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"Blair, ma che cazzo?"

Apro i miei occhi e vedo Louis in piedi vicino a me, la sua mascella serrata e gli occhi arrabbiati.

Realizzo poi che Harry mi sta ancora abbracciando.

"Cosa sta facendo ancora qua? E perché..."

"Shh" lo zittisco, sapendo che se Harry si svegliasse, si scatenerebbe l'inferno. "Non ho voluto farlo guidare nel cuore della notte," dico a Louis.

"Perché no? Magari avrebbe fatto un incidente e sollevato tutti noi."

"Che pensiero carino," Mormora Harry senza aprire gli occhi. "Devi avere molti amici."

Mi sbatto la testa contro la mano.

"Non voglio più che dorma qui," dice Louis, ignorando Harry.

"Gesù, chi sei, suo padre?" Harry apre gli occhi ora; sono scuri e ghiacciati.

"No, ma sono suo fratello, e ti avviso di togliere il tuo culo dal suo letto prima che svegli suo padre," scatta Louis.

"Fratellastro," lo corregge Harry. "Non sei il suo vero fratello."

"Oh mio Dio, cosa avevo detto" dico, fuori di me. "Non avevo detto che vi avrei torto il collo se vi avessi sentito ancora litigare? Non ci può essere un po' di pace?"

Mi fissano entrambi. Louis sbuffa ed esce dalla stanza, lasciandomi con un Harry sorridente.

"Che coglione," grugnisce Harry, alzandosi dal letto e passandosi una mano tra i capelli.

"Anche tu," dico, camminando in bagno per spruzzarmi dell'acqua sul viso. "Lo provochi."

"Ma lui reagisce," puntualizza Harry. "Posso usare il tuo spazzolino?" Chiede.

"Cazzo no!" dico e Harry ride. Sa del mio disturbo ossessivo-compulsivo riguardo le mie cose.

"Per favore, te ne compro uno nuovo," mi supplica.

Sospiro. "Va bene, ma può essere solo Colgate. Non Crest. E assolutamente non Oral-B."

Harry ride ancora e guardo con disgusto mentre usa il mio spazzolino sui suoi denti. Mi rivolge un sorrisetto quando arriccio il mio naso. Gli passo accanto, prendendo il contenitore che mi hanno prescritto. Apro il tappo, rovesciando le pillole sulla mia mano aperta. Prendo un bicchiere che tengo in bagno e lo riempio con acqua del rubinetto. Harry mi osserva mentre si pulisce i denti. Deglutisco le pillole, riposizionando il contenitore al suo posto originale.

Sono malata. Beh... malata mentalmente. Sono depressa, lo sono stata per dodici anni. Le pillole stabilizzano il mio umore, consentendo alla mia vita di essere sopportabile. Harry è l'unico, a parte la mia famiglia, che sa degli antidepressivi.

Mi sorprende ancora come io e Harry possiamo essere amici a volte. Osservo come la sua pelle tatuata si sposta mentre continua a lavarsi i denti, il suo anello al sopracciglio che scintilla nelle luci del bagno. Non mi farei neanche morta un segno d'inchiostro su di me, figuriamoci dei tatuaggi. Ed è stato abbastanza difficile farmi anche gli orecchini. Mi ricordo ancora i giorni in cui Harry non aveva tatuaggi o piercing e non festeggiava e beveva ogni weekend. Mi ricordo quando era più simile a me. I tempi sono cambiati, penso, anche quando io non lo sono.

Harry mi coglie a fissarlo e mi rivolge un sorrisetto mentre si finisce di pulire i denti. "Ti stai godendo la vista?"

Lo sbeffeggio. "Per favore, non lusingarti," gli dico. "Sono più disgustata dai tatuaggi che tu chiami arte sulla tua pelle."

Alza gli occhi al cielo. Non ne ho mai fatto un segreto il fatto che non sono una fan di tutti i tipi di tatuaggi. "Non lo dirai più quando te ne farai uno."

Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now