43 Qualcosa non torna

44 14 23
                                    

La paura, costruendo castelli di inquietudini, intorpidisce e rende cieco chi la subisce.

Il detective Dank è da sola nel suo ufficio. Sta ripassando i suoi appunti delle sue ultime interviste con Nicolas Devinson e Madison Moore. Inizia a parlare da sola, segno di estrema concentrazione. Mentre lo fa, tira fuori un registratore tascabile dove registro i suoi pensieri.

«Qualcosa non torna. Nicolas ha molti motivi per attentare la vita di Madison Moore. Questo è un dato di fatto. Cassandra Dencrin lo accusa di aver assunto un detective per spiare la Signorina Moore, e sostiene che lo stesso detective l'abbia spinta sulla strada. Ma sappiamo che è stato lui a salvarle la vita. E che è stata un'altra persona a spingerla. Nicholas e il suo detective non sembrano sapere chi sia stato. È curiosa questa accusa di Miss Dencrin: il detective privato non è un assassino... D'altra parte, potrebbe essere stato un killer a pagamento, assunto a sua volta dal Signor Devinson. Con la storia dello stalker, ho distolto la mia attenzione da questo incidente. Ma mi sono sbagliata, è ora di tornare al lavoro.»

Nell'appartamento di Logan...

Dopo aver trovato il pezzo di carta nel cappotto di Grace, ho deciso di non tornare nell'appartamento. Logan ha fatto in modo che i traslocatori venissero a portare qui tutti i miei scatoloni. Finalmente a casa! C'è anche la roba di Grace. Con nostalgia, giro le pagine dell'album fotografico che avevamo realizzato assieme. Era di un viaggio in Arizona, un'escursione nei parchi nazionali. Avevamo incontrato un gruppo di giocatori di rugby australiani durante un'escursione nel Grand canyon.

«Ci siamo divertite molto con loro! Abbiamo partecipato ad alcune feste, concorsi di magliette bagnate... Grace è splendida in queste foto, con gli occhi che brillano! Era molto ingenua: non si era resa conto che un ragazzo alto e biondo aveva una cotta per lei. Mi manchi Grace.»

«Che succede, Madison?» Ho detto queste ultime parole ad alta voce, senza rendermene conto.

«Niente, niente. Stavo solo guardando delle vecchie foto con Grace.» Logan mi circonda con le sue braccia.

«Se hai bisogno di parlarne, puoi dirmi tutto.»

«Va tutto bene, non preoccuparti. Preferirei stare da sola adesso.» Logan mi dà un bacio sui capelli e lascia andare il suo braccio.

«Grace, se Elsa avesse ragione? C'è davvero qualcosa che non mi hai detto? Ma cosa potrebbe mai essere? Non avevi nemici...» Chiudo improvvisamente l'auto fotografico. Mi è appena passato per la mente un pensiero.

«Logan, Logan, è la mafia!» Logan mi guarda con incredulità e paura.

«La mafia? Di che diavolo stai parlando?»

«Il vero nome di Grace è Graziella. Un giorno mi ha parlato delle sue origini siciliane. È l'unica volta che ha menzionato la sua famiglia. È sempre stato un argomento tabù per lei che ha perso i genitori molto giovani e che è cresciuta con una vecchia zia. Mi ha detto che questa zia era l'unica famiglia che le era rimasta. E che non ha mai voluto insegnarle l'italiano, per "proteggerla". E se ci fosse dietro la mafia?»

«Tesoro, devi smetterla di torturarti con mille ipotesi. Lascia che la polizia faccia il suo lavoro, va bene?» Non rispondo. Ha ragione.

«Che ne dici se piuttosto andiamo nel mio giardino segreto?»

«Quel ristorantino in cui mi hai portato un po' di tempo fa? Con il giardino sul retro?»

«Quello!»

«Sì! Amo quel posto. Andiamo!»

Nel frattempo al Distretto di Polizia...

Elsa ha fatto fare uno schizzo dell'uomo che ha spinto Madison in strada. Niente che una volta messe le mani su questo tizio, avrà fatto un grande passo avanti verso la soluzione dell'intero caso. Ancora una volta parla da sola con il suo piccolo registratore.

The DateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora