42 Inchiostro rosso

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Io ho il coraggio di morire. Quello che voglio sapere è se hai tu il coraggio di vivere.

Dopo poco torno a casa di Logan, con il foglio ancora in mano. Appena glielo mostro, lui lo esamina nel dettaglio.

«Che diavolo significa questa frase?»

«Non lo so Logan, ma non mi piace. Sono stufa di questi messaggi criptici, di queste lettere anonime, di tutte queste persone che se la prendono con noi!» Logan appoggia il messaggio sul tavolo e mi abbraccia. Riesce a percepire i miei nervi.

«Chiamo il detective Dank, okay?»

«Certo, fai pure. Io non ho la forza di spiegarmi in questo momento.»

«Detective? Sono Logan Date... Sì, sono di nuovo io...» Mi accascio sul divano, persa nei miei pensieri. Come è finito questo messaggio nel cappotto di Grace? E perché ce l'aveva in tasca? Logan ha riagganciato.

«Elsa vuole vederti come prima cosa domani mattina. Voleva venire subito, ma le ho detto che avevi bisogno di riposare.»

«Grazie amore. hai fatto bene. Comunque non è urgente, forse è lì da mesi, questo pezzo di carta.» Logan mi si avvicina e mi bacia.

« Sembra che tutte queste emozioni ti abbiano fatto venire la febbre, Madison. Perché non vai a riposarti un po', ci vediamo presto in camera da letto. Devo finire di inviare una presentazione agli investigatori.» Dal momento che non reagisco, lui continua:

«Sai, per la nostra start-up...»

«Scusami, la mia testa è altrove. Vado a letto se non ti dispiace.»

«Capisco. Sarò da te appena possibile.»

Ho a malapena chiuso occhio tutta la notte, pensando alla frase sul pezzo di carta più e più volte. Ma per quanto ci pensi, non riesco a trovare un'ipotesi convincente. Ci ha voluto molto caffè per svegliarmi. È un sapiente tocco di trucco per nascondere le mie occhiaie. Ma ecco il detective Dank che mi viene incontro.

«Signorina Moore, mi dispiace rivederti... Raccontami tutto.» Scrollo le spalle.

«Non c'è niente da dire di più di quello che Logan ti ha spiegato ieri sera. Ecco il messaggio. Penso che vorrai farlo analizzare... Suppongo che il colpevole l'abbia lasciato prima che voi sigillate l'appartamento...» Elsa osserva attentamente il pezzo di carta davanti alla luce lo infila in una busta di plastica.

«Non riesco a rilevare nulla ad occhio. Forse il laboratorio troverà qualcosa... Comunque, alle persone che ce l'hanno con voi piacciono i messaggi scritti! Signorina Moore, c'era qualcos'altro oltre a quel pezzo di carta? Nessuna busta, per esempio?»

«No, solo questo. Ho controllato tutte le tasche del cappotto di Grace per essere sicura.»

«Ma come tu stessa hai detto, è possibile che questo messaggio sia stato consegnato mesi fa. Forse era accompagnato da qualcos'altro che potrebbe essere andato perduto da quando...»

«Cosa le passa per la testa, detective?»

«E questo messaggio molto probabilmente non era per te, Madison.»

«Per Grace? Quindi pensi che fosse indirizzato a lei?»

«Sì, considerando dove l'hai trovato...»

«Certo, sembra ovvio, ma... non quadra qualcosa. No, non è possibile. Questo è l'ultimo cappotto che le ho visto indossare. Se fosse stato indirizzato a lei se lo sarebbe trovato in tasca. E me ne avrebbe parlato.»

«Tutti hanno qualcosa da nascondere, Signorina Moore...» Le lancio uno sguardo arrabbiato.

«Era la mia migliore amica, detective. Ci siamo sempre dette tutto. Assolutamente tutto.»

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