Capitolo 9.

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Alyssa POV.

Immobilizzata di fronte al corpo stremato di Blake che sta venendo nella mia direzione, sembra che i miei piedi non ne vogliano sapere di allontanarmi dal pericolo che incendia la sua vita.

Ero a lezione quando ho ricevuto un messaggio di Jace stamattina, diceva di raggiungerlo nel retro del bar centrale della nostra università perché Blake sarebbe stato lì, e voleva parlare con me. Non ho pensato si potesse trattare di un inganno fino a quando li ho visti ma lui non stava aspettando me, al contrario, non sapeva neanche che stessi assistendo a tutto poco distante dal suo corpo.
Rabbrividisco quando ascolto le parole di Jace riecheggiarmi nella testa. Sono stata usata come merce di ripicca nel loro rapporto ancora una volta ma la cosa che più mi ha ferita è stata la considerazione calpestata senza scrupoli, solo per la colpa di essere entrata in contatto, per il tempo di un attimo, con il mondo di Blake.

E ora che l'ho davanti dovrei solo avere paura, detestarlo perché la sua vita continua a coinvolgermi in modo indissolubile. Invece lascio che la sua mano sfiori il mio viso per inseguire una conferma nei suoi occhi, per non credere che il discorso appena ascoltato sia tutta la verità di ciò che abbiamo vissuto. Cerco un rifugio nel buio nero della sua anima, che mai come oggi sono riuscita ad intravedere in modo così chiaro, perché non riesco a credere che la follia di noi possa essere ridotta solo ad un'avventata passione ordinaria.
<<Andiamocene da qui.>> Sussurra scrutando attentamente il mio volto.

La voce, ridotta a un bisbiglio quasi sofferente, rispecchia il suo aspetto in questo momento privo di qualsiasi emozione. Solo il disorientamento sembra camminare al suo fianco, prosciugato anche dalla sua stessa forza.
<<Siamo stati solo questo Blake?>> Il cuore in gola fa tremare ogni parola di questa frase mostrando la vulnerabilità che solo il suo sguardo è in grado di suscitare.
Tutto si riduce a questo alla fine, c'è mai stato qualcosa di vero in noi?
Non posso continuare a vivere rischiando di cadere ogni giorno sempre negli stessi errori, ed è arrivato il momento di stabilire se mai avremmo potuto esistere insieme nonostante gli sbagli o lasciare nel passato tutto ciò che non potremmo mai diventare.

I suoi occhi cedono nei miei quando si accorge che non lo seguirò senza prima avere una risposta. Interrompe così il contatto tra noi, indietreggiando, come se avesse appena ricevuto un pugno in pieno volto.
Sembra riflettere sulle mie parole con un'espressione concentrata che gli conferisce un fascino letale, mentre il suo sguardo mi spoglia lentamente di ogni sicurezza cucita addosso. Improvvisamente privata di ogni scudo lo osservo come se fosse l'essere più attraente e fatale dell'universo, capace di farti commettere i peccati più proibiti senza neanche sfiorarti.

Abbasso la guardia solo per ricordarne le sue mani sul mio corpo, l'abilità nel mostrarmi quanto contemporaneamente nel silenzio si possa comunicare oltre qualsiasi regola logica. Ne rievoco, tra le lenzuola, il senso di protezione nonostante la pelle esposta e lo sguardo inconsapevole ma pronto ad affidarsi senza remore nelle braccia del diavolo ammaliante per percorrere qualsiasi sentiero oscuro avesse deciso d'intraprendere con me in quei momenti. Posso sentirne ancora il profumo dei corpi intrecciati, i sospiri sommossi e i gemiti lasciati sfuggire come a proteggerne qualcosa di troppo intimo, perfino oltre il sesso. Ma soprattutto i suoi occhi quando, totalmente sfatta e scoperta, mi facevano sentire come se fossi la cosa più bella che avessero mai osservato.

Sbatto velocemente le palpebre per scacciare l'immagine di noi, spinti dall'istinto più primitivo, e ritorno con la mente in questo vicolo trasandato dove l'immagine di Blake mi appare più combattuta che mai. Trascorrono minuti interminabili in cui sono certa la sua mente stia soppesando ogni parola, prima di arrendermi alla possibilità di non ricevere la risposta che speravo.
<<Saremmo potuti esistere diversamente, se solo fossi stato diverso da questo>> indica il suo corpo con un'espressione quasi disgustata, prima di continuare.
<<Ti avrei cercata negli occhi di altre donne fino a quando non avrei incrociato finalmente il tuo sguardo, e ti avrei riconosciuta. Da quel momento avrei fatto di tutto per cercare di averti, avrei cercato con ogni respiro di farti vivere la favola che meriti, il finale che desideri con un uomo degno di essere all'altezza dei tuoi sogni.>> Sorride amaramente mentre le braccia distese lungo il corpo segnano la rinuncia di una fiaba ormai impossibile da scrivere.
<<Meriti di essere felice Alyssa, un epilogo degno dei romanzi migliori che hai letto, la storia d'amore più folle che sia mai stata raccontata. Sapevo che non sarei mai stato io e che ti avrei persa, perché ci sono delle crepe troppo profonde in me che non potranno mai essere risanate.>> Un passo. Un unico passo nella mia direzione è sufficiente a far crollare definitivamente l'ultimo briciolo di resistenza che ho cercato di mantenere mentre le sue parole si annodano alla radice più profonda della delusione.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now