Epilogo

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La cosa divertente delle luci è che a volte possono tremolare, o spegnersi completamente. Altre volte possono essere riaccese, o lasciate totalmente spente. Una cosa che sarà sempre vera è che quando le luci sono accese, sono abbaglianti e potenti. Sento dolore per quelli che non hanno più luci; nessuna più speranza, nessuno più a cui volgere lo sguardo e sapere che le cose andranno bene. Preferirei avere la fiamma più piccola che essere lasciata interamente al buio. Ma ci sarà sempre un momento in cui la luce deve morire; quando le stelle esplodono nel niente, unendosi all'oblio.

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Stringo il libro al mio petto mentre cammino verso la veranda dell'ospizio dove vivo con mio marito di sessant'anni. Viviamo qua da circa sei mesi ora; sin da quando ha avuto un ictus e l'Alzheimer ha iniziato a stabilirsi. È incominciato con le piccole cose come il dimenticarsi la strada per il supermercato o il dimenticarsi quali medicine prendere la mattina. Poi è diventato più serio; che mese fosse o i nomi dei nostri nipoti. È allora che l'ho portato dal dottore, e ci siamo spostati in questa struttura.

Ci piace qui, suppongo. Si prendono cura di noi. Ma certamente, ho momenti dove desidero essere giovani di nuovo; vorrei che avessimo ancora tutto quel tempo; vorrei che si ricordi di ogni cosa, ma non ci riesce. Non importa quanto desidero di poter cambiare le cose o rivivere momenti che ho salvato nella profondità del mio cuore, non posso perché nessuno può vivere per sempre o restare giovane per l'eternità. Sarebbe disumano. Preferirei essere immortale, nel senso che le persone mi ricordano per le cose belle che ho fatto nella mia vita, che vivere per sempre senza avere alcun effetto su quelli intorno a me.

Ripensandoci ora, riesco a vedere di aver commesso errori. Ho lasciato che brave persone uscissero dalla fase che è la mia vita. Ho lasciato che le cose regnassero su di me, e che a volte mi distruggessero. So ora quanto io sia forte; nel senso che ho resistito a prove della vita che alcuni hanno fallito. Ho avuto momenti di debolezza, ma questo fa parte della natura umana. Qualcuno una volta mi ha detto che il mio punto debole fosse l'amore per le persone intorno a me; il mio Harry, e le nostre due figlie. Non riesco a capire come possa l'amore essere un difetto fatale di qualcuno; ma so che sosterrò e proteggerò ogni persona che amo fino al giorno in cui morirò.

Ci siamo sposati a ventitré anni, dopo che ho finito la mia laurea. Ho tenuto sott'occhio quelli che mi sono cari; e poi c'è Louis... che ho dovuto vedere ogni Natale, e che quindi ho certamente tenuto sott'occhio. Eleanor e Louis si sono lasciati e tornati insieme, più volte di me ed Harry. Hanno avuto un—come dicono alcuni—matrimonio riparatore; Eleanor ha avuto il loro primo bambino, Daniel, sei mesi dopo. Niall, l'ultima volta che l'ho sentito, si è sposato con una ragazza della sua città natale in Irlanda, e si è stabilito in una piccola cittadina irlandese. Liam si è laureato, trasferito negli Stati Uniti, sposato con una ragazza, e ha aperto una sua società. Zayn e Perrie si sono fidanzati un anno prima di noi, ma hanno aspettato il doppio del tempo per sposarsi davvero. Siamo tutti anziani ora; a riflettere sulla vita, cercando di determinare se abbiamo realizzato tutto ciò che volevamo o no.

Il tempo va avanti, invecchiamo, e alcuni di noi muoiono; ma per quelli che continuano a vivere il tempo arriva semplicemente di continuo. Una volta ho letto che non c'è letteralmente tempo. Ogni volta che pensiamo che qualcosa accada in quel momento, in realtà è accaduta prima che ce ne fossimo resi conto. Un'ovvietà, no?

Viviamo con la routine della struttura. Ci svegliamo, mangiamo, dormiamo, prendiamo le medicine, visitiamo un medico sul posto, e ripetiamo. A Harry piace fare la colazione nella veranda, che si affaccia sulla campagna inglese. Gli piace l'ambientazione tranquilla e pacifica. È cresciuto. Era l'anima della festa, ma ora è piuttosto fine. Gli piaceva la tranquillità quando disegnava, ma ha dovuto smettere perché l'artrite nelle sue mani è diventata troppo da sopportare. Amava disegnare; diceva che avevo un'essenza senza tempo. Gli piaceva anche abbozzare i nostri bambini; Paige e Madeleine, quando erano più giovani.

Paige è la maggiore, è stata la bambina della nostra luna di miele. È stato uno shock per tutti. Non sapevano che stessi per avere una femmina fino alla sua nascita, io lo sapevo, ma tutti pensavano che sarebbe stato un maschio. Quando Harry l'ha vista per la prima volta si è innamorato. Era terrorizzato all'idea di tenerla, era così piccola. Crescendo, aveva il mio amore per la lettura, ma la bravura nell'arte di suo padre. Avrebbe preso un libro e illustrato i margini. È cresciuta, andata al college, incontrato il suo attuale marito, e ha avuto due bellissimi gemelli—i nostri nipoti—Erik e Sophia.

Madeleine era la nostra seconda figlia, a un anno di distanza da Paige. Lei e Harry erano molto simili. Litigavano costantemente, ma lei amava sempre suo padre. Nei suoi anni dell'adolescenza era ribelle in modo pazzesco: proprio come suo padre, anche se lui era troppo ottuso per vederlo. Al suo compleanno dei ventun anni è stata colpita da un guidatore ubriaco, ed è morta sul colpo. Harry ha incolpato se stesso, per anni. Quel giorno stavano litigando al telefono perché non voleva che uscisse e festeggiasse, finendo nei guai. Verso la fine della discussione Madeleine gli ha detto che lo odiava, ha riagganciato, e abbiamo ricevuto la chiamata dai paramedici mezz'ora dopo. Stava attraversando la strada, e ha abbassato lo sguardo per scrivere un messaggio a Harry, che era dispiaciuta, quando è stata colpita. La sua morte ci ha quasi distrutto. Harry era irraggiungibile; stava peggio di me. Maddie è stata seppellita di fianco a sua nonna, da cui ha preso il nome. Harry camminava due chilometri ogni giorno per sistemare una rosa bianca—la sua preferita—sulla sua tomba. Lo farebbe ancora se non fosse confinato su una sedia a rotelle. Era e sarà sempre la piccola di papà. Ha avuto una vita tragica, che non si meritava, ma ha colto tutte le sue sfide nonostante ciò.

"Buongiorno, Miss Blair," una delle giovani infermiere dice. Le sorrido calorosamente, mentre mi passa un piccolo bicchiere di vitamine.

"Grazie." Replico senza esitazione, mentre continuo a camminare. Mi sposto in un piccolo corridoio che conduce alla veranda; che conduce a lui. Cammino lungo l'ingresso che si apre sulla porta di quercia vecchia che ci separa. Lo vedo, su una sedia a dondolo che fissa il paesaggio campano. Mi siedo sulla sedia di fianco a lui, il libro in grembo, la mia mano che resta sopra.

"Giorno, amore." Dice guardandomi, i suoi occhi verdi spenti per l'età.

"Giorno." Rispondo con un sorriso, baciandolo sulla guancia. Gli spigoli delle sue labbra si contraggono verso l'alto. Dà un'occhiata al libro logoro sulle mie gambe.

"Cos'è quella vecchia cosa che hai lì?" Chiede appoggiandosi alla sedia e facendola dondolare. Faccio scorrere la mano sopra la superficie del libro.

"È un album fotografico, caro." Sorrido guardando i suoi occhi confusi.

"Oh," sospira. Tolgo la mia mano dalla sua, spostandola per aprire il libro.

Questa è la nostra tradizione, ogni domenica, ci abbandoniamo ai ricordi a colazione. Gli piace guardare le fotografie; gli piace ascoltarmi mentre gli racconto della nostra storia; gli piace ricordarsi.

"Blair, perché mi stai mostrando questo?" Si chiede a voce alta. Sorrido saldamente, toccando il retro della sua mano.

"Ti dirò una storia, d'accordo?" La stessa storia che gli racconto ogni settimana. La stessa storia che dimentica.

"D'accordo, amore." Sorride, rughe appaiono intorno agli angoli della sua bocca causate da anni di sorrisi.

Apro la prima pagina, facendoci scivolare i miei polpastrelli sopra. Vorrei poter sentire la fotografia ed estrarre il ricordo da essa, rivivendolo ancora e ancora.

La nostra storia inizia nell'infanzia. Il nostro amore arriva dopo. Le nostre avventure devono ancora terminare.

Mentre racconto la nostra storia, assorbo tutti i ricordi finché non riesco a chiudere gli occhi e sentirmi come se fossi tornata a quel momento nel tempo. Annuisce spesso, seguendo la storia fino alla fine. Poi sospira e si appoggia indietro sul suo dondolo.

"Mi ricordo, ora." Dice e poi chiude gli occhi, un piccolo sorriso si forma sulle sue labbra.

"Bene," gli dico. "Ti amo, Harry."

"Ti amo anche io." Racchiude la mia mano nella sua e chiudiamo i nostri occhi; assimilando la luce del sole. Finché non riusciamo più a reggere il calore del sole.

Finché le luci non si sono spente. 

Lights (Italian translation)Where stories live. Discover now