Capitolo 22.

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Blake POV

Indietreggio di qualche passo quando i miei occhi incontrano il corpo di Alyssa, distesa inerme su un divano priva di coscienza mentre il sangue le imbratta il volto di un colore che non le appartiene. Perdo il contatto con la realtà osservando il peggiore dei miei incubi materializzarsi di fronte al mio sguardo, avvertendo improvvisamente il cuore accelerare e la rabbia inizia a scorrere in ogni fibra del mio corpo. Vederla così accende qualcosa nel mio cervello, innescando una bomba pronta ad esplodere immaginando i peggiori scenari di cosa l'abbia ridotta in questo stato. Sono incazzato, furioso contro il colpevole di tutto: Jace.

Come se non avessi il coraggio di osservarla ulteriormente per i sensi di colpa che iniziano a graffiarmi la pelle, rivolgo tutto il mio disprezzo su di lui. E basta un singolo sguardo, per farlo tremare.
<<Che cazzo le hai fatto?!>> Sbatto un pugno contro il tavolo d'ingresso, mentre mi dirigo verso il suo corpo pronto a dare sfogo alla mia ira.
Percepisco il respiro bruciarmi i polmoni e le mani iniziare a tremare incapaci di contrastare una sensazione incontenibile. Ogni passo che percorro aumenta la mia agitazione e non troverò pace fino a che non saprò cosa le è successo.

<<Io... io, non l'ho toccata te lo giuro...>> Incapace di dare una spiegazione razionale si passa una mano in viso, sconvolto da quello che è successo. Questo non fa altro che accrescere la mia voglia di prenderlo a pugni fino a quando non vedrò più i suoi occhi perdersi nelle sue stesse orbite. In questo momento potrei commettere un enorme cazzata e non ci sarà nessuno in grado di fermarmi.
<<Dimmi cosa cazzo le hai fatto Jace!>> Urlo prima di afferrarlo per il collo e sbatterlo contro una finestra aperta alle sue spalle. Quando nel suo viso intravedo l'ombra di un sorriso, stringo la mano fino a sentirne le vene gonfiarsi sotto i polpastrelli e il suo viso arrossarsi poco alla volta.
<<Dai fallo, ammazzami Blake! Fallo anche con me, una volta per tutte!>> Risponde con un'arroganza che mi fa fremere dalla voglia di fare davvero quel passo nella direzione del non ritorno. In pochi istanti, infatti, l'istinto prende il sopravvento.

Sposto la mano verso l'alto trascinando il corpo di Jace con essa, fino a quando i suoi piedi perdono ogni contatto con il pavimento sottostante. Ora la sua figura è in equilibrio solo dal ponte che il mio palmo crea attorno alla sua gola mentre gli occhi si tingono di rosso a causa della mancata ossigenazione nelle vene.
Accecato dall'immagine di Alyssa ricoperta del suo stesso sangue, perdo la cognizione di ogni altra cosa intorno dimenticando perfino di stringere la vita di una persona dalle mie mani. Come una storia già vissuta mi rendo conto di respirare a fatica e di avere i muscoli tesi sul punto di esplodere, come ogni volta la rabbia mi avvolge tra le sue braccia impedendomi di ragionare. Stavolta però la familiare bile è accompagnata da un sentimento altrettanto travolgente, creando un mix perfetto pronto a prorompere tra le fiamme della distruzione: il senso di colpa.
Perché se Alyssa si trova in questa situazione, significa che ho fallito anche nel tentativo di tutelarla dalle mie responsabilità. Ancora una volta.

Accompagnato da una pressione all'altezza del petto, smetto di vedere e ascoltare ogni cosa attorno perché nella mia mente appaiono solo un paio d'occhi scuri che devo tornare ad osservare al più presto. Come un puzzle da un pezzo mancante, percepisco la sua assenza occupare una piccola parte fondamentale della mia esistenza. Ciò che infatti non avevo messo in conto venendo qui, era quello di iniziare a provare questa assurda sensazione crescermi dentro: come se potessi continuare a vivere senza di lei ma realizzare che una parte del mio cuore smetterebbe di battere nel momento esatto in cui il frammento della sua presenza venisse strappato da me. E questo non può succedere.

<<Lascialo.>> La voce di Nathan che mi ha raggiunto dopo la sua chiamata insieme a Travis mi riporta alla realtà, ma anziché farmi allentare la presa, suscita l'effetto contrario. Jace potrebbe avermi privato dell'unica cosa bella che mi sia capitata in tutta la vita, perché potrei non tornare più ad ammirare ogni forma d'espressione di una donna rara, impressa nella mia mente anche nei dettagli.
Lui, potrebbe avermela portata via.
Con questa inquietudine a colpirmi dalle spalle, stringo il suo collo scacciando ogni possibilità di riuscire a desistere dall'impulso di ridurlo nelle stesse condizioni in cui il corpo di Alyssa adesso è disteso dietro di me. Non avrebbe mai dovuto coinvolgerla.
Così non mi fermo. Non mi fermo quando il volto comincia a tingersi di viola e le mani di Nathan provano a tirarmi dalle spalle, mi limito solo ad osservare pieno d'odio lo sguardo di Jace continuare a sfidarmi anche adesso che le mie intenzioni iniziano a traballare chiaramente.
<<Dovrei ucciderti pere quello che le hai fatto.>> Parlo poco distante dal suo viso stentando a riconosce il timbro cupo della mia voce. Come se qualcuno stesse stringendo anche me, percepisco la pelle bruciare da sotto i vestiti e le mani tremare. Mi manca l'aria al solo pensiero di non poterla rivedere, mentre il cervello ormai sembra essere offuscato da ogni scelta razionale.
Tutto è sfuggito dal mio controllo, e questo mi fa perdere la testa.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora