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"Ed eccoti qua, Miss Price," dice la dottoressa Keegan. "Come nuova."

Abbasso lo sguardo sulla chiara cicatrice sul mio polso sinistro. Faccio scorrere le dita sulla pelle delicata e in guarigione. Mi ero così abituata ad avere dei punti per le scorse due settimane che mi sembra quasi estraneo non averli più. "Grazie," dico al medico.

La dottoressa Keegan sorride. "Cerca soltanto di non riprenderti quel cattivo ragazzo a breve, capito?" Ridacchia e io sorrido.

"Farò il possibile." Ci scuotiamo le mani prima che mio padre paghi la bolletta finale e ci mettiamo in strada.

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Il sole è caldo sulle nostre schiene mentre attraversiamo il parcheggio verso la nostra macchina. Faccio scorrere le dita tra i miei capelli, emotivamente esausta. Non vedo Harry da quella che sembra un'eternità, e fa male. Il mio amore, il mio migliore amico, ha fatto l'unica cosa che ci avrebbe potuto distruggere. Ma per qualche ragione questo non mi ha fermato dal digitare casualmente il suo numero nel mio telefono e fissarlo finché non lo schermo non è diventato nero.

Crollo sul sedile del passeggero nell'auto di mio padre, temendo il fatto di dover andare a casa solo per fare i bagagli. Sono lieta di star partendo però, se tutto va bene l'università mi permetterà di allontanarmi da tutto il dramma. Da Harry.

"Quindi domani tu ed El partite per l'università," dice durante il viaggio.

Annuisco. "Sono emozionata."

Mi sorride. "Sono fiera di te, Blair," dice. "E voglio che tu sappia che se mai non ti trovassi a tuo agio nei dormitori, puoi venire subito a casa."

Sorrido. "Grazie, papà."

Annuisce. "Ora, cerca di non ubriacarti troppo nei weekend, ho appena pagato per i punti, non ho bisogno di pagare anche per un trapianto di fegato."

"Non preoccuparti," dico. "Mi serviranno solo alcuni reni. Niente di più."

Mio padre ride. "Mi mancherai, Blair," dice, allungando il braccio e appoggiando la mano sul mio ginocchio. "Ti voglio bene."

Sorrido. "Mi mancherai anche tu, papà." Mi allungo e gli do un piccolo abbraccio, ancora leggermente all'erta per la mia cicatrice. Ci vorrà un po' ad abituarsi a trattarla normalmente.

Mio padre si schiarisce la gola e mi guarda. "Ho sentito di te ed Harry," dice silenziosamente. "Me l'ha detto lui."

Mi guardo in grembo. "Sì?" Chiedo, cercando di tirarmi fuori dalla conversazione.

"Vuoi parlarne?"

Lo guardo, il 'no' che si forma sulle mie labbra. Osservo la compassione e la preoccupazione incise sui suoi lineamenti e prima che lo sappia, gli sto dicendo tutto.

Inizio dal principio e gli racconto tutte le cose che Harry mi ha detto, come è andato a letto con Jane quando stavamo insieme, come mi ha tagliato per sbaglio sul braccio ma sapeva cosa stesse facendo al mio cuore, e ciò che mi ha detto Jane.

Quando finisco, allunga il braccio e mette la sua mano intorno alla mia, stringendola gentilmente. Pulisco le lacrime dai miei occhi prima che possano cadere e tiro su con il naso.

"Fa male, papà," dico. "Fa davvero male."

"Cosa fa male?"

"Tutto," dico. "Mi sembra che il petto stia collassando su se stesso."

"Hai il cuore spezzato," dice. "Non mi è sconosciuto."

Annuisco. "Andrà mai meglio?"

"Alla fine," dice. "Sei forte, Blair. Hai fatto la cosa giusta a lasciarlo. Starai bene." Sorrido.

"Grazie, papà," dico. Da dei colpetti alla mia mano prima di riportare lo sguardo sulla strada.

Esco dall'auto una volta arrivati a casa e noto un'altra macchina nera nel vialetto d'accesso. Mi si ghiaccia il sangue.

Entro nel salotto e appoggio tutte le mie cose. Deglutisco e cammino in cucina.

Harry è seduto al tavolo, le mani ripiegate. I suoi occhi sono fissi verso il basso e il suo sguardo scatta in alto quando entro.

Sfinimento è inciso nei suoi lineamenti. Sento una fitta al petto.

"Cosa fai qui?" Chiedo, cauta.

"Ho sentito che parti per l'università domani," dice, la sua voce profonda.

"Hai sentito correttamente." Cammino verso il frigorifero ed estraggo una bottiglietta d'acqua, prendendone un sorso. L'acqua fredda mi inonda la gola, calmandomi leggermente.

"Immagino che volessi soltanto salutarti." Si alza e mette le mani nelle tasche. Mi fa male il torace per la pura tristezza nei suoi lineamenti; il modo in cui le sue spalle sono leggermente curve e la sua bocca è tesa in un cipiglio stanco. I suoi occhi non sono del solito verde chiaro, sono invece così scuri da essere quasi neri.

"D'accordo." Incrocio le braccia sul petto.

"E mi dispiace," dice. "Per tutto."

Annuisco. "D'accordo."

Mi fissa per un momento prima di annuire. "Spero che ti diverta all'università," dice. "E voglio che tu sappia che mi mancherai, anche se io non ti mancherò."

Mi mordo la lingua per evitare di crollare. Annuisco bruscamente. "Buonanotte, Harry." Dico.

Mi guarda per un minuto, fissandomi solamente negli occhi. Finalmente annuisce ed esce dalla porta sul retro, chiudendola dietro di lui.

Mi appoggio contro il tavolo e faccio un respiro profondo. Cammino verso la porta sul punto di seguirlo, ma non lo faccio. Non posso. Appoggio la schiena contro la porta, e piango. Mi copro la bocca per attutire i singhiozzi e scivolo a terra.

Le ultime due settimane non sono state semplici per me, ma posso vedere che sono state anche peggiori per Harry. Non avrà dormito per niente, per non menzionare il fatto che molto probabilmente non è stato neanche dal Dr. Stone. Rabbia monta dentro di me mentre la mia coscienza si scatena. Mi ha tradito. Merita ogni briciola di dolore che sta provando.

Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now