tra i denti. <<E una bella bocca...>> Lo sento sorridere vicino al mio collo, dove la barba sfrega la mia pelle in una piacevole sensazione. Sorrido anch'io, d'istinto, adattandomi a questo momento di dissolutezza effimera.
<<Non definirei mai nessun momento, felice. Ma quando ti ho vista la prima volta, quando ti ho osservata, mi sono sentito quasi in pace con me stesso. Mi hai fatto sentire bene, per la prima volta nella mia vita.>> Rimango in silenzio ad ascoltare le sue parole infrangermi anche l'anima, quando mi sfiora il pensiero che neanche da bambino la sua esistenza non è stata spensierata come le altre. Una lacrima mi riga una guancia, depositandosi sopra l'arco di cupido, lì dove lui la scaccia via subito.
Vorrei dirgli quanto mi dispiace, quanto il mio cuore si spezzi ogni volta che provo solo ad immaginare quello che abbia dovuto affrontare fin da piccolo. Sussurrargli quanto il mondo sa essere ingiusto a volte e che il passato non dovrebbe influenzare mai il presente, ma nei cuori che hanno sofferto troppo dimenticarsi del dolore è come scordare un po' la propria esistenza. E vivere senza ricordi non è mai un buon modo di sopravvivere, perché ricordare è come dire di esserne uscito vincente.
Vorrei abbracciarlo e cullarlo tra le mie carezze, ma è la sua voce che mi anticipa.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now