Capitolo 5

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Si cerca la forza negli altri, in Dio, nella natura e persino nelle stelle. Ma l'unica forza che si può trovare per andare avanti è dentro di noi.

6 gennaio 2022

Daphne

"Quel bacio non ha alcun valore."
Mi ero lasciata andare, avevo lasciato che la sua bocca toccasse la mia, che la sua lingua esplorasse, mi sfiorasse. Ciò che ho provato mentre mi baciava, non l'ho mai provato prima. Mi sembrava di percepire migliaia di farfalle nello stomaco che svolazzavano, mi sentivo leggera, desideravo che lo facesse, così come desideravo che le sue mani mi stringessero a sé. É così sbagliato desiderarlo, io ho un fidanzato e lui, lui è l'uomo che qualunque donna dovrebbe evitare.
É il pericolo, il rischio che chiunque vorrebbe correre ma le conseguenze sono letali.
Narciso ama solo se stesso, proprio come il Dio del mito ed io con lui mi sento proprio come Daphne rincorsa da Apollo. Ho la continua voglia di fuggire, ma c'è una parte di me che cerca di capire cosa nasconde dietro quegli occhi dall'aspetto glaciale.
Sono stata sedotta, in pochi minuti É riuscito a toccare le mie insicurezze e farmi sentire una nullità, non ci riusciva più nessuno da anni.
Il mio cellulare vibra, è un messaggio di Bruce.

Da Bruce
"Ciao piccola, ti sei divertita con Magh? Ho appena finito di cenare, mi sei mancata questa sera."

I sensi di colpa non si fanno attendere, lui il capitano della squadra di pallacanestro, il ragazzo che tutte le ragazze dell'Università adulano, viene ingratamente tradito dalla sua stupida fidanzata! Ma che diavolo mi è passato per la testa. Sono convinta che dopo questa sera, Narciso non si farà più vedere, non dopo quello che mi ha detto. Non valgo nulla, non vale nulla quello che è successo, conseguentemente dovrebbe lasciarmi in pace.
I minuti decorrono mentre resto con il cellulare in mano, incapace di formulare l'ennesima bugia da rifilarli.
Dovrei lasciarlo? Dovrei dirgli tutto? Cosa dovrebbe fare una brava persona?
Ma il problema è che io non sono la ragazza angelo che lui si aspetta e crede di avere accanto. Ma sono una meretrice! Forse sto esagerando, non ci sono andata a letto ma in quel momento gli avrei lasciato fare qualsiasi cosa.
Avrei fatto l'amore con lui in quella macchina o persino sul cofano, le sensazioni mi hanno investita come un'onda fuori controllo e non sono riuscita a limitare i danni.

A Bruce
"Ehi amore tutto bene, sono nel letto!"

Dopo aver baciato un altro ragazzo, mi sento tremendamente in colpa, questa non sono io. Attendo qualche minuto, ma vedo che non c'è alcuna risposta, probabilmente si è addormentato. Mi nascondo sotto le coperte e provo ad addormentarmi.

"Benvenuta nella stanza del panico."

Salgo le scale per arrivare nell'ufficio di mio padre, voglio fargli una sorpresa per la festa del papà.
L'ansia man mano sale sempre di più, sono così felice di essere riuscita a nascondergli i miei piani.
Ma non appena mi avvicino alla porta sento il rumore del vetro infrangersi. Come se qualcuno stesse scagliando qualcosa con violenza contro il pavimento. La porta è socchiusa, mi avvicino abbastanza per poter vedere cosa sta succedendo, c'è una donna che urla contro mio padre, con lei c'è una bambina, una bambina che mi somiglia tanto. Mio padre si appoggia con le mani alla scrivania e abbassa il capo come se gli avessero appena dato una pugnalata contro la schiena. Indossa uno dei suoi soliti completi eleganti, si scioglie la cravatta e la lancia sulla scrivania per poi sbottare il primo bottone della camicia. Sempre visibilmente in difficoltà, soffocato dalla situazione.
<<Non puoi continuare a nasconderci! Anche noi siamo la tua famiglia! Lei è tua figlia esattamente come lo sono Daphne e Violet!>> gli urla contro con tutto il fiato che ha in corpo. Nello stesso momento, il vassoio con il caffè e i dolci mi crolla sul pavimento, la porta si apre del tutto rivelando la mia figura. Mio padre solleva lo sguardo su di me, i suoi occhi d'oro si soffermano sul mio viso. Resta pietrificato esattamente come me. La donna si volta nella mia direzione e si posa una mano sulle labbra mortificata.
<<Daphne...>> sussurra. Nello stesso momento avanza nella mia direzione, ma io indietreggio e metto maggiore distanze. <<Ti prego, bimba, lasciami spiegare!>> prosegue avvicinandosi. Sulle guance mi scorrono le lacrime calde,
non appena allunga una mano nel tentativo di toccarmi riesco a muovermi, lo scanso e lo fisso inorridita trasmettendogli tutto l'odio che provo nei suoi confronti in questo momento.
<<Sei un bugiardo!>>
È tutto ciò che riesco a dire mentre mi allontano ormai in lacrime, la gola brucia, si stringe sempre di più, il fiato mi manca, la testa pulsa. Nei suoi occhi c'era tristezza ma ciò che prova non mi importa, mi ripugna immensamente.
Prova ad afferrarmi un polso ma riesco ad impedirglielo per poi iniziare a correre via.
<<Daphne ti prego lasciami spiegare>> urla alle mie spalle. Ma non c'è nulla da spiegare, è tutto talmente chiaro!
Vivevamo in un'illusione, credevamo di avere dei valori, che avessimo la famiglia perfetta ma non è mai stato così, era tutta una bugia.
Esco fuori dall'imponente edificio con i polpacci che bruciano e il fiato corto, mi manca l'aria sempre di più.
Piove copiosamente ma non mi importa di bagnarmi, resto sotto la pioggia qualche minuto facendo mischiare la pioggia alle mie lacrime, tutto diventa confuso esattamente come lo è nella mia testa.
Urlo furiosamente, attirando l'attenzione di più di un passante. Mi dirigo verso la mia auto, non appena entro dentro, inizio a prendere a pugni il cruscotto e tutto ciò che mo capita a tiro.
<<Bugiardo!>> urlo con tutto il fiato che ho in corpo.

Il LeviatanoWhere stories live. Discover now