Capitolo 34.

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Blake POV

Allungo il casco in direzione di Alyssa quando ci fermiamo davanti alla mia moto, mentre un senso di stanchezza mi è piombato addosso come un peso nel momento stesso in cui ho iniziato a camminare in direzione dell'uscita di questa casa.

<<Mettilo tu, ti riporto a casa.>> Mormoro a un soffio dal suo viso, cogliendola a torturarsi il labbro inferiore come se avesse in mente qualcosa che mi sfugge.

Stavolta non oppone resistenza, al contrario lo sfila dalle mie mani indossandolo senza troppe difficoltà prima di stringere il laccio sotto al mento per farlo aderire.

Lancio un'occhiata da dietro le sue spalle quando vedo Nathan sbloccare la portiera dell'auto, prima di raggiungerlo però imprigiono tra le mani il volto di Alyssa ovattato dal caso e la sua voce ammorbidita mi sopraggiunge rapidamente.

<<Va pure, era parecchio preoccupato per te>> mi confida, stringendosi nelle spalle quando una folata d'aria fredda attraversa contemporaneamente i nostri corpi.

Non posso darle nulla per coprirsi ulteriormente, il mio giubbetto di pelle è di gran lunga più leggero rispetto il cappotto che la protegge, mi trovo così a soppesare una soluzione per non farle rischiare di prendere una polmonite a causa mia.

<<Andiamo con lui.>> Senza lasciarle il tempo di rispondere le ho già sfilato il casco dalla testa per imprigionarlo intorno al mio polso gettando dentro il mazzo di chiavi.

<<Oh no, davvero posso resistere il tragitto per arrivare a casa. Sono solo un paio di minuti cosa vuoi che...>> Si ammutolisce quando allargo un braccio sopra le sue spalle a circondargli il collo, solo per attirarla vicino a me e godere del contatto ravvicinato dei nostri corpi. Neanche se ne accorge quando i suoi passi iniziano a seguire i miei, presa a stamparsi in volto un'espressione di stupore a causa di questo gesto che nell'arco di una dozzina di minuti ho già ripetuto due volte.

Sì, è strano anche per me, ma è una sensazione piacevole quella di sentirla protetta dal resto del mondo. Mi fa sentire in un certo senso, importante... per lei.

Così raggiungiamo Nathan che è appena salito in macchina, e mi guarda confuso.

<<Ci dai uno strappo?>> Lo vedo scuotere la testa divertito mentre si ferma ad osservare la direzione del mio braccio che intrappola il viso di Alyssa accanto al mio.

<<Solo se mi dici che avevo ragione>> mi canzona con un ghigno in volto.

<<Non so di che parli.>> Alzo le spalle con indifferenza prima di lasciarla andare a sedersi sul sedile posteriore, mentre io prendo posto accanto a quello di Nathan.

Lo so perfettamente invece, a cosa fa riferimento, la nostra conversazione avvenuta solo qualche ora fa in cui mi persuadeva ad andare a parlare con mio padre perché qualsiasi cosa avesse avuto da dirmi, il pensiero di Alyssa sarebbe stato più forte da non permettermi di lasciargli ancora il potere per farmi del male. Praticamente non ho incontrato mio padre, mi sono scontrato direttamente con tutti i miei limiti e i più malsani impulsi che non sono mai riuscito a controllare in maniera sana. Ma è bastata la sua presenza, la sua voce e la percezione di essere compreso, per azzerare tutti questi anni di oppressione che mi tenevano imprigionato in un corpo troppo spesso, incontrollabile.
È stata lei ad afferrarmi, facendolo con un singolo abbraccio.

<<Lo sai a cosa mi riferisco, ma il tuo sguardo è sufficiente a capire che anche tu ne sei consapevole. E questo mi basta>> mi lancia un'occhiata divertita, prima di mettere in moto e tenere gli occhi fissi sull'asfalto fino a quando non arriviamo davanti casa di Alyssa senza aggiungere più nulla. Slaccio la cintura non appena la portiera sul retro viene aperta e la sua voce prorompe nell'abitacolo con dolcezza.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Where stories live. Discover now