29

4.4K 176 1
                                    

"Come va il lavoro?" Chiedo a mio padre, dato che non sono in grado di concentrarmi sul mio libro. È come se tutto a un tratto le lettere siano diventate troppo piccole.

Sembra scioccato dalla mia domanda, ma si riprende velocemente.

"Bene," dice. "Molta guida in stato di ebbrezza. Voglio dire, davvero. Non possono le persone essere abbastanza intelligenti da non bere e guidare? Per l'amore di Dio."

Annuisco. "Ti capisco."

"C'è una serie di rapine che accadono a nord-est della città, quindi stai attenta se vai là. Non abbiamo ancora trovato il sospettato." So che mio padre potrebbe andare avanti a parlare del suo lavoro, quindi perdo involontariamente la concentrazione.

Un'ora più tardi, accostiamo finalmente alla nostra vecchia casa affacciata sul lago. Salto praticamente fuori dall'auto dirigendomi verso la riva, strappandomi le scarpe e mettendo i piedi in acqua. Correzione, potrei o non potrei aver saltato nel lago infradiciando i miei vestiti.

"Non posso credere che tu non abbia venduto questo posto," dico a mio padre mentre si unisce a me.

Scrolla le spalle. "Non mi sembrava giusto. E con alcuni restauri, potremmo rimetterla a posto."

Alzo lo sguardo sulla vecchia casa. È una bellissima casa. Abbiamo aggiustato il tetto innumerevoli volte, e un'estate l'aria condizionata si è rotta, ma la amiamo lo stesso.

"Faremmo meglio ad entrare. Il sole calerà presto," dice mio padre.

Guardo l'orizzonte e vedo che ha ragione. Il sole sta diventando arancione e sta calando pigramente verso il lago.

Trascino la mia valigia nella mia vecchia stanza e sospiro. Il letto bianco di legno ha le stesse lenzuola rosa sopra, e il cassettone coordinato ha ancora la crepa nello specchio dove ho tirato la scarpa contro quando avevo sei anni. Mi ricordo di aver lanciato la scarpa perché mia madre non mi aveva lasciato mangiare della torta prima di cena. Sorrido al ricordo.

"Ti sei sistemata bene?" Mi chiede mio padre dallo stipite della porta.

"Perfettamente," rispondo.

Sorride prima di camminare fuori, girando verso la sua camera che era abituato a condividere con mamma. "Inizio a preparare la cena," dice.

"D'accordo," rispondo.

Cado di peso sul mio letto e guardo fuori dalla finestra il lago, godendomi la vista pura dell'acqua blu e della sabbia bianca.

Harry's POV

Lancio il mio telefono sul letto, facendo scorrere una mano tra i miei capelli. Un'altra chiamata a cui Blair non risponde. Dove potrebbe essere? Ha detto di essere occupata, ma che diavolo intende? Non è mai occupata.

È a lavoro. Deve essere quello.

Smettila di preoccuparti, coglione, dico a me stesso mentre cammino nel bagno per schizzarmi dell'acqua sul viso. Blair sta bene. Sta sempre bene.

Non mi sono mai preoccupato così tanto per qualcuno. Beh, mi sono sempre preoccupato per Blair, da quando eravamo bambini, davvero. Ma nessun altro.

Il mio telefono squilla e scatto per prenderlo, rispondendo immediatamente.

"Pronto?"

"Harry, porta il tuo culo qua. Sei in ritardo," scatta Ashley.

"Non vengo," rimbecco.

"Sì invece. Se non sarai qui tra quindici minuti vengo da te."

Alzo gli occhi al cielo per Ashley mentre aggancio.

I miei occhi colgono qualcosa in bagno. Mi alzo dal letto e cammino nel bagno, curioso. È un contenitore di pillole. Non le riconosco all'inizio, mentre lo raccolgo per leggere l'etichetta.

Mi manca un battito.

Sono antidepressivi.

Gli antidepressivi di Blair.

Merda, deve averli lasciati qua quando ha trascorso la notte! Batto il mio palmo sulla fronte, afferrando il telefono.

"Blair," dico nel telefono quando parte ancora la segreteria. "Hai lasciato le tue pillole qui. Passa e prendile... sono preoccupato. Se è una sorta di fottuto scherzo, non è fottutamente divertente." Aggancio, il mio cuore batte forte. Dovrei provare a chiamare suo padre? No. Ha probabilmente un contenitore di scorta... giusto? Certo. È Blair. Lei prepara tutto.

Mi sdraio sul letto e mi metto la testa tra le mani. Se Blair non è preoccupata, non lo sarò neanche io. Inspiro ed espiro lentamente, calmandomi.

"Harry!" Chiama qualcuno dal piano inferiore. Gemo. Ashley non stava scherzando.

Mi trascino giù e trovo Luke, Zayn, e Ashley che assemblano drink sul tavolo della mia cucina. Jane arriva subito dopo, spostandosi i capelli.

"Che cazzo state facendo?" Chiedo loro.

"L'aria condizionata di Luke si è rotta," dice Ashley, sedendosi sul bancone, le sue gambe ciondolano. "Sembra di essere nel fottuto deserto del Sahara."

"Grazie a Dio il tuo funziona," sospira Jane, facendosi aria drammaticamente.

"Non voglio fare la festa qui," scatto.

"Rilassati, non viene nessun altro," dice Zayn. "Perrie lavora stasera e Penny è occupata con qualche ragazzo."

"Certo," Luke ghigna.

"Cos'è quello?" Chiede Jane, i suoi occhi si restringono. Indica la mia mano.

Abbasso lo sguardo con preoccupazione e realizzo di star tenendo ancora gli antidepressivi di Blair. Merda.

"Niente," scatto, indietreggiando mentre lei mi si avvicina, il suo sguardo derisorio.

Mi blocca contro un muro e agguanta il contenitore da me, leggendo rapidamente l'etichetta.

"Antidepressivi?" Sogghigna.

Distolgo lo sguardo.

"Che cazzo?" Chiede Luke. "Amico, c'è qualcosa che non ci stai dicendo?"

"No," dico velocemente. "Non sono miei."

"Allora di chi sono?" Jane ride quasi.

Evito il suo sguardo.

Socchiude le sua labbra con consapevolezza. "Non ci credo cazzo," sussurra.

Le rivolgo uno sguardo pericoloso. "Se lo dici fottutamente a qualcuno--" La mia voce è troppo bassa perché gli altri mi sentano.

Jane contrae le labbra. "Oh, Harry, non hai bisogno di preoccuparti. Questo piccolo segreto è al sicuro con me." Preme il contenitore di nuovo nel mio palmo e ritorna dagli altri.

Serro la mascella. So che non sarà al sicuro per molto.

Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now