Capitolo 27

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A volte rischiare ci rende liberi.

17 gennaio 2002

Daphne

Sono a casa sua, nel suo spazio, dove conosce ogni angolo o serratura, conosce ogni modo per potermi incastrare e farmi qualsiasi cosa. Vago con incertezza dentro casa mentre lui è al telefono con il suo ennesimo cellulare, ne ha troppi e finisce per distruggerli ancor prima di poter ricevere la seconda chiamata.
Indossa una maglietta bianca con lo scollo a V che mette in risalto i tatuaggi che emergono dalla scollatura e dalle maniche della sua t-shirt. I jeans neri e aderenti accarezzano le curve della muscolatura definita delle gambe. Inconsciamente mi lecco le labbra e lo fisso con tutto il desiderio. Chiude la chiamata, libera qualche altro bottone della camicia dalle asole, si lascia andare sulla poltrona con aria assorta per poi spostare lo sguardo su di me. Mi fissa le gambe e lentamente risale sempre più fino a soffermarsi nei miei occhi.
<<Vieni qui...>>
Batte una mano sulle sue gambe, man mano che avanzo nella sua direzione il suo sguardo si incupisce, deglutisce come un predatore davanti alla sua preda preferita.
<<Spogliati e dammi la tua fiducia solo questa notte...>> sussurra non appena gli sono abbastanza vicina. Le guance mi vanno in fiamme e sento improvvisamente caldo non appena le sue mani dalle dita affusolate si fanno strada al di sotto della gonna dell'abito, la sua pelle ruvida delle mani scivola lungo la pelle liscia delle mie gambe.
<<Perché solo per questa notte?>> corruccio lo sguardo non comprendendo il motivo.
<< Perché non sono un uomo di cui fidarsi a vita...>> ribatte per poi spostare le mani sull'elastico del mio slip, sorride e lo afferra tra le dita, lentamente lo fa calare lungo le mie gambe. Sollevo prima un piede e poi l'altro per poi liberarmene in via definitiva scalciandolo via. Si abbassa in corrispondenza dei lacci delle mie scarpe tira su una gamba afferrandomi la caviglia e la posa sul bracciolo. Il vestito si solleva lentamente sul bacino dandogli una vista completa del centro di piacere tra le mie gambe. La lingua ripercorre le sue labbra carnose lasciando una scia umida, mi posa un bacio nell' incavo della gamba, una scossa di piace si irradia al centro delle mie gambe, ho una smania desiderosa di lui, eppure non dovrei.
<<Mi desideri?>> domando con una nota di incertezza, é sempre accerchiato da donne bellissime che lo desiderano. Non capisco come mai sia qui con me e non con una di loro, perché è così ostinato.
<<Desidero te ma desidero anche le altre...>> risponde in maniera lucida e schietta.
Davanti alla sua affermazione resto in silenzio attonita, dovrei andare via, smetterla di farmi usare così da lui ma quando la sua lingua si posa sulla mia coscia e inizia lentamente a risalire verso l'interno, finisco per tremare e mugolare desiderosa del di più. Desidero lui e desidero oltrepassare il limite con lui. Si ferma a poca distanza dal centro del mio piacere e respira contro facendo scontrare il calore del suo fiato con il le labbra fra le mie gambe.
<<Non ci sono più limiti o confini che ci separano adesso...>> sussurra. Si alza in piedi torreggiando sulla mia altezza,  mi prende in braccio facendo leva sul retro delle mie gambe, prima che possa dire qualcosa mi bacia.
Quando le nostre labbra si incontrano e le nostre anime si scontrano, ogni distinzione fra me e lui si estingue.
Con agilità raggiunge la camera da letto, mi posa sul materasso con delicatezza come se fossi un fiore delicato di cui deve prendersi cura, eppure tutte le volte che siamo insieme mi fa credere che abbia solo voglia di distruggermi e tenermi alla larga. Se solo potesse provare ad amarmi...e se io finissi per innamorarmi di lui?
<<Smettila di pensare  e concentrati su di me.>>
Mi ribalta sul materasso e con agilità mi abbassa la cerniera del vestito, lo raggomitola verso il basso, e sento il tessuto cadere probabilmente ai piedi del letto. Mi volta nuovamente, esponendo le mie nudità al suo sguardo attento. Con una lentezza straziante si sbottona la camicia mentre continua a fissarmi con perversione e lussuria.
<<Mi fai sentire come un bambino eccitato>> afferma mentre continua a fissarmi con un'intensità che mi fa tremare le gambe. Le chiudo disfatto sentendomi eccessivamente esposta al suo sguardo. Posa le mani sulle ginocchia e le divarica nuovamente. Mi sento in imbarazzo, eppure lui non sta facendo nulla per farmelo percepire. Abbassa la zip del pantalone e resta con i boxer blu da dove è possibile scorgere tutta la sua virilità. Sollevo lo sguardo imbarazzata e continuo a fissarlo e lentamente retrocedo nel letto, mentre lui si posiziona carponi e avanza nella mia direzione come un felino affamato pronto ad assaltare la lepre davanti a sé. Mi afferra le caviglie e mi tira verso di sé con dimestichezza, con un sorriso compiaciuto cala lentamente fra le mie gambe, con la lingua disegna una linea retta dal mio ombelico sino al monte di venere. Inarco la schiena e con uno scatto gli vado incontro.
Mi afferra le cosce e me le mantiene aperte mentre con esperienza si fa strada nella parte più vulnerabile di me. La sua lingua accarezza le grandi labbra disegnandone i contorni con delicatezza, sospiro e mi poggio sui gomiti per poterlo osservare meglio. La barba che contorna il suo viso produce la giusta frizione che mi porta a gemere, gli afferro i cappelli e spingo il suo volto fra le mie gambe. Sul suo volto si dipinge un sorriso diabolico, la sua lingua scende verso la sfera del mio piacere, la accarezza con staccate della lingua lente e circolari, mentre i suoi occhi ghiaccio sono fissi su di me, provo a stringere la sua testa fra le mie gambe ma me lo impedisce stringendomi le cosce e mantenendole divaricate. Un intenso formicolio diventa sempre più forte li fra le mie gambe, intenso, poi improvvisante la vista diventa meno nitida, le mie pareti si contraggono intorno al vuoto, il respiro accelera e poi una scossa di intenso piacere si irradia nel mio basso ventre. Mi porto una mano sul petto e crollo con la testa sul cuscino. Lentamente riprendo fiato mentre Narciso, ripercorre il mio corpo lasciando una scia di baci. Risale verso uno dei miei seni e si ferma per poi succhiare il capezzolo facendo irradiare un'altra scossa lì in basso.
<<Non ho ancora finito con te bambina, siamo solo all'inizio dei giochi. Spero che tu non sia già stanca...>> mormora con voce arrochita. Risale verso le mie labbra, mi strappa un bacio.
<<Non sono stanca...>> ribatto sorridendo. Mi afferra una mano e la porta verso il basso. Non ho mai toccato un uomo in questa maniera prima d'ora. Solo una volta mi è capitato di toccare Bruce sopra i pantaloni. Ma non in maniera così intima. Mi lascia accarezzare i suoi addominali e poi scende all'interno dei suoi boxer, sbuca la punta del suoi membro che è eretto verso l'alto e sembra puntare proprio me. Mi porta sulla sua lunghezza e conduce la sua mano con la mia, dettandomi il ritmo mentre stringo la sua virilità senza troppa forza. Oscillo con la mano mentre percepisco la sua pelle simile a quella delle palpebre scivolare dentro la mia mano che lo vezzeggia. Non emette un fiato, mi fissa con un sorriso amaro, con una mano scende sul mio seno e mi pizzica un capezzolo, per poi lasciare che scivoli ripetutamente fra la spaccatura delle due dita, e un fremito di eccitazione si riaccende fra le mie gambe.
<<Devi impegnarti di più se vuoi che mi lasci andare.>> sussurra contro il mio orecchio. Aumento il ritmo e lo bacio al di sotto del lobo posandoci prima la lingua, al contempo fuoriesce dalle sue labbra un gemito di piacere. Abbasso lo sguardo e lo vedo sempre più duro e caldo nella mia mano. Mi fissa con aria divertita e il suo fiato si accorcia, ma porta una mano sulla mia e mi ferma. Lo guardo accigliata non capendo se ho sbagliato qualcosa o se gli abbia dato fastidio il mio comportamento.
<<Ho sbagliato qualcosa?>> domando con una nota di preoccupazione.
<<No, ma voglio proseguire in maniera diversa.>>
Si libera dai boxer e posa la sua erezione fra le labbra del mio sesso. Stringe le due estremità con una mano mano mentre con l'altra sorregge il peso ed inizia a muoversi lentamente avanti e dietro, facendo scontrare la cappella con il mio clitoride. Le mie secrezioni gli permettono di scivolare con maggiore facilità fra le labbra del mio sesso.
<<Oddio si...>> mi sfugge facendo girare gli occhi per l'apice del piacere. Il formicolio ritorna, il suo respiro diventa sempre più concitato.
<<Dimmi che vuoi che ti marchi...>> mormora con tono basso e roco. Annuisco ma sembra non bastargli.
<<Marchiami...>>
Scuoto la testa sul letto quando con un'altra spinta si scontra con il mio clitoride.
Ringhia contro il mio orecchio mentre io sussurro il suo nome e vengo ripetutamente. Mentre percepisco sul ventre un liquido caldo e denso. Collassa accanto a me, e ride come un folle. C'è qualcosa che non va in lui, ma la sua follia mi affascina.

Il LeviatanoWhere stories live. Discover now