1 Un incontro imprevedibile

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Ormai niente ha più senso, ma continuiamo a farlo.

Sono nel mio ufficio, alzo la testa dai fogli stropicciati, sono le undici di sera passate e molti dipendenti sono già tornati a casa. Mi appare davanti all'improvviso una tazza di caffè, alzo lo sguardo sorpresa.

«Ti ho portato un po' di caffeina, ti farebbe bene considerando la tua faccia.» Ha detto Noah, il mio collega. È un ragazzo non troppo alto, capelli color nocciola, che tiene con precisione su un lato della testa, mettendo sempre in rilievo il ciuffo in avanti, che cade delicatamente sugli occhiali, che nascondono i suoi occhi verdi smeraldo, quasi tendenti al marrone chiaro. Indossa quasi sempre completi blu scuro accompagnati da cravatte del medesimo colore. È una tra le prime persone che ho conosciuto qui, alla The Date.

«Grazie Noah, sarà il decimo oggi. Neanche tu sei ancora partito?» Ho chiesto. Quasi tutti i dipendenti tornano a casa prima delle otto, siamo in pochi a fare gli straordinari.

«No, no. Stavo aspettando il signor Date.» Logan Date, questo nome fa tremare più o meno tutti. È a capo dell'azienda, l'ho visto solamente poche volte da quando lavoro qua, in tre anni. Questa è l'azienda, la società di cui tutti parlano e dove tutti vorrebbero lavorare, ma questo posto non è per tutti, di certo io continuerò a lottare con le unghie e denti per tenere il mio posto più a lungo possibile.

«Grace non è qui?»

«Mi spiace per te ma no, è uscita qualche ora fa.»

«Ok. Non restare qui tutta la notte.»

«Ho quasi finito, devo ultimare l'offerta dell'Aunt Security Company.» C'è qualcosa che mi preoccupa, e non andrò a dormire finché non scoprirò di cosa si tratta.

«Capito, ti lascio lavorare. Vado a casa.»

«Non dovevi aspettare il signor Date?» A quella domanda Noah sussulta un po', come se si fosse dimenticato di quello che doveva fare.

«No, penso che alla fine tornerò a casa, sono esausto. Buon lavoro Madison.»

«Buonanotte Noah.»

Lo vedo girare i tacchi e dirigersi verso l'ascensore che porta direttamente fuori. Mi ritrovo di nuovo sola, c'è solo lo schermo del computer che mi illumina il viso. Non è la prima volta che faccio gli straordinari fino a tarda notte, quando si lavora per The Date ogni minuto è prezioso. Le ore passano, ed è già quasi l'una del mattino quando rileggo per la quarta volta la pagina 38 del mandato, sorseggiando la mia tazza di caffè; sto per gettare la spugna quando all'improvviso una parte del mio cervello si illumina.

"Ma certo, è questo il problema." La voce nella mia testa risuona in tutto lo spazio aperto dell'ufficio, mentre alzo le braccia per la gioia. Ora tutto quello che devo fare è convincere il mio capo ad ascoltarmi, e questa sarà probabilmente la parte più complicata. Pensa ancora che sono una ragazzina del college; io e le mie colleghe dobbiamo lavorare tre volte tanto quanto gli altri per sperare di essere considerate. Beh... Stamperò il file e lo metterò sulla sua scrivania domattina il più presto possibile, probabilmente non mi ascolterà, ma almeno l'ho avvertito. Getto la tazzina di plastica nella spazzatura, e mi alzo per andare al tipografo. Una volta che ho i documenti in mano prendo il mio computer, il telefono e vado verso l'ascensore; mentre aspetto che arrivi al mio piano, inizio a leggere i messaggi che sono arrivati. Quando l'ascensore si ferma davanti a me entro subito, qualcuno preme il pulsante del piano terra, è allora che capisco di non essere sola. Il mio sangue di colpo si congela nelle vene, Logan Date, accanto a me, insieme alla sua guardia del corpo. Non l'ho mai visto da così vicino, i nostri occhi si incrociano, di scatto giro la testa, mi sento una stupida a farmi intimidire così, ma non ti ritrovi tutti i giorni in un ascensore con uno degli uomini più potenti al mondo. Riprendo a scrollare il mio telefono, anche Logan Date non dice niente, controlla il suo cellulare, senza prestarmi la minima attenzione, a un certo punto alza la testa per guardarmi in modo aguzzo.

The DateOù les histoires vivent. Découvrez maintenant